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domenica 12 ottobre 2014

La scomparsa di Vladimir Beara detto "Il Ballerino"


Lo scorso mese di agosto se n'è andato un altro dei "nostri" eroi.
Uno degli "Orginiali".
Uno di quei portieri che, vista l'epoca in cui giocò, non ho potuto seguire direttamente, ma del quale ho letto diverse storie e che è riportato in tutte le guide di calcio tra i migliori interpreti di tutti i tempi del ruolo di "guardameta".
Vladimir Beara viene considerato il miglior portiere della storia calcistica del suo paese, la Jugoslavia.
E non potrebbe essere diversamente se pensiamo che, per esempio, uno dei suoi rivali dell'epoca, il celebre numero 1 sovietico Lev Yashin (unico portiere vincitore del Pallone d'Oro) lo considerava il miglior portiere del mondo. 
Una carriera nata "quasi" per caso  quando il nostro,  da semplice spettatore a bordo campo,  entrò in tra i pali dopo un allenamento della Hajduk di Spalato  solo perché gli attaccanti della squadra  jugoslava avevano bisogno di un portiere per allenarsi ancora un po' a calciare in porta.
Da quel momento  quel ragazzo, che di mestiere faceva l'elettricista,  e che lavorava in un teatro dove spesso lo si vedeva salire sul palco per assecondare la sua grande passione per il ballo, non uscì più dai pali.
Divenne celebre come Beara "Il Ballerino".
Un portiere leggendario che nel corso dei mondiali del 1954 disputatisi in Svizzera arrivò con i compagni sino ai quarti di finale difendendo alla grande la porta della Jugoslavia muovendosi tra i pali come un vero ballerino con un'eleganza e uno stile che impressionò chi ebbe la fortuna di osservarne le gesta.
Nel mondiale 1958 Beara giocò le prime tre partite del girone di qualificazione ma non fu della partita quando la Jugoslavia venne eliminata dai tedeschi ancora nei quarti di finale, come nel 1954.
Quando nel 1960 si trasferì a giocare in Germania a difendere i pali dell'Alemania Aachen i tifosi tedeschi lo soprannominarono "Il Gatto".
Indipendentemente da come lo si voglia chiamare, a me personalmente, resterà per sempre nel cuore la sua vicenda umana e di portiere e, decisamente preferisco ricordarlo con il più poetico soprannome de "Il Ballerino". 
Nonostante in patria ebbe problemi con il regime militare di Tito, e di fatto dal 1959 fu costretto ad abbandonare la nazionale e lasciare il suo paese per andare a giocare in Germania Beara "Il Ballerino"  rese onore al suo paese e anche per questo non sarà mai dimenticato.
Un poetico e leggendario eroe di un tempo lontano.




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