"Jašin. Vita di un portiere" è uno splendido libro dedicato al leggendario portiere russo Lev Jascin.
Un libro che definire splendido è poco.
Scritto a quattro mani da Mario Alessandro Curletto e Romano Lupi questo volume è il primo, in Italia, ad essere interamente dedicato al più leggendario dei portieri che la Storia del Calcio abbia mai espresso.
Mario A. Curletto,insegnante di Lingua e Letteratura Russa all'Università di Genova, sin dall'inizio mette in chiaro la traslitterazione del nome russo di Lev che, scritto in maniera corretta è Jašin e si legge Jascin, dato che la lettera š si legge "sc" E già qui si mette in evidenza un dato fonetico di primaria importanza.
Romano Lupi è invece giornalista e pubblicista: insieme a Curletto, già in passato, si è occupato del calcio della ex Unione Sovietica con la pubblicazione del libro "Futbolstrojka. Il Calcio Sovietico negli anni della Perestrojka".
I due si dividono la stesura dei vari capitoli di un libro che ha il grande pregio di contestualizzare in maniera chiara, precisa, molto documentata e non banale, la vita vissuta da Lev Jascin come uomo prima ancora che come atleta.
Il momento storico in cui Lev Jascin visse è un dato essenziale per partire a tratteggiare il ritratto di un uomo, di un portiere, che si formò alla scuola di quel regime sovietico che ha sempre avuto un "fascino misterioso" date le scarse informazioni di "prima mano" di cui si era in possesso all'epoca dei fatti.
Se si potesse condensare l'essenza di Lev Jascin così come esce da queste pagine in poche parole, beh, quelle giuste sono quelle riportate nella quarta di copertina del libro: "Nonostante giocasse nel ruolo più individuale del calcio, il suo senso di appartenenza a qualcosa di infinitamente più grande di lui non venne mai meno. Condizione che, molto probabilmente, ha contribuito a farlo diventare, oltre che, a detta di molti, il portiere più forte di ogni tempo, una personalità irripetibile nel mondo del calcio."
Una frase, riportata nel libro e tradotta dalla biografia edita in Russia di Lev Jascin, rappresenta in modo chiaro il pensiero di un uomo che visse il Calcio di un'altra epoca. Jascin ebbe infatti a dire del Brasile dopo averlo affrontato nel mondiale 1952: "La Nazionale brasiliana era veramente il punto più alto di quel calcio definito romantico, che non tornerà più."
Ecco: il pensiero del più Grande Portiere della storia del Calcio io lo sottoscrivo appieno e, non a caso, questo blog è sottotitolato "Appunti di Calcio Romantico".
Dedicato "esclusivamente" a chi ci Crede.