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domenica 12 febbraio 2023

"GLOVE STORY 2" : THE GOALKEEPER GLOVE PORN !!!!

 


"IT'S GOALKEEPER GLOVE PORN ! IF YOU'RE A GOALKEEPER  OF ANY STANDING - PROFESSIONAL, AMATEUR, SUNDAY, WHATEVER - OR IF YOU KNOW A GOALKEEPER, THEN THIS IS THE IDEAL CHRISTMAS GIFT"

Paul Hawksbee - TalkSPORT 


La presentazione perfetta per questo secondo capitolo di "GLOVE STORY" è proprio  questa qua che riporto sopra a cura di Paul Hawksbee.
Per tutti "noi" che abbiamo il numero 1 nel cuore,  questo stupendo lavoro a cura di  Rob Stokes, Derek Hammond e Gary Silke è  un "libro perfetto".
In  queste 180 pagine vengono passati in rassegna centinaia di guanti da portiere che, negli anni, hanno fatto la storia dell'attrezzo.
I modelli, familiari, come gli Uhlsport Modello 040, quello che Dino Zoff sdoganò in tutto il mondo con le sue straordinarie parate nel Mondiale di Spagna 1982.
Sigle e numeri che sono familiari e che hanno segnato la storia dei numeri 1 più grandi al mondo.
Il lavoro di questi ragazzi inglesi raccoglie centinaia di "memorabilia" che, messe insieme, sono davvero un compendio unico al mondo nel genere.
Le marche di guanti ci sono tutte: dalla già citata Uhlsport alla Reusch, dalla Sondico alla Puma, dalla Nike alla Umbro, dall'Adidas alla Selsport fino ad arrivare alla semisconosciuta  Sells,  che poi era la marca dei guanti che indossava il polacco Dudek nella finale di Champions League del 2005, triste ricorso per noi rossoneri.
Attraverso aneddoti e curiosità tutti i più forti portieri del mondo sono presenti in questo libro che, va detto, ha comunque una prevalenza di presenza di portieri dell'area anglosassone essendo il libro stampato a Leicester.
Un lavoro meticoloso e ben fatto, con locandine pubblicitarie "storiche" che rimandano a modelli la cui memoria è viva solo nella mente di noi, appassionati di portieri.
Bastava un dettaglio del guanto e, in una foto, riconoscevo il portiere in questione, senza sforzo, con la sola forza della "passione".
Questi "attrezzi del mestiere" sono sempre stati, per noi appassionati del ruolo, un punto di riferimento, ognuno con i "suoi" preferiti, ognuno con la sua idea.
Ci hanno fatto sognare proprio come i protagonisti che li indossavano ...
Tuttora, io lo confesso, i modelli "vintage" hanno su di me un fascino molto ma molto vicino a quel "glove porn" di cui parlava Paul Hawksbee.
Consigliatissimo a tutti i miei amici "alati" nel cuore, e nell'anima. 








venerdì 6 gennaio 2023

QUANDO GIANLUCA VIALLI FECE IMPAZZIRE IL SAN PAOLO DI GIOIA E POI SI VESTI' DA RE MAGIO

 


Accadde allo Stadio San Paolo di Napoli nel pomeriggio del 14 novembre 1987.
Quel giorno lì l'Italia di Azeglio Vicini affrontava la Svezia in un match decisivo per la qualificazione alla fase finale del Campionato Europeo che si sarebbe disputato in Germania nel giugno 1988.
Un match complicato, contro avversari di livello e, di fatto, uno spareggio per il passaggio alla fase finale.
Quel pomeriggio lì Gianluca Vialli sfornò due autentiche prodezze e, di fatto, fece impazzire di gioia il San Paolo intero proprio come faceva quel "dionisiaco" (come ama definirlo il mio amico Antonio)  di Diego Armando Maradona.
Due Gol. 
Due Gemme.
Due Splendide Prodezze che illuminarono il pomeriggio di Napoli e riportarono il "sereno" nel team Italia dopo la deludente parentesi di Mexico 1986.
Il GUERIN SPORTIVO in edicola il mercoledì successivo titolò "L'ITALIA  S'E' DESTA"  con una foto a tutta pagina (la vedete riprodotta sopra) che coglieva Gianluca Vialli nell'atto preciso in cui scossò il tiro del 2-1 decisivo per le sorti dell'incontro.
Sempre lui aveva portato in vantaggio l'Italia al minuto 27, nel corso del primo tempo, con un tiro che, da posizione defilata, al limite del possibile, si infilò sotto l'incrocio del primo palo lasciando di stucco il pur ottimo portiere svedese Ravelli. Un  Gol Magnifico.
Arrivò poi il pareggio della Svezia e, poco prima della fine del primo tempo, sempre Vialli, servito in area di rigore da un preciso calcio di punizione di De Agostini,  calciò al volo trovando ancora la via della rete.
Nel secondo tempo a nulla valsero i tentativi degli svedesi che andarono a sbattere contro il nostro "Uomo Ragno" Walter Zenga.
L'Italia approdò così alla fase finale di quell'Euro 1988 grazie a Vialli e, se alcuni Cantori del gioco del Bel Tempo Che Fu, tutt'ora vengono ricordati come dei "Maestri del Giornalismo Sportivo" è anche perché avevano una penna capace di raccontare le "cose del Calcio" col loro nome capaci di tramandare le vicende come meritavano di essere ricordate: così raccontò quelle gesta un Grande come Gianni Mura per Repubblica ...

