Dopo aver scritto tantissimo di musica (www.iltonnuto.it) ho iniziato a pubblicare in questo blog i tanti scritti sul calcio messi insieme in quasi 12 anni.
Il calcio visto attraverso gli occhi di un innamorato di questo sport, ... dall'arancione delle maglie dell'Olanda nella finale mondiale del 1978 in Argentina alla passione per il portierone del Belgio Jean-Marie Pfaff, l'eroe della mia infanzia e adolescenza.
Giunge oggi, 29 dicembre 2015, la triste notizia della scomparsa del portiere ceco Pvael Srnicek.
Dopo poco più di una settimana dall'infarto che l'ha colto mentre faceva jogging il cuore del portiere ha smesso di battere oggi.
Di questo validissimo portiere ho vivo il ricordo del suo periodo passato in Italia a difendere i pali del Brescia.
Seppure il suo passaggio in Italia non fu particolarmente fortunato (32 presenze in 2 stagioni a Brescia e 9 presenze in Serie B a Cosenza) Srnicek ebbe modo di mostrare tutto il suo indubbio talento.
Per anni portiere del Newcastle dopo il passaggio in Italia tornò in Inghilterra (Portsmouth e West Ham) prima di proseguire la carriera con la maglia dei portoghesi del Beira-Mar e chiudere col calcio giocato ancora a Newcastle nella stagione 2006/2007.
Per 49 volte è stato titolare della maglia numero 1 della nazionale ceca.
Partecipò alla fase finale dei campionati Europei 1996 in Inghilterra come riserva del titolare Petr Kouba mentre nella fase finale dell'Europeo 2000 che si disputò in Belgio e Olanda Srnicek fu titolare in tutti e tre i match disputati dalla Repubblica Ceca.
Devo la paternità di questo post all'indicazione di un ragazzo marocchino che vende frutta al mercato.
Con lui in una mattina di metà ottobre abbiamo discusso su quale fosse stato il più grande portiere della storia calcistica del Marocco: se, abbiamo convenuto entrambi, il più noto è stato Badou Zaki eroe di Mexico 1986 il ragazzo mi disse che in Marocco non è meno famoso Allal Ben Kassou che fu titolare della maglia numero 1 al mondiale 1970 che si disputò sempre in Messico.
E così è nato questo post su Allal Ben Kassou.
Già portiere della nazionale olimpica che prese parte alle Olimpiadi di Tokyo 1964 Ben Kassou visse momenti di vera gloria allorché la nazionale del Marocco si qualificò per la fase finale del mondiale Mexico 1970.
In quell'occasione il portiere marocchino difese i pali della nazionale in ben due occasioni.
Nella prima gara mondiale al Marocco toccò in sorte la temibile Germania di Maier, Beckenbauer e del bomber Müller.
Un battesimo del fuoco mica da ridere per un portiere.
Il Marocco passò in vantaggio al minuto 21 con una rete dell'attaccante Houmane Jarir dopo un errore del grande Sepp Maier che mancò una presa facile nella sua area di rigore.
I tedeschi accelerarono il gioco e iniziarono a bombardare la porta di Ben Kassou che compì degli autentici miracoli. In particolare fu miracolosa una sua deviazione su un tiro ravvicinato di Müller.
(Allal Ben Kassou esce su Gerd Müller)
Il primo tempo si chiuse così con l'inaspettato vantaggio degli africani.
Nella ripresa i tedeschi, dopo vari tentativi tutti sventati dal grande Kassou, trovarono il pareggio con Uwe Seeler al 56° minuto.
A chiudere i giochi ci pensò il leggendario Gerd Müller che segnò il gol del definitivo 2 - 1 a favore dei tedeschi all'80° minuto di gara.
Nella seconda gara che disputò, il 6 giugno 1970, il suo Marocco era opposto al Perù. La squadra sudamericana era veramente forte a quei tempi e poteva contare sulle gesta leggendarie di un attaccante come Teofilo Cubillas che, nella storia, viene ricordato come l'attaccante più prolifico del Perù.
Ed infatti, quel 6 giugno fu proprio Cubillas a punire per ben due volte Kassou.
Anche in questa occasione, tuttavia, il portiere del Marocco compì più di un miracolo e, per tutto il primo tempo riuscì a mantenere inviolata la sua porta.
Nella ripresa i sudamericani concretizzarono la mole del loro gioco e, alla fine il punteggio fu Marocco 0 Perù 3. Nonostante i tre gol subiti Ben Kassou fu il migliore in campo tra i suoi.
Nella terza (ormai ininfluente) gara contro la Bulgaria il tecnico del Marocco, lo jugoslavo Vidinic Blagoje, fece esordire tra i pali il più giovane Mohamed Hazzaz. L'avventura della nazionale africana finì con un pareggio per 1-1.
Tuttavia Allal Ben Kassou giocò ancora da titolare la successiva Coppa D' Africa 1972 che di disputò in Camerun.
Alla fine della sua gloriosa carriera Ben Kassou, secondo fonti che non mi è stato possibile verificare con certezza, collezionò ben 116 presenze con la maglia della nazionale.
Nel 2006 il suon nome figurò nella lista dei 200 calciatori africani più forti di tutti i tempi.
A conti fatti resta che Allal Ben Kassou può considerarsi una Leggenda del calcio Africano e Mondiale.
(Parate leggendarie di Allal Ben Kassou: 03/06/1970 Germania Ovest - Marocco 2 -1 )
Quella notte si disputò la finale dell'edizione 2004/2005 della Champions League tra il Milan e gli inglesi del Liverpool.
Quella partita entrò nella storia perché, dopo una prima parte di gara dominata in assoluto dal Milan e chiusasi sul 3-0, nella ripresa la formazione inglese riuscì incredibilmente a recuperare portandosi sul 3-3 che fu poi il risultato con cui si conclusero i tempi regolamentari.
Nei tempi supplementari il Milan ebbe sui piedi del suo formidabile attaccante, l'ucraino Shevchenko, la palla per chiudere il match sul 4-3.
La palla buona per l'attaccante rossonero capitò quando il tabellone segnava il minuto 118 di gara.
A poco più di due minuti dalla fine del secondo tempo supplementare Shevchenko colpì di testa verso la porta del Liverpool difesa dal polacco Jerzy Dudek e trovò la risposta del portiere che in tuffo deviò la palla che l'attaccante aveva indirizzato alla sua destra. Tuttavia il polacco non bloccò la palla che così ritornò verso Shevcheko che senza pensarci due volte la colpì con violenza.
Quel tiro sembrò un gol certo senonché Dudek, ancora a terra, alzò il braccio destro e la palla andò ad impattare proprio contro il suo braccio e, con una traiettoria incredibile schizzò verso l'alto finendo la sua corsa oltre la traversa dietro la porta degli inglesi.
Fu una parata d'istinto formidabile.
Qualcuno, a proposito del fatto che Dudek fosse polacco, tirò in ballo il Papa polacco Karol Wojtyla che, morto il 2 aprile di quel 2005, era stato in gioventù un buon portiere e forse aveva vegliato sopra la traversa del suo compatriota Jerzy donandogli quel guizzo che, di fatto, fu la salvezza del Liverpool.
Gli inglesi vinsero poi quella gara ai calci di rigore e sempre grazie ad una prodezza di Dudek che fermò l'ultimo e decisivo tiro del Milan che il destino ancora una volta affidò a Shevchenko.
Il portiere polacco fu l'eroe della notte di Istanbul ed entrò nella storia con certa benedizione del suo conterraneo Karol.
La sera del 13 maggio 1998 a Solna, vicino a Stoccolma, si affrontarono per la finale della Coppa delle Coppe edizione 1997/1998 gli inglesi del Chelsea e i tedeschi dello Stoccarda.
Tra i pali delle due formazioni vi erano due portieri di assoluto valore: l'olandese Ed de Goey a difendere la porta inglese e l'austriaco Franz Wohlfahrt tra i pali dello Stoccarda.
Franz Wohlfahrt, dopo una carriera passata tra i pali dell'Austria Vienna tra il 1981 e il 1996 con 351 presenze, ben 6 scudetti e 4 coppe nazionali, e il premio come calciatore austriaco dell'anno nel 1993 passò a difendere i pali dei tedeschi dello Stoccarda proprio nella stagione 1996/1997.
Nella sua prima stagione in Germania Wohlfahrt continuò a fare quello che aveva sempre fatto sin lì nella sua Austria: cioè vincere.
Grazie anche alle sue parate lo Stoccarda vinse la Coppa di Germania edizione 1996/1997 potendosi così iscrivere alla Coppa delle Coppe per la stagione successiva.
Il 13 maggio in Svezia per il portiere austriaco ed i compagni dello Stoccarda ci fu l'occasione "della vita". Quella cioè di poter iscrivere il proprio nome nell'albo d'Oro di una competizione europea.
Il Chelsea edizione 1997/1998 era targato Italia: con Gianluca Vialli manager e giocatore, Roberto Di Matteo nella mediana e quel mago di Gianfranco Zola assoluto genio e mente pensante dei Blues.
Dall'altra parte i tedeschi con Joachim Löw in panchina potevano contare oltre che sul portiere austriaco anche su gente del calibro di Giovane Elber e Fredi Bobic.
La partita fu tiratissima e Vialli sorprese tutti tenendo Zola in panchina per fare spazio al lungo norvegese Tore Andrè Flo.
Quando al venticinquesimo minuto del secondo tempo, col risultato di 0-0, Vialli si decise a mandare in campo Gianfranco Zola la partita si sbloccò.
Alla prima palla buona e con tutta la rabbia per l'esclusione sin lì patita Zola puntò centralmente la difesa tedesca e fece partire un "missile" che non lasciò scampo a Wohlfahrt: l'orologio segnava il 26° minuto del secondo tempo.
Non ci fu spazio per il recupero tedesco e, così, il Chelsea "italiano" vinse la Coppa delle Coppe.
Un'occasione mancata per Wohlfahrt e tutta la compagnia dello Stoccarda.
Tuttavia il portiere austriaco lasciò in Germania, con le sue 118 presenze totali in quattro stagioni, un ottimo ricordo.
Tornato in patria ancora con l'Austria Vienna per due stagioni fino al 2002 data del ritiro prima del ritorno a qualche partita giocata da portiere-allenatore in serie minori dei campionati austriaci.
Per 59 volte Franz Wohlfahrt ha vestito la maglia di portiere titolare della nazionale austriaca e, meglio di lui, ha fatto solo una leggenda come Friedl Koncilia.
Questo è stato Franz Wohlfahrt: uno degli Eroi del calcio Austriaco di ogni Tempo.