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domenica 12 ottobre 2014

Tony Meola: la leggenda del Paisà


Antonio "Tony"  Meola si può considerare il miglior portiere ad aver mai vestito la maglia della nazionale di calcio degli U.S.A. 
Senza dubbio il più leggendario e, con le sue 100 presenze in maglia a stelle e strisce,  il  recordman tra i pali nella storia della nazionale americana di calcio.
Figlio di un immigrato italiano, Vincenzo Meola, Tony è il Paisà che aspettavo con impazienza al suo esordio al mondiale italiano nel 1990.
Il fatto che gli U.S.A. fossero stati  inseriti nel medesimo girone eliminatorio dell'Italia mi consentì, all'epoca, di mettere insieme una notevole mole di materiale sul portiere americano.
Fisico imponente,  (1 metro e 86 per 94 kg)  anche perché allenato a qualsiasi sport, dai più tipicamente americani come  baseball e basket, Meola arrivò al calcio grazie alle attenzioni del coach Bruce Arena che intravide subito in quel ragazzone un "potenziale" campione tra i pali.
Fu così che nel mondiale italiano, in quell'estate del 1990, potemmo ammirare un ottimo portiere, atletico e spettacolare negli interventi quanto preciso ed esuberante nel richiamare i suoi compagni e  nel guidare la sua difesa.
Ma se nel mondiale italiano furono più dolori che gioie, con le 8 reti subite in tre partite (5 dalla Cecoslovacchia all'esordio, 1 dall'Italia e 2 dall'Austria),  Meola fece intendere che gli States potevano contare su di un ottimo portiere in vista del mondiale successivo che si sarebbe svolto proprio negli U.S.A.
Così la cartolina che dall'Italia il "Paisà" Meola si riportò negli States rimandava a chiare lettere al prossimo mondiale, l'occasione buona per far vedere appieno il proprio valore.
Il Tony Meola che si presentò in campo al Silverdrome di Detroit  il 18 giugno 1994 contro la Svizzera nella prima gara degli U.S.A. nel "loro" mondiale era  un portiere ancora più forte. 
Maturato nel temperamento e ancora più atletico di quanto non fosse quattro anni prima, Meola si presentò all'appuntamento mondiale con una bella capigliatura raccolta a "coda di cavallo" che ne caratterizzò l'immagine e lo fece diventare un'icona per i fans statunitensi.
Il fatto di essere stato nominato capitano della formazione statunitense dal coach Bora Milutinovic fu la testimonianza di quanto affidabile fosse Meola.
Dopo il pareggio con gli svizzeri per 1-1 il mondiale degli Stati Uniti prese quota con la vittoria contro la Colombia per 2-1 (con la tragica autorete del colombiano Escobar che verrà assassinato a causa di questo errore) salvo subire poi una battuta d'arresto contro la Romania 0-1.
La sconfitta nella gara finale del girone non pregiudicò il passaggio del turno per gli States ma li relegò al secondo posto nel girone. 
Di lì il passo successivo fu l'incrocio terribile con il Brasile negli ottavi di finale.
I brasiliani penarono non poco di fronte al notevole vigore atletico degli americani. Alla fine di una gara brutta e spigolosa i brasiliani la spuntarono per 1 rete a 0 grazie ad un tiro incrociato di precisione millimetrica del fuoriclasse Bebeto.
Meola e gli U.S.A. furono eliminati.
Dopo essersi dedicato per un po' al football americano, saltando l'appuntamento con il mondiale francese del 1998,  Tony Meola rientrò nel giro della nazionale U.S.A. in tempo per partecipare, seppur come terzo portiere,  alla spedizione mondiale del 2002. 
Ogni volta che vedo sventolare la bandiera americana in un campo di calcio non posso non pensare a lui: Tony Meola  unico, inimitabile, valoroso e leggendario "Paisà".
Il miglior portiere nella storia calcistica degli U.S.A..







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