Visualizzazioni totali

domenica 19 luglio 2015

Ole Qvist e la Danimarca semifinalista ed Euro 1984


Nella fase finale del  Campionato Europeo per nazioni che si disputò in Francia nel giugno del  1984, quindi molto prima che i pali della nazionale danese fossero "blindati" dal Leggendario Peter Schemichel, a difendere i pali dei danesi era Ole Qvist.
Questo portiere, che giocava nel KB di Copenhagen, fu uno dei grandi protagonisti della cavalcata danese in quell'Europeo e, me lo ricordo bene, fu uno dei migliori portieri di quella competizione.
Sorteggiata nel gruppo 1 insieme alla Francia (padrona di casa) e a Jugoslavia e Belgio la formazione danese compì un miracolo qualificandosi per le semifinali.
Dopo la sconfitta patita ad opera dei francesi nella gara inaugurale del torneo per 1-0 i danesi sconfissero con un sonoro 5-0 la Jugoslavia ed arrivarono così allo scontro decisivo contro il Belgio del "mio" Pfaff sulle ali dell'entusiasmo.
Al contrario il Belgio, vittorioso nella prima gara contro la Jugoslavia per 2-0, arrivò alla sfida decisiva con i danesi dopo aver subito un secco 5-0 dai galletti francesi.
La gara tra Danimarca e Belgio si giocò il 19 giugno 1984 a Starsburgo e tra Pfaff e Qvist, due portieri uniti dal nome onomatopeico, la spuntò il più anziano Ole.
La Danimarca vinse per 3-2 e si qualificò così per le semifinali.
La sera del 24 giugno 1984, a Lione, la semifinale tra Spagna e Danimarca fu una sfida epica.
Ancora la ricordo.
Dopo il gol lampo di Lerby che al 7° minuto portò in vantaggio i danesi gli spagnoli presero d'assalto la porta di Qvist che però oppose una strenua resistenza.
Solo al 67° minuto gli spagnoli riuscirono a pareggiare con Maceda.
Così la sfida andò al prolungamento dei tempi supplementari.
E dopo che anche quelli lasciarono invariato il risultato sul 1-1 furono i calci di rigore a decidere chi delle due contendenti avrebbe affrontato la Francia che il giorno prima, a Marsiglia, aveva piegato il Portogallo per 3-2 ai tempi supplementari al termine di un'altra partita "storica".
Dal dischetto sbaglio per primo Laudrup che si vide respingere il rigore dal Leggendario Arconada: ma l'arbitro sentenziò che il portiere spagnolo si era mosso prima del tempo e fece quindi ribattere il rigore che, stavolta, Laudrup realizzò.
Segnarono tutti il loro rigore sinché al quinto tentativo per i danesi Elkjaer-Larsen calciò sopra la traversa di Arconada: lo spagnolo Sarabia segnò il suo rigore e consegnò così la finale alla Spagna.
La Danimarca si sarebbe rifatta nel 1992 ma quella lì è un'altra storia.
Di quella squadra del 1984 ricorderò sempre Qvist ... un signor portiere. Uno degli Originali.


