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sabato 26 settembre 2015

Roberto Rojas e quella maledetta truffa del Maracanã


Accadde il 3 settembre 1989 allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro.
Quella notte il Brasile padrone di casa e il Cile  si affrontarono per una gara di qualificazione al mondiale di Italia 1990.
La gara era determinante per i cileni che si sarebbero qualificati al mondiale italiano solo con la vittoria. 
Ai brasiliani, viceversa, sarebbe bastato anche un pareggio.
La gara si presentava, quindi, ad "alto rischio" vista la posta in palio ma anche la storica rivalità tra le due formazioni.
Dopo un primo tempo senza particolari emozioni che si concluse sul risultato di 0 - 0  all'inizio della ripresa il Brasile passò in vantaggio grazie ad una rete di Antonio Careca (storico bomber del Napoli).
Dopo pochi minuti dagli spalti volò in campo un petardo che esplose a diversi metri dal portiere cileno Antonio Roberto Rojas detto "El Cóndor".
Quando il fumo si fu diradato Rojas giaceva a terra con le mani al volto.
Un profonda cicatrice nella zona parietale della fronte e tanto sangue ovunque fecero temere il peggio.
Il portiere cileno subito soccorso dai compagni fu portato grondante di sangue negli spogliatoi.
I cileni, per voce del loro capitano Fernando Astengo, rifiutarono di ritornare in campo e così la gara fu sospesa. 


Ma non solo: i cileni presentarono formale esposto alla F.I.F.A. chiedendo la vittoria a tavolino.
I brasiliani, dal canto loro, dopo il grande spavento per l'incidente, iniziarono a nutrire più di un dubbio sull'incidente accorso a Rojas.
I dubbi dei brasiliani vennero dissipati in toto dalle riprese televisive che dimostrarono in maniera chiara come il petardo fosse scoppiato ad una distanza tale, dal portiere cileno, che era impossibile pensare o ipotizzare che  potesse essere stato la causa del taglio in fronte.
Roberto Rojas fu così convocato dalla F.I.F.A. a Zurigo: gli venne contestata la simulazione d'infortunio e, mentre il Brasile ebbe partita vinta a tavolino, per  "El Cóndor" la sentenza fu inappellabile: squalificato a vita. 
Vennero radiati anche diversi componenti dello staff medico della nazionale cilena per aver coperto l'infamia compiuta dal loro portiere e la  nazionale cilena venne sospesa a tempo indeterminato da qualsiasi manifestazione sportiva.
Solo nel 1990 il portiere cileno confessò di essersi ferito da solo, quella notte maledetta, utilizzando una lametta da barba che aveva appositamente nascosto all'interno dei suoi guanti in attesa del momento più propizio per mettere in scena la grande farsa.
Dall'altra parte della barricata, in questa vicenda, divenne una celebrità anche Rosenery Mello, cioè la tifosa brasiliana che lanciò in campo il famoso petardo che in patria fu ribattezzata la "Fogueteira do Maracanã".
La ragazza colse al volo  l'attimo di popolarità  e allettata da una buona proposta economica finì per posare nuda per  Playboy avendo l'onore di finire anche in copertina nel novembre del 1989. 


La vita di Rosenery Mello finì tragicamente nel 2011 quando un aneurisma celebrale ne causò la morte: aveva solo 45  anni. 
Nel frattempo, nel 2001, per Antonio Roberto Rojas arrivò la grazia concessa dalla F.I.F.A. e così "El Cóndor"  rientrò nel mondo del calcio.
Tuttavia la  sua parabola umana, così come quella della Mello, resterà per sempre segnata da quella maledetta truffa del Maracanã.



(03-09-1989 Brasile- Cile)










martedì 8 settembre 2015

La leggenda di Eurico Lara il portiere che morì dopo aver parato un calcio di rigore


Accadde il 22 settembre 1935.
Seppur seriamente debilitato da problemi cardiaci il portiere della squadra brasiliana del Gremio, Eurico Lara, decise di partecipare ugualmente alla partita decisiva del campionato di calcio della zona di Porto Alegre.
La partita vedeva di fronte Gremio e Internacional.
Lara, alto quasi  2 metri,   era  titolare indiscusso della maglia di portiere del Gremio già dal 1920 ed era una autentica Leggenda per i suoi tifosi che così lo acclamarono quando lo videro scendere in campo (anche contro il parere dei medici).
Quella sarebbe stata l'ultima partita della sua vita: e questo è un dato storicamente acquisito.
La leggenda vuole che proprio durante quella partita il portiere trovò la morte  a causa di un calcio di rigore che lo stesso Lara riuscì a parare ma che, di fatto, per la sua dirompente forza ne causò il decesso ... e, leggenda nella leggenda, a calciare quel rigore fu proprio un fratello dello stesso Eurico.
In un'altra versione più verosimile, invece, Eurico Lara giocò con tutte le energie che ebbe in corpo solo il primo tempo di quella partita.
Durante l'intervallo le sue condizioni di salute precipitarono e il portiere venne così ricoverato d'urgenza in ospedale. 
Dall'ospedale non uscì più e morì il 6 novembre di quel 1935.
Comunque sia veramente andata, quel 22 settembre del 1935, Eurico Lara giocò la sua ultima partita con la maglia del Gremio e quel giorno i suoi sforzi non furono vani perché il Gremio vinse la gara per 2-0 e quelle sue ultime parate lo portarono dentro la Leggenda. 
Per sempre.






(La Leggenda di Eurico Lara)