Oggi fa caldo ...
Ma è normale alle 15 del pomeriggio quando il calendario dice che è luglio.
L'anno è il 1986.
Aspetto, ora, come ogni mercoledì dell'anno (sempre a quest'ora), che l'edicola qui in Via Dante apra per poter così stringere tra le mani la mia copia settimanale del "Guerin Sportivo", il mio "Guerin" ... compagno di tante letture ...
Il "Mio" Mundial di Mexico è appena terminato ma, quello che manca ancora all'appuntamento, è l'ultima parte del "Film Del Mundial" dove, per foto, posso rivivere ogni singola emozionante partita di questa stupenda avventura.
Qui all'edicola di Via Dante il "Guerin" arriva sempre al pomeriggio del mercoledì perchè l'Elio, che gestisce la rivendita in centro paese vicino alla stazione lo porta all'edicola gestita dalla mamma, qui sulla mia via, al mezzogiorno, quando torna a mangiare. Così il giornale è disponibile solo alla riapertura pomeridiana.
Certo, potrei andare a prenderlo alla mattina in stazione, almeno in questi mesi estivi nei quali, senza la scuola, la mattina è libera.
Peccato solo che la mattina mi tocca studiare e anche sodo per recuperare i tre esami di riparazione "centrati" al primo anno al Jean Monnet di Mariano Comense. Così spesso alla mattina sono da Michela per recuperare tedesco ... e poi, in fondo, il "Guerin" per tutto l'anno lo prendo il mercoledì pomeriggio. E' un rituale, e come tale, è sacro. Va bene così, anche col caldo pomeridiano di metà luglio.
Fortunato, nella mia passione per la lettura, ad avere l'edicola qui a 200 passi da casa.
Fumetti e Calcio assorbono i tre quarti della paghetta settimanale.
Resta lo spazio di qualche caramella e un ghiacciolo all'oratorio.
Ma sono contento.
Alleno l'anima della mia passione sportiva e l'anima dell'avventura con i fumetti.
Stringo, infine, in mano la mia copia che sfoglio veloce mentre a passi lunghi rientro a casa: sono sempre alla ricerca di qualche foto del mio "Eroe-Mundial", il portiere del Belgio dei Miracoli. il ricciolone Jean-Marie Pfaff.
Ed ecco giungere finalmente qualcosa di davvero bello, molto bello, spalmata su due pagine una spettacolare foto di uno dei "Mastri-Fotografi" del Guerin, Guido Zucchi.
La sua è una foto splendida ma, soprattutto, è una foto a paginata intera.
Un miracolo.
Un dono.
Jean-Marie ritratto in un primo piano preso di spalle con la leggendaria palla "Azteca" dell'Adidas stretta tra i guanti "Reusch" dietro la nuca.
Mi fermo.
Che poi è caldo.
Ma non ci credo.
Due pagine, una foto della "mia" Leggenda.
Al fianco, in un piccolo riquadro, un "mesto" Giovanni Galli sembra andar cercando, per il campo, qualcosa di buono in una sorte per lui avversa sotto il cielo del Mexico.
Ma lo spazio è tutto per Pfaff.
La foto è una "Leggenda".
Da subito.
Solo dopo mi salta all'occhio il titolo dell'articolo "MANI DI VELLUTO"
Il testo di questo articolo ha una firma "Illustre": Vladimiro Caminiti, detto "Camin".
Un Poeta.
Un autentico "Poeta" prestato al giornalismo sportivo.
Qualcuno potrebbe pensare anche ad un "talento sprecato" quello di "Camin", intento a dar bado ai ventidue in mutande che inseguono un pallone: in realtà Caminiti, palermitano di nascita e torinese d'adozione, per la fortuna di noi amanti del Bel Calcio, mette tutta la sua "perizia" al servizio del nostro Sport preferito regalandoci articoli memorabili.
In occasione di questo trattatato, che è in buona sostanza una sorta di bilancio sui portieri visti all'opera a Mexico '86 , Vladimiro Caminiti manifesta tutta la sua "passione" per il ruolo del portiere vergando sul tema splendenti righe che all'inzio ho preso come semplice accompagnamento alla già citata foto del mio Jean-Marie ma che, già dalla terza e prolugata rilettura, prendono vita, forma e si stringono a quella foto come in un abbraccio senza tempo che è così forte da durare per decenni.
Oggi non fa poi così caldo.
Che non è poi molto normale per una sera di luglio.
L'anno è il 2020.
Trentaquattro anni dopo sono cambiate tante cose.
Il "Camin" ci ha lasciati ormai da tanto tempo.
L'edicola in Via Dante non c'è più.
Il Guerin resiste ma non ha più motivo di esserci "l'attesa del mercoledì" ora che la rivista è passata alla periodicità mensile ed si è spenta l'eco del "Bel Calcio".
Ed io, semplicemente, continuo a camminare per la strada tenendo sempre aperta quella pagina datata luglio 1986 ricevendo continuamente sul volto la carezza del tempo e di quelle "mie" uniche e indimenticabili "Mani di Velluto".
Dedicato alla Memoria di Vladimiro Caminti