24/6/1984 Danimarca - Spagna 5-6 dopo calci di rigore





sabato 11 luglio 2015

Quando Lev Jascin parò un rigore a Sandro Mazzola



Accadde allo Stadio Olimpico di Roma il 10 novembre 1963.
L'Italia del neo C.t. Edmondo Fabbri affrontò nella gara di ritorno valida per gli ottavi di finale del Campionato Europeo per Nazioni  la Russia del formidabile portiere Lev Jascin detentrice del trofeo.
La gara di andata,  che si disputò a Mosca il 13 ottobre 1963, venne vinta dai russi per 2 reti a 0 nonostante quel giorno allo stadio Lenin i russi giocarono senza il loro portiere titolare: Lev Jascin venne sostituito, nell'occasione, da Ramaz Urushadze.
In virtù del risultato di Mosca nella gara di ritorno la formazione azzurra era chiamata a compiere una autentica impresa per potersi guadagnare la qualificazione.
Tra i pali azzurri giocò a Mosca il portiere William Negri del Bologna mentre a Roma il C.t. italiano Fabbri schierò l'interista Giuliano Sarti.
Al minuto 32 nel corso del primo tempo i russi passarono in vantaggio con una rete di Gusarov.
La nazionale italiana, pur essendo la qualificazione ormai irrimediabilmente compromessa, iniziò allora a prendere d'assedio l'area di rigore della Russia.
L'occasione più ghiotta capitò allorquando l'arbitro dell'incontro, lo svizzero Mellet, concesse all'Italia un calcio di rigore per un netto fallo in area russa.
Dal dischetto degli 11 metri si presentò l'interista  Sandro Mazzola che  era, quel giorno,  alla sua terza presenza azzurra.
Mazzola calciò alla sua destra ma, nel medesimo istante, l'ombra del Ragno Nero coprì tutta la porta. Il  Leggendario Lev Jascin si rialzò da terra con il pallone stretto saldamente tra le sue mani.
L'incredulo Mazzola ancora lo guardava come fosse un marziano.
Al minuto 89 l'"abatino" azzurro Gianni Rivera  si tolse la soddisfazione di battere con un preciso diagonale Jascin regalando così la rete del pareggio all'Italia.
La partita finì così con un pareggio e i 73.000 spettatori sugli spalti dell'Olimpico videro manifestarsi da vicino e con i loro occhi tutta la Grandezza della Leggenda del Ragno Nero: indimenticabile Lev Jascin. Eroe del Calcio Mondiale.



(Roma 10/11/1963 Italia - Urss  1 - 1)

Fotaq "Foto" Strakosha lo "Zoff d'Albania"


Foto Strakosha, classe 1965,  è stato il più forte portiere della storia calcistica dell'Albania.
Con le sue 73 presenze  tra i pali della nazionale Strakosha è il portiere che, nella storia calcistica del suo paese, vanta il maggior numero di presenze.
Strakosha tra il 1990 e il 2005 collezionò queste 73 presenze pur non arrivando mai a disputare alcuna fase finale  né dei Mondiali di Calcio e nemmeno dei Campionati Europei di Calcio.
Portiere forte fisicamente, dotato di buon senso della posizione e agile e plastico come un gatto nei suoi interventi Fotaq Strakosha debuttò tra i pali della nazionale albanese nel maggio 1990 in una gara valida per le qualificazioni alla fase finale del Campionatto Europeo 1992 contro l'Islanda. Il debutto non fu dei più fortunati dato che l'Albania venne sconfitta per 2-0 e Strakosha perse il posto da titolare a vantaggio del più giovane collega Blendi Nallbani  il quale tuttavia non brillò particolarmente andando a prendere 5 reti in Francia nella primavera del 1991.
Strakosha ritornò così  tra i pali della nazionale nel settembre del 1991 in una gara amichevole vinta contro la Grecia per 2-0 e da lì in poi, sino al 2005 il titolare indiscusso della maglia numero 1 fu lui.
La sua ultima partita  a difesa della porta nazionale la disputò nel febbraio del 2005 e quella sua ultima gara contro l'Ucraina terminò con una sconfitta per 0-2.
A livello di club Strakosha giocò in Albania prima nel Minatori Tepelene, quindi nella Dinamo Tirana salvo poi passare, quando il regime comunista cadde anche in Albania,  nella vicina Grecia dove vestì le maglie di diverse formazioni tra cui  Giannina, Asteras, Panionios e Olympiacos.
Fotaq  "Foto" Strakosha si ritirò dal calcio giocato nel 2005 per intraprendere la carriera di allenatore.
Il figlio, Thomas Strakosha, è pronto a seguire le orme del celebre genitore e, dopo essere stato terzo portiere nella Lazio durante la stagione 2014/2015 è da pochi giorni approdato alla Salernitana.
Per lui sarà dura superare il padre.
Fotaq "Foto" Strakosha, una leggenda tra i pali delle "Aquile": lo "Zoff d'Albania".