"NAPOLI - Un gran cuore in campo e fuori, così l' Italia vince la partita, il braccio di ferro e la qualificazione per gli europei. La Svezia si conferma squadra coriacea e da prendere con le molle, ma l' Italia ha qualcosa in più, una sorta di felice incoscienza che porta il ragazzo Vialli a tentare due tiri piuttosto difficili o quasi impossibili e a indovinarli tutti e due. Li racconto: al 27' Vialli scambia sulla sinistra con De Agostini e, in posizione decentrata rispetto alla porta - forse l' incerto Ravelli si aspetta un cross - sgancia un tiro fortissimo sul primo palo. Al 47' , in tempo di recupero, dalla sinistra De Agostini calcia una lunga punizione a spiovere verso l' altro lato, Altobelli fa velo ingannando due difensori, Vialli colpisce al volo di collo pieno, schiacciando il pallone che rimbalza e si infila sotto la traversa. Quando si parla di spirito, a proposito di questa squadra, saranno da ricordare questi due gol: bisogna avere un gran coraggio a tentarli, e Vialli ce l' ha. Lo stesso coraggio mostrato da Vicini nell' insistere sulle sue scelte, promuovendo la Under e portandola avanti anche contro il vento delle critiche."

Per me, allora sedicenne, quella copertina del Guerino restò scolpita nella mente per anni, così come me la ritrovo davanti agli occhi ora  che questa mi appare come la "Memoria" più vivida del Gianluca Vialli Calciatore.
Un Campione che dimostrò il suo valore portando (in buona compagnia, è giusto ricordarlo) sotto la lanterna  il primo scudetto della storia della Sampdoria  un po' come Maradona fece con quel Napoli dove si disputò quella gare del novembre 1987.

Ma se mi fermo un attimo a pensare e mi richiudo nella mia "stanza dei Guerini" dove sono conservate le copie di quegli straordinari giornali che mi accompagnarono nell'adolescenza sino all'età adulta la copertina che più amo con Gianluca Vialli protagonista è questa qua sotto ...



GUERIN SPORTIVO EXTRA - NUMERO 52 - fine dicembre sempre di quel 1987 ... il "classico" super-numero doppio che chiudeva l'anno e che il Direttore Marino Bartoletti, (da poco arrivato al timone del  guerino)  dedicò per l'occasione al trio sampdoriano formato da Mancini, Vialli e Cerezo  per l'occasione nelle vesti dei tre Re Magi.
Ecco  proprio quella lì resta per me una delle copertine più belle di sempre del Guerin Sportivo e  consegnò alla storia l'immagine di questi Campioni, figli di un Calcio che ancora  aveva il "volto" umano e che ancora sapeva "mischiare", quasi prendendosi gioco di sé stesso, sacro e profano, arrivando al cuore della gente,  e dove spariva ogni differenza  tra l'Uomo e il Campione.
Oggi che Gianluca Vialli se n'è andato, proprio nel giorno dell'Epifania, e 36 anni dopo quella foto, non posso non pensare che  nel fato vi sia sempre una sorta di beffardo disegno che prima o dopo riporta tutto a casa.
Mentre sto cercando di tenere il passo delle tante (ma tante)  copertine che il Guerin Sportivo dedicò a Vialli in quegli anni lì, e di tutte quelle pagine scritte e foto scattate che ho qui con me e che  riguardo con nostalgia, penso proprio che siamo stati fortunati, noi, ragazzi degli anni settanta o giù di lì.
Abbiamo visto giocare Gianluca Vialli.
Era, quello,  il Nostro Calcio.
Resterà, per sempre, il Nostro Calcio.









lunedì 2 gennaio 2023

OLIVER KAHN PRIMA DEL BAYERN

 



Se è vero che Oliver Kahn è uno tra i più titolati portieri tedeschi di ogni tempo, è anche vero che questi titoli li ha conquistati tutti con la maglia del Bayern di Monaco.
Eppure, nei miei ricordi di "prima mano", il Kahn "prima del Bayern"  era già un  portiere di straordinario talento.
Uno da copertina. 
In questo numero del KICKER che vedete sopra riprodotto  (che acquistai nel marzo dell'ormai lontano  1994)  il buon Oliver, ancora in maglia Karlsruher , richiamava all'ordine i compagni con la solita e proverbiale "grinta" che sarà segno distintivo della sua lunga e luminosa carriera.
Dopo la trafila nelle giovanili del Karlsruher  Oliver  Kahn esordì in Bundesliga  il 27/11/1987, appena diciottenne, nel match che la formazione del Karlsruher perse malamente  contro il Colonia per 4 reti a zero.
Ancora tra i pali al posto del titolare Alexander Famulla nella gara di Bundesliga della settimana successiva in casa contro il Werder Brema, il 5 dicembre 1987,  Kahn  si vedrà due volte superato dal cannoniere Frank Neubarth nella sconfitta subita a Karslruhe per 2 a 0. 
Oliver Kahn  guadagnò la maglia da titolare del Karlsruher solo nel novembre del 1990 quando, in occasione della tredicesima gara di andata, disputata appunto il 10 novembre 1990 in casa  contro il Bochum   sostituì   Famulla  diventando, di fatto, il titolare inamovibile della maglia numero 1.
Da quel novembre 1990 fino al 7 maggio 1994 Kahn salterà solo 4 gare di campionato con il suo Karlsruher prima di passare a difendere i pali del Bayern Monaco.
Proprio nella stagione 1993/1994 le sue straordinarie prestazioni gli valsero il titolo di miglior portiere della Bundesliga.
Sempre nel corso della stagione 1993/1994 le prestazioni del portiere contribuirono a portare il Karlsruher fino alle semifinali di Coppa Uefa  dopo aver eliminato formazioni di valore assoluto come il PSV Eindhoven, il Valencia, il Bordeaux e il Boavista. 
L'approdo a Monaco di Baviera parve, allora, come la naturale destinazione di quello che già chiaramente si intuiva, poteva considerarsi un  degno erede dei grandi numeri 1 della storia della franchigia bavarese e del calcio tedesco in genere.


(IL DEBUTTO DI OLIVER KAHN  27-11-1987  COLONIA - KARLSRUHER  4- 0)










giovedì 29 dicembre 2022

JORGE CAMPOS L'ARLECCHINO DI ACAPULCO

 


Portiere titolare della formazione del Messico ai Mondiali di  USA 1994 e Francia 1998  Jorge Campos divenne famoso, più che per le sue parate, per le sue stravaganti tenute di gioco che, ideate e disegnate da sé stesso, richiamavano le colorate tute dei surfisti che affollano le spiagge di Acapulco, città natale del nostro.
Così, colorato e fosforescente, Campos appariva come una sorta di "Arlecchino in Salsa Messicana".
Stravagante nel look,  come anche nel modo di intendere la professione, Campos aveva buone doti anche come attaccante e, all'inizio della  sua carriera  a livello di Club, giocò  diverse partite come centroavanti arrivando a collezionare anche un buon bottino di reti  nel corso della carriera.
Quando il selezionatore messicano Miguel Mejia Baron alla vigilia del Mondiale 1994  chiederà alla F.I.F.A., il Governo del Calcio,  di poter utilizzare Campos sia come portiere che come attaccante, il potente presidente Blatter negherà al Messico tale opzione.
Quattro anni dopo, nel mondiale di Francia, al portiere messicano verrà negata la possibilità di scendere in campo con maglie dai colori troppo sgargianti e Campos scenderà così in campo con maglie più "ordinarie" come quella azzurra e bianca che indossò nella gara che il Messico perderà 2 reti ad 1 contro la Germania negli ottavi di finale.
Alto poco più di  1 metro e 70, non certo un gigante, per il ruolo, Jorge Campos sapeva ben leggere le varie situazioni di gioco e si proponeva spesso come "libero" aggiunto anticipando ben fuori dalla sua area di competenza gli attacchi degli avversari,  mentre tra i pali faceva valere la sua straordinaria esplosività ed elasticità arrivando spesso a salvare situazioni di pericolo con balzi prodigiosi.
Nel Mondiale del 2002 disputato in Corea e Giappone  Jorge Campos fu selezionato dal commissario tecnico Aguirre tra i tre portieri della spedizione messicana  ma non scese mai in campo lasciando il suo posto di titolare all'allora ventinovenne Oscar Perez. 



(Parate e Reti di Jorge Campos) 









domenica 27 novembre 2022

I TRE MONDIALI DI ROBY BAGGIO RACCONTATI DA JVAN SICA

 




Per chi, come me, quei tre Mondiali di Roby Baggio li ha visti in "presa diretta" (e quindi si parla di Ricordi di "prima mano")   questo libro di Jvan Sica è un dolce ritorno alla atmosfere del Bel Tempo Che Fu.
Sica è dotato di un'ottima "penna" e in questo suo viaggio attraverso i mondiali disputati dal Divin Codino mette dentro un gran pezzo della sua vita.
Così i Mondiali di Italia 1990, Usa 1994 e Francia 1998 vengono rivisitati attraverso la sua "prospettiva" con le piccole storie di paese e di vita quotidiana che si mischiano con le gesta  calcistiche del grande Roby Baggio.
E' un libro affascinante che conquista sin dalle prime pagine proprio per questa "prosa" ispirata, che ci consegna immagini dell'infanzia e adolescenza  dell'autore e ce lo fa sentire come un amico che ci narra di un Calcio e di Storie "romantiche" di un tempo passato per il quale la nostalgia è un sentimento talmente naturale come l'atto stesso di respirare.
Classe 1980, Jvan Sica si trovava in quegli anni proprio in quella magica età che è  il vero "ponte sull'eternità".
IL SUBLIME E LA SPERANZA non è semplicemente un libro di "calcio":  letto con la dovuta attenzione si rivela come  un manuale di "vita quotidiana", uno splendido affresco di quei tempi lì, di quel decennio a cavallo tra il 1990 e il nuovo millennio, in cui  ancora si intravedevano i bagliori di un Calcio che già stava mutando la sua essenza.
Un libro imperdibile per i fans del Divin Codino.




sabato 29 ottobre 2022

"PORTIERI BLUCERCHIATI" L' ENCICLOPEDIA DEI NUMERI 1 DELLA SAMPDORIA di MASSIMILIANO LUCCHETTI

 




76 anni di "portieri blucerchiati" tutti raccolti dentro  124 pagine.
Tutti gli estremi difensori che hanno disputato almeno una gara nei campionati professionistici con la maglia della Sampdoria tra il 1946 e il 2022 si ritrovano in questa deliziosa opera.
Massimiliano Lucchetti, classe 1989, con un passato da portiere nelle formazioni dilettanti in giro per la Liguria,  ha messo insieme 57 schede degli estremi difensori che hanno fatto la storia del ruolo con la maglia blucerchiata indosso.
Da Ambrosio a Zotti,  in preciso ordine alfabetico, dentro questo libro ci sono portieri che già in diverse occasioni sono stati ospiti di questo blog, partendo dal "nostro" amato  Fabrizio Casazza che per questo libro ha scritto la postfazione, passando per Christian Puggioni che, sempre per il libro di  Lucchetti,  ha scritto l'introduzione,  scorrono via numeri 1 che ogni amante del ruolo ha nel cuore, come Pagliuca, Zenga, Antonioli, Moro, Garella, Conti, Ferron  e via via  tanti e tanti altri tutti da scoprire o riscoprire.
L'opera di Lucchetti è ben fatta, scritta in maniera impeccabile, ricca di anedotti, con interviste e opinioni di diversi protagonisti, agile nella consultazione, vivace nella grafica e con bellissime foto a corredo.
In poche parole, per tutti gli amanti del ruolo e indipendentemente dalla fede calcistica, l'opera di Lucchetti è tra quella da tenere sulla libreria di casa perché ci narra la Storia di tanti dei nostri  Numeri 1  preferiti con quel  "valore aggiunto" che è la Passione che rende queste pagine imprescindibili.
Un Ottimo Lavoro.
Complimenti Massimiliano.