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domenica 22 ottobre 2023

LA STRAORDINARIA "FINESTRA TEMPORALE" DEI PORTIERI DI CALCIO

 


Michael Quinn, ex portiere professionista irlandese, ha svolto uno straordinario studio sull'abilità di percezione dei portieri di calcio che è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica CURRENT BIOLOGY MAGAZINE nel numero uscito lo scorso 9 ottobre.

In collaborazione con l'Università di Dublino Quinn ha condotto questo studio reclutando sessanta volontari,  tra portieri di calcio, giocatori di altri ruoli e altre persone che non giocano a calcio.

Il risultato della ricerca è stato straordinari ed ha evidenziato la migliore capacità percettivo-cognitiva dei volontari che giocano nel ruolo di portiere.

E' risultato che i portieri riescono a meglio elaborare in poco tempo i segnali  visivi ed uditivi rispetto agli altri calciatori di movimento ed alle altre persone in senso generale. 

Sono stati elaborati i differenti tempi di reazione della cosiddetta "finestra temporale", ossia del tempo che trascorre prima che  il cervello elabori  in un unica percezione integrata  i diversi input trasmessi dai diversi sensi.  Ebbene, sulla base dello studio di Quinn e dei suoi collaboratori dell'Università di Dublino è risultato che dei tre gruppi di studio (portieri, giocatori di movimento, altri volontari non giocatori)  gli estremi difensori  hanno evidenziato una finestra di legame temporale più rispetta degli altri due gruppi.

La specificità del ruolo, che richiede l'elaborazione di più dati nel più breve tempo possibile, al fine di evitare la rete da parte dell'avversario è sicuramente l'elemento determinante di questa diversa e più veloce percezione dei portieri. Quando un avversario colpisce la palla il portiere non solo utilizza le informazioni visive per seguirne la direzione ma elabora nel suono attraverso la percezione uditiva un diverso grado di pericolosità del tiro in base alla distanza e alla forza dello stesso, così  il cervello del portiere integra le informazione visive e uditive in una soluzione unica che dovrebbe essere quella ottimale per effettuare il giusto intervento.

Lo studio di Quinn si chiude con un grande punto di domanda: l'autore e i suoi collaboratori si chiedono cioè se queste abilità percettive dei soggetti volontari  erano già preesistenti nei soggetti stessi e li hanno quindi avvicinati ed indirizzati più naturalmente al ruolo occupato oppure se, le stesse abilità si siano sviluppate a seguito di continui stimoli audio-visivi, attraverso cioè allenamento e gare di gioco.

La risposta arriverà da futuri studi.

Questo il link ufficiale per scaricare il file PDF dello studio per chi volesse ulteriormente approfondire l'argomento:

https://www.cell.com/current-biology/pdf/S0960-9822(23)01130-2.pdf




sabato 14 ottobre 2023

BRETT FORREST "QUALCUNO TRUCCO' LA PARTITA DEL SECOLO": LA PIU' GRANDE TRUFFA DELLA STORIA.

 




A volte ritornano.
A volte non se ne sono mai andati.
Gli incubi delle combine e delle truffe nel mondo del calcio non sono una novità.
La triste verità, tuttavia, ci è stata servita in questa  una nuova "bolla" di calcioscommesse che è scoppiata in questi giorni in Italia.
Voci, smentite, conferme, ridimensionamenti ...  è tutto e il contrario di tutto.
Ma di qualsiasi cosa si stia parlando,  potrebbe (il condizionale è obbligatorio) non essere paragonabile con la storia che Brett Forrest narra nel suo libro inchiesta "QUALCUNO TRUCCO' LA PARTITA DEL SECOLO".
Forrest racconta quanto appreso seguendo, passo dopo passo, le indagini di Chris Eaton già direttore dell'Interpol e ora impegnato in veste di capo della sicurezza della FIFA, in una lotta, impari, contro le bande di truffatori di Singapore e di tutto il sud-est asiatico ma anche  dell'est Europa.
E quello che racconta in queste 250 pagine è, esattamente, la più grande truffa mai organizzata nel mondo del calcio.
Gran parte della storia ruota intorno alla controversa figura di Wilson Perumal che, con buona probabilità, può essere considerato il più grande manipolatore di partite e re del  match-fixing mondiale.
Finito diverse volte in galera Perumal è sempre riuscito a sfangarla e, arrivato in Europa,  è riuscito a guadagnare montagne (non in senso figurato) di denaro truccando o tentando di truccare le partite di diversi tornei, comprese gare della F.A. CUP inglese con la ciliegina sulla torta del periodo d'oro in Finlandia a cavallo tra il  2008 e il 2011.
Forrest, nella sua inchiesta,  è riuscito proprio a contattare Perumal in persona ed ha così avuto modo di avere informazioni di prima mano che hanno reso la stesura del libro una sorta di  "bignami" delle truffe.
Partendo da come sia possibile guadagnare cifre astronomiche da un anonimo e insignificante match amichevole del  26 marzo  2011  tra le nazionali di Kuwait e Giordania  Forrest mette in rassegna tecniche, trucchi e modalità con le quali, dalle tribune stesse dello stadio dove si gioca la gare, partano i "segnali" che determineranno poi il "risultato" finale del match che più aggrada coloro i quali hanno scommesso su questa gara.
Tutto sembra incredibile soprattutto alla luce del fatto che, tutto ciò, avveniva (e avviene)  alla luce del sole, sotto il naso di quelli che (pace loro) dovrebbero contrastare questi fenomeni.
Non ringrazierò mai abbastanza quel mio caro amico che mi ha regalato questo libro e che, di fatto, mi ha guidato in questo labirinto che è il "match-fixing".
Osservo sempre con curiosità e vado cercando per tutti i campionati d'Europa quelle partite che, alla fine del primo tempo, dicono sul tabellone dello stadio  3-0 o 0-3 e  poi, alla fine, immancabilmente arrivano all'incredibile  3-3  finale.
Dalla terribile notte di Istanbul del 25 maggio 2005, da quel 3-0  a favore del mio Milan  che poi venne raggiunto dagli inglesi del Liverpool  sul 3-3, questo risultato finale mi ha sempre ossessionato.
L'ho ritrovato in questi tempi moderni, allorché ho direttamente constatato che proprio questi 3-3 in modalità descritta nonché improbabili 4-3 o 3-4 potrebbero essere la  spia dell'anomalia ... con buona pace del calcio, quello con la "c" minuscola.
Finché la palla continuerà a rotolare su campi dove più forte della stessa scorrono fiumi di denaro ci sarà sempre chi tenterà di indirizzare il risultato a piacimento, sempre con la complicità di qualcuno che, all'atto pratico, farà in modo che così sia.
Amen. 

