(Strakosha portiere e ... ballerino)

venerdì 10 luglio 2015

Jim Leighton l'unico e autentico Braveheart


Al Campionato Mondiale di Francia 1998 ricordo che  il portiere  della nazionale scozzese Jim Leighton si presentò tra i pali senza i denti incisivi superiori e con uno spesso strato di vaselina a ricoprire le sopracciglia.
Un "look" assolutamente inusuale per un calciatore professionista.
Ma James "Jim" Leighton, di fatto, è stato un portiere fuori dal comune.
Titolare della maglia numero 1 della nazionale di Scozia in ben tre edizioni del mondiale di Calcio (1986,1990,1994) partecipò come terzo portiere,  senza mai scendere in campo, anche al mondiale di Spagna 1982.
Più somigliante ad un giocatore di rugby che non ad un giocatore di calcio Leighton incarnò nel pieno senso del termine la figura del "Braveheart" scozzese.
Spericolato nelle uscite, deciso e risoluto in ogni occasione, il nostro, si immolò totalmente alla causa che è propria dei numeri 1 e quei denti  incisivi che gli mancavano ai tempi di Francia 1998 erano il biglietto da visita di un "temerario".
Titolare inamovibile della formazione scozzese dell'Aberdeen per dieci stagioni dal 1978 al 1988 nella stagione 1982/1983 Leighton & Company (all'epoca allenati da Sir Alex Ferguson)  salirono agli onori della cronaca per la storica vittoria nella Coppa delle Coppe.
Quindi Leighton seguì Ferguson a Manchester, sponda United, nel 1988. Dopo tre stagioni in maglia United passò (senza fortuna) all'Arsenal prima di far ritorno, nella stagione 1992/1993 in Scozia a difendere i pali del Dundee United.
Quindi l'anno successivo passo a vestire la maglia dell'Hibernian dove rimase titolare fino al 1997.
Chiuse la carriera con le ultime tre stagioni passate lì, all'Aberdeen, dove tutto era cominciato.
Ritornando alle avventure mondiali di Leighton il nostro vestì la maglia da titolare nel mondiale di Mexico 1986 nelle tre sfide perse contro Danimarca (sconfitta per 0-1) Germania Ovest (sconfitta per 2-1) e nell'inutile pareggio finale con l'Uruguay (0-0).
Nel mondiale italiano del 1990 Leighton era tra i pali scozzesi nella gara persa contro il Costarica (0-1), nella vittoria con la Svezia (2-1) e nella sconfitta che costò l'eliminazione alla Scozia patita per opera del Brasile che trovò il gol della vittoria solo al minuto 82 con una prodezza di Muller.
La mancata qualificazione della Scozia al mondiale di Usa 1994 rinviò la settima presenza "mondiale" di Leighton  a quattro anni dopo.
Il 10 giugno 1998 allo stadio Saint-Denis di Francia la storia mondiale per Leighton e la sua Scozia ripartì dal Brasile. Anche questa volta la spuntarono i brasiliani per 2 reti a 1.
Quindi seguì il pareggio per 1-1 contro la Norvegia.
La nona e ultima presenza "mondiale" di Leighton ebbe l'amaro sapore della sconfitta patita per mano del Marocco che piegò la Scozia per 3-0.
Le 91 presenze collezionate con la maglia della nazionale scozzese in quei sedici anni tra il 1982 e il 1998 lo collocano al primo posto tra i portieri. Più presenze del "nostro" con la maglia nazionale le può vantare solo un signore di nome Kenny Dalglish.
Onore, sempre, a James "Jim" Leighton. Un Eroe del suo tempo, Un vero "Braveheart".



(Jim Leighton in action)