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domenica 6 novembre 2016

Breve ritratto di Alberto Jose Poletti il portiere più cattivo della storia del calcio.


Il nome di Alberto Jose Poletti è indissolubilmente legato allo straordinario filotto di vittorie che, tra il 1967 e il 1970, portarono il club argentino dell'Estudiantes de la Plata ai vertici del calcio mondiale.
Tre vittorie nella coppa Libertadores negli anni 1968, 1969 e 1970 e una vittoria nella coppa Intercontinentale nel 1968 ai danni del mitico Manchester United di Sir. Matt Busby spedirono direttamente la formazione argentina nella Leggenda del Calcio Mondiale.
Ciò nonostante, alle nostre italiche latitudini, il nome di Poletti resterà per sempre legato ai misfatti commessi dallo stesso e dai tremendi compagni di squadra dell'Estudiantes ai danni dei giocatori del Milan nella seconda gara della  finale di coppa Intercontinentale che si giocò alla Bombonera di Buenos Aires il 22 ottobre 1969.
Dopo la vittoria dei rossoneri allenati da Nereo Rocco  che, nella gara di andata, disputata allo Stadio Meazza (San Siro) in Milano l'8 ottobre 1969,  sconfissero l'Estudiantes per 3 reti a zero la gara di ritorno fu una vera e propria Guerra in Campo.
Gli argentini che già avevano nel mirino e particolarmente in odio il rossonero Combin, definito "traditore" perchè di origini argentine ma naturalizzato francese, iniziarono da subito a picchiare i giocatori del Milan ogni qualvolta uno di essi entrava in possesso di palla.
Il vantaggio  rossonero arrivò con Rivera  che, alla mezz'ora di gioco, su passaggio filtrante di Combin scartò Poletti in uscita e depositò la palla in rete.
Il gol, che di fatto mise in cassaforte il Trofeo a favore dei rossoneri, infastidì in maniera particolare Poletti che perse la trebisonda e iniziò il suo personale e show: prima calciò il pallone raccolto in fondo alla rete verso il centrocampo con la chiara idea  di colpire qualche giocatore rossonero e poi, non pago si scagliò sui rossoneri festanti colpendo il povero Lodetti.
Il portiere argentino colpì poi con un calcetto "simpatico" un giocatore rossonero infortunato a terra mentre il medico sociale Monti gli stava prestando le cure del caso.  Ciò nonostante, Poletti la passò sempre franca con l'arbitro cileno Domingo Massaro che parve chiaramente poco adatto alla direzione di una gara di tale spessore.
Nonostante due gol segnati dall'Estundiantes, il risultato finale di 2-1 per gli argentini, consentì al Milan di vincere il Trofeo.
Ci furono due espulsi tra gli argentini, Aguirre-Suarez che mise k.o. proprio Nestor Combin con una violenta gomitata e poi Manera che sferrò un pugno a Rivera.
Ma la conta più numerosa fu quella dei "feriti" rossoneri: il portiere Cudicini, Rivera, Maldera, Combin, Prati. Fu una Guerra più che una partita di calcio.
Ma lungi dall'essere soddisfatto, il "buon" Poletti mise a segno il capolavoro finale allorchè pensò bene di unirsi ai festeggiamenti rossoneri  scagliandovisi contro come un pazzo. 
Indubbiamente una "figuraccia" di fronte agli occhi di tutto il mondo del calcio puntati, quella notte, su Buenos Aires.
Il giorno dopo quella Guerra, la federazione di calcio argentina, che aveva nella dittatura militare il suo cuore pulsante fu praticamente "costretta" a silurare il "buon" Poletti. Il portiere fu radiato a vita da ogni competizione per dare l'"esempio" agli altri esagitati animi che si muovevano nel movimento calcistico argentino.
Dopo poco meno di un anno da quella pazza notte di ottobre, tuttavia, Alberto Poletti fu graziato. Tornò a giocare ma senza mai scrollarsi di dosso la fama, pessima, che si era fatto in una sola notte.
Molti anni dopo, in alcune interviste rilasciate a tv argentine, il portiere si difenderà  raccontando che, in fondo, il Calcio di quei tempi, in America Latina era fatto così: roba per uomini duri ... e hijo de puta ... anche.






(22-10-1969 Estudiantes - Milan 2 -1. Le pazzie di Poletti)



(Alberto Poletti e la sua versione dei fatti.)







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