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mercoledì 15 aprile 2015

Ode a "Don" Eduardo Galeano che raccontò "Splendori e miserie del gioco del Calcio"


Lo scorso 13 aprile se n'è andato lo scrittore uruguagio "Don" Eduardo Galeano.
Anche lui era un ragazzo del 1940.
Anche lui era uno degli "Originali". 
Se devo indicare da 1 a 10 quanto importante sia stata la sua influenza sul  mio modo di scrivere della mia  "passione" calcistica indicherei un 11 abbondante.
Era l'anno 1997 quando uscì la prima edizione italiana del suo "EL FUTBOL A SOL Y SOMBRA" che in italiano fu tradotto in "SPLENDORI E MISERIE DEL GIOCO DEL CALCIO".
Quel libro, che consumai in poche ore e rilessi quattro volte in un mese, è la "Bibbia del Calcio".
Scritto con una competenza invidiabile ed una passione sterminata "SPLENDORI E MISERIE DEL GIOCO DEL CALCIO"  racconta per filo e per segno le storie di calcio di cui Eduardo Galeano   fu diretto testimone.
Nelle pagine di questo libro infinito ho trovato storie già note e preziose e sconosciute vicende tutte quante raccontate con una prospettiva unica. 
Non solo uno sguardo con  la lente rivolta al mondo del calcio ma, più in generale, la visione di campioni e brocchi che escono dalle pagine del libro con tutta la loro umanità che solo un sudamericano come Galeano poteva narrare.
Quel libro lo conservai a lungo...
Poi un giorno venne a trovare mia suocera un suo cugino che, tuttora, è Padre missionario nei pressi di Montevideo.
Così, parlando del più e del  meno,  quel giorno con Padre Rodolfo Bonci ci trovammo a parlare delle leggende del calcio  in Uruguay. 
In breve scesero in campo i vari Ghiggia, Schiaffino, Varela ... insomma, l'A-B-C- della storia calcistica uruguagia ... parlammo del meraviglio stadio di Montevideo chiamato Estadio Centenario e di molte altre cose ancora.
Alla fine di quella giornata regalai a Padre Rodolfo la mia copia del libro Galeano. 
Rodolfo sarebbe tornato a Montevideo dopo pochi giorni e volevo che "riportasse" a casa tutti quegli eroi del Calcio di cui Galeano raccontava nel suo libro.
Anni dopo, nel 2009,  ritrovai sugli scaffali di una libreria quel libro.
E così me lo ricomprai e, tuttora, "SPLENDORI E MISERIE DEL GIOCO DEL CALCIO" accompagna le mie ricerche su fatti e personaggi del mondo del Calcio.
Ma non il calcio in genere ...
No.
Intendo il "Calcio" ... quello con la C maiuscola che racconta Eduardo Galeano e che pochi altri , prima di lui, hanno avuto la capacità di raccontare rendendolo così unico, così vero.

"Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma soltanto di notte, mentre dormivo; durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso nei campetti del mio paese."

"La storia del calcio è un triste viaggio dal piacere al dovere. A mano a mano che lo sport si è fatto industria, è andato perdendo la bellezza che nasce dall'allegria di giocare per giocare. Oggi, il calcio professionistico condanna ciò che è inutile, ed è inutile ciò che non rende. E a nessuno porta guadagno  quella follia che rende l'uomo bambino per un attimo, lo fa giocare come gioca il bambino con il palloncino o come gioca il gatto con il gomitolo di lana: ballerino che danza con una palla leggera come il palloncino che se ne va per l'aria e come il gomitolo che rotola, giocando senza sapere di giocare, senza motivo, senza orologio, e senza giudice."

"E io resto con quella malinconia irrimediabile che tutti sentiamo dopo l'amore, e alla fine della partita."

Addio "Don" Galeano ... Maestro del Racconto del "nostro" Calcio.







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