Quando chiedevano al "mio" Jean-Marie Pfaff quali fossero i colleghi che stimava di più il belga citava sempre e solo due nomi: quello del nostro Dino Zoff e quello del tedesco Sepp Maier.
Due dei più grandi portieri del XX secolo.
Nel momento in cui l'IFFHS (Istituto di Storia e Statistica del Calcio) stilò la classifica dei migliori portieri di quel secolo questi furono i primi cinque classificati: 1) Lev Jascin 2) Gordon Banks 3) Dino Zoff 4) Sepp Maier 5) Ricadrdo Zamora.
Quindi Jean-Marie aveva scelto bene e, dei colleghi che riuscì ad ammirare tra i pali della porta avversaria ai suoi tempi, Zoff e Maier furono quelli che la storia avrebbe poi consacrato a Leggende del Calcio.
E la storia di Dino Zoff viene ora raccontata dal diretto interessato in un libro che, appena uscito, è già da considerare alla stregua di un "memento" della storia umana - prima - e calcistica - poi - di uno dei più grandi atleti dello sport italiano.
Un libro "importante". Perché, se la storia sportiva di Zoff è reperibile in diverse pubblicazioni, il pensiero che sta dentro all'uomo è qui espresso in maniera chiara dal diretto interessato.
E la sintesi di tutto può anche essere semplicemente racchiusa in quel titolo "Dura solo un attimo la gloria".
La storia di Zoff è la storia di un friulano vero. Un "furlan" per dirla nel dialetto friulano.
Dino Zoff è stato un grande campione ma è stato prima ancora un uomo coerente con sé stesso. Un tipo di personaggio che è difficile trovare oggi, creato con quello stampo che ora non c'è più.
Il racconto delle ore che seguirono il successo mondiale nella notte di Madrid del luglio 1982 potrebbe essere la sintesi di un modo "furlan" di intendere le cose della vita.
Zoff racconta che, mentre i compagni trovarono il modo di organizzare festeggiamenti "esotici" tra discoteche e ristoranti, lui e il suo fraterno amico Gaetano Scirea si ritrovarono nella stanza dell'albergo e, con un po' di nostalgia per le famiglie rimaste a Torino, si "concessero" un pasto in camera, una bottiglia di vino buono e, alla fine, distesi sul letto si fumarono una sigaretta. Roba di altri tempi.
Scirea, come Zoff, era uomo con la U maiuscola. Campioni che hanno reso onore all'Italia intera e che, nella notte dei festeggiamenti, non persero quel loro modo di essere speciali restando semplici. In tutto.
Questo libro è "prezioso" proprio perché Zoff rivela sé stesso in modo totale e, pagina dopo pagina, il ritratto che ne viene fuori è quello di un Campione a tutto tondo.
"Dura solo un attimo la gloria" è ricco di aneddoti che ne misurano la statura umana, anche attraverso grandi testimonianze di affetto come quando il celebre scrittore Mario Soldati gli disse "Eh Zoff, ma lei lo sa di essere un Cavaliere dell'Ottocento ?" o ancora come quando Papa Wojtyla gli disse "Anch'io sono stato portiere caro Zoff, lo sa ? E' un ruolo di grande responsabilità.".
La storia del calcio mondiale è fatta di campioni leggendari e gesta epiche che si tramandano da generazioni e che ancora in futuro si tramanderanno di padre in figlio.
Quella di Dino Zoff è una di quelle storie lì: storia di un portiere che, a quarant'anni, alzò al cielo la Coppa del Mondo di Calcio ... in una gloria che sarà anche sì durata un attimo ... ma che resterà scolpita per sempre nella storia del Calcio. Viva Dino Zoff . Sempre.
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