Accadde allo Stadio San Paolo di Napoli nel pomeriggio del 14 novembre 1987.
Quel giorno lì l'Italia di Azeglio Vicini affrontava la Svezia in un match decisivo per la qualificazione alla fase finale del Campionato Europeo che si sarebbe disputato in Germania nel giugno 1988.
Un match complicato, contro avversari di livello e, di fatto, uno spareggio per il passaggio alla fase finale.
Quel pomeriggio lì Gianluca Vialli sfornò due autentiche prodezze e, di fatto, fece impazzire di gioia il San Paolo intero proprio come faceva quel "dionisiaco" (come ama definirlo il mio amico Antonio) di Diego Armando Maradona.
Due Gol.
Due Gemme.
Due Splendide Prodezze che illuminarono il pomeriggio di Napoli e riportarono il "sereno" nel team Italia dopo la deludente parentesi di Mexico 1986.
Il GUERIN SPORTIVO in edicola il mercoledì successivo titolò "L'ITALIA S'E' DESTA" con una foto a tutta pagina (la vedete riprodotta sopra) che coglieva Gianluca Vialli nell'atto preciso in cui scossò il tiro del 2-1 decisivo per le sorti dell'incontro.
Sempre lui aveva portato in vantaggio l'Italia al minuto 27, nel corso del primo tempo, con un tiro che, da posizione defilata, al limite del possibile, si infilò sotto l'incrocio del primo palo lasciando di stucco il pur ottimo portiere svedese Ravelli. Un Gol Magnifico.
Arrivò poi il pareggio della Svezia e, poco prima della fine del primo tempo, sempre Vialli, servito in area di rigore da un preciso calcio di punizione di De Agostini, calciò al volo trovando ancora la via della rete.
Nel secondo tempo a nulla valsero i tentativi degli svedesi che andarono a sbattere contro il nostro "Uomo Ragno" Walter Zenga.
L'Italia approdò così alla fase finale di quell'Euro 1988 grazie a Vialli e, se alcuni Cantori del gioco del Bel Tempo Che Fu, tutt'ora vengono ricordati come dei "Maestri del Giornalismo Sportivo" è anche perché avevano una penna capace di raccontare le "cose del Calcio" col loro nome capaci di tramandare le vicende come meritavano di essere ricordate: così raccontò quelle gesta un Grande come Gianni Mura per Repubblica ...
"NAPOLI - Un gran cuore in campo e fuori, così l'
Italia vince la partita, il braccio di ferro e la qualificazione per gli
europei. La Svezia si conferma squadra coriacea e da prendere con le molle, ma
l' Italia ha qualcosa in più, una sorta di felice incoscienza che porta il
ragazzo Vialli a tentare due tiri piuttosto difficili o quasi impossibili e a
indovinarli tutti e due. Li racconto: al 27' Vialli scambia sulla sinistra con
De Agostini e, in posizione decentrata rispetto alla porta - forse l' incerto
Ravelli si aspetta un cross - sgancia un tiro fortissimo sul primo palo. Al 47'
, in tempo di recupero, dalla sinistra De Agostini calcia una lunga punizione a
spiovere verso l' altro lato, Altobelli fa velo ingannando due difensori,
Vialli colpisce al volo di collo pieno, schiacciando il pallone che rimbalza e
si infila sotto la traversa. Quando si parla di spirito, a proposito di questa
squadra, saranno da ricordare questi due gol: bisogna avere un gran coraggio a
tentarli, e Vialli ce l' ha. Lo stesso coraggio mostrato da Vicini nell'
insistere sulle sue scelte, promuovendo la Under e portandola avanti anche
contro il vento delle critiche."
Per me, allora sedicenne, quella copertina del Guerino restò scolpita nella mente per anni, così come me la ritrovo davanti agli occhi ora che questa mi appare come la "Memoria" più vivida del Gianluca Vialli Calciatore.
Un Campione che dimostrò il suo valore portando (in buona compagnia, è giusto ricordarlo) sotto la lanterna il primo scudetto della storia della Sampdoria un po' come Maradona fece con quel Napoli dove si disputò quella gare del novembre 1987.
Ma se mi fermo un attimo a pensare e mi richiudo nella mia "stanza dei Guerini" dove sono conservate le copie di quegli straordinari giornali che mi accompagnarono nell'adolescenza sino all'età adulta la copertina che più amo con Gianluca Vialli protagonista è questa qua sotto ...
GUERIN SPORTIVO EXTRA - NUMERO 52 - fine dicembre sempre di quel 1987 ... il "classico" super-numero doppio che chiudeva l'anno e che il Direttore Marino Bartoletti, (da poco arrivato al timone del guerino) dedicò per l'occasione al trio sampdoriano formato da Mancini, Vialli e Cerezo per l'occasione nelle vesti dei tre Re Magi.
Ecco proprio quella lì resta per me una delle copertine più belle di sempre del Guerin Sportivo e consegnò alla storia l'immagine di questi Campioni, figli di un Calcio che ancora aveva il "volto" umano e che ancora sapeva "mischiare", quasi prendendosi gioco di sé stesso, sacro e profano, arrivando al cuore della gente, e dove spariva ogni differenza tra l'Uomo e il Campione.
Oggi che Gianluca Vialli se n'è andato, proprio nel giorno dell'Epifania, e 36 anni dopo quella foto, non posso non pensare che nel fato vi sia sempre una sorta di beffardo disegno che prima o dopo riporta tutto a casa.
Mentre sto cercando di tenere il passo delle tante (ma tante) copertine che il Guerin Sportivo dedicò a Vialli in quegli anni lì, e di tutte quelle pagine scritte e foto scattate che ho qui con me e che riguardo con nostalgia, penso proprio che siamo stati fortunati, noi, ragazzi degli anni settanta o giù di lì.
Abbiamo visto giocare Gianluca Vialli.
Era, quello, il Nostro Calcio.
Resterà, per sempre, il Nostro Calcio.
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