ALBERTO COLOMBO E LA VIA JOSE' DA SETUBAL: STORIA DI UNA PASSIONE VERA.

 




Tutta la sua passione per l'allenatore portoghese Josè Mourinho, nata ai tempi del famoso "triplete" con l'Inter,  l'amico Alberto Colombo, detto "Ciapin", ha pensato bene di renderla pubblica dedicandogli, di fatto, la via del comune di Robbiate, dove abita.
Una iniziativa assolutamente fuori dall'ordinario e sintomo, chiaro, di quella sana e unica Folle Passione  per il Calcio che è propria di tutti noi "Calcio-romantici" del Bel Tempo Che Fu.
Ho conosciuto Alberto in occasione della "reunion" delle vecchie glorie del Cabiate Calcio da lui stesso  organizzata in collaborazione con altri amici e, subito ho capito di trovarmi di fronte ad un grandissimo appassionato di Calcio, una storia vissuta sul campo da calciatore e poi da allenatore.
Ci divide, inesorabilmente, la fede calcistica che ci vede seduti sulle due sponde opposte del naviglio milanese, ma ci accomuna, per certo, la Passione "maiuscola"  per il Calcio.
Così quando ho approfondito la conoscenza e ho preso visione della via intitolata all'allenatore portoghese ho detto subito ad Alberto che questa "Gemma" di Passione l'avrei trascritta qui sul mio blog.
Dietro questo gesto di amore vero di Colombo per Mourinho  ho trovato la stessa passione dell'amico Shahan Petrossian che da Los Angeles cura il sito miglior sito di memorie e memorabilia del calcio (Soccernostalgia) oppure, ancora, la stessa dedizione con cui l'amico Marco De Polignol cura la pagina dei fan dello storico Guerin Sportivo su Facebook o ancora la mia stessa passione per i portieri che l'amico Javier Sanz  da Madrid ha raccolto in due splendidi libri.
Insomma, ognuno di noi "Calcio-Romantici"  esprime il proprio amore per il nostro amato sport in maniere differenti ma questa di Colombo, devo dire,  è una di quelle iniziative che lasciano a bocca aperta e che in tanti anni non avevo mai visto.
Sarebbe bello che qualcuno facesse sapere a Josè Mourinho che, oltre alla via a lui intitolata nella sua città natale, Setubal, c'è un'altra  strada che porta il suo nome in quel di Robbiate,  provincia di Lecco, là dove le vie del Signore sono infinite e capita che dopo Vicolo Mughetto a tinte neroazzurre inizi la Via Josè da Setubal.
Storie di Un Altro Calcio.
Il Nostro.

(Alberto Colombo "Ciapin")












sabato 30 settembre 2023

"GIULIANO GIULIANI, PIU' SOLO DI UN PORTIERE" LA STORIA DI GIULIANI RACCONTATA DA PAOLO TOMASELLI

 



Un pugno allo stomaco.
Questo è, in sintesi, il senso che si prova al termine della lettura di queste 208 pagine che, con grande amore e professionalità il giornalista Paolo Tomaselli ha dedicato al portiere Giuliano Giuliani, primo e sinora unico calciatore professionista italiano ad essere deceduto a causa dell'Aids.
Il mio personale ricordo di Giuliani l'ho lasciato in questo blog al post IN MEMORIA DI GIULIANO GIULIANI
Per me Giuliani resterà sempre il portiere con la maglia del Como, quello delle mie prime raccolte Panini degli anni ottanta,  quello con quei riccioli che me lo rendevano familiare anche se poi, la sua carriera, decollerà molto lontana dalle rive del Lario e arriverà al culmine della vittoria in Coppa Uefa e dello Scudetto con la maglia del Napoli all'epoca di Maradona. 
Nel suo libro, Paolo Tomaselli, parte dal racconto di una lettera che lui stesso, da ragazzino, aveva scritto a Giuliani, il suo idolo, e che non gli ha mai consegnato.
Ora quell'atto di amore sincero diventa lo spunto per narrare la storia del calvario di Giuliani.
PIU' SOLO DI UN PORTIERE  racconta con precisione l'ascesa al vertice del calcio nazionale di Giuliani  ma è nella "parabola discendente" che Tomaselli  compie ogni sforzo per mettere insieme tutti i tasselli di una vicenda che, da misteriosa, si fa via via più chiara.
Il portiere, una volta accertata la positività all'Aids,  viene  completamente abbandonato dal mondo del calcio. 
I fasti e le feste del passato,  che raccoglievano intorno agli eroi di quell'epopea napoletana delle stagioni 1988-1989 e 1989-1990, vengono spazzate via in un attimo, come è in un attimo, di debolezza, che cambia per sempre la vita di Giuliani.
Tomaselli lo racconta, e non fa sconti. A nessuno.
Racconta per filo e per segno quel periodo finale della carriera di Giuliani quando, in forza all'Udinese, con già la diagnosi ormai nota, trovò solo nella famiglia del Patron Pozzo quel briciolo di umanità che il resto del mondo del calcio da lì in poi gli avrebbe negato.
Sono amare le pagine finali di Tomaselli. 
Racconta del portiere, ormai solo osservatore di calcio per conto dei Pozzo, che negli stadi viene spesso evitato, ignorato, come se non esistesse, un fantasma. 
Fanno riflettere queste pagine e mettono in discussione un mondo che, anche allora, nel 1996 viaggiava con un tasso di ipocrisia almeno pari ai milioni di lire che gli giravano intorno.
Racconta, Tomaselli, del giorno del funerale e di quegli unici due calciatori che presenziarono alla cerimonia:  Luca Mattei (ex compagno ai tempi del Como) e Rodolfo Vanoli (ex compagno all'Udinese). Dirà proprio Mattei a Tomaselli "Ci siamo guardati attorno e ci siamo fatti un po' schifo a vedere quel vuoto". 
Un senso di desolazione.
PIU' SOLO DI UN PORTIERE è un libro da leggere.
Non ve lo dimenticherete più.



(PAOLO TOMASELLI PRESENTA IL LIBRO "GIULIANO GIULIANI, PIU' SOLO DI UN PORTIERE)





 




mercoledì 20 settembre 2023

IL BUIO SOTTO LA LANTERNA: LA SAMP SENZA IL "DOC" AMEDEO BALDARI

 




Ho avuto la fortuna, un giorno, di poter conoscere e stringere la mano al Dottor Amedeo Baldari, storico medico sociale della Sampdoria. 
Un incontro che devo alla straordinaria gentilezza di un Grande Amico.
Un incontro di quelli che lasciano il segno.  
Perché Baldari è un vero Gentiluomo di altri tempi. Un autentico Signore.
Seppur per poco tempo, in quell'occasione,  ho avuto la fortuna di parlare di Calcio con un Uomo che ha visto tutta la parabola gloriosa del club blucerchiato.
Attivo nella Samp  sin dal 1985, Baldari è stato prima assistente del medico sociale Andrea Chiapuzzo salvo poi diventare responsabile medico a decorrere dal 1995.
In 38 anni di Sampdoria Baldari ha visto passare giocatori straordinari,  allenatori  carismatici ed eccentrici, e anche diversi presidenti, ma lui è sempre stato lì, affidabile al punto di divenire, egli stesso, più di tanti giocatori passati per la doria, un vero  idolo dei tifosi.
Quei tifosi che, nel 2019,  per far sentire al DOC tutta la loro vicinanza in un momento delicato della sua vita gli dedicarono lo striscione che pubblico qui sotto.



Di Baldari si narra di quando, una sera,  salvò un turista  mentre la squadra era in ritiro a Moena o, ancora, di quando entrò in campo per soccorrere il giocatore Flachi prima ancora che l'arbitro si accorgesse che il calciatore aveva perso conoscenza e quindi lo autorizzasse ad entrare sul terreno di gioco.
Tutti aneddoti, tutte storie che,  trovandosi di fronte  all'uomo in carne ed ossa,  si stendono perfettamente  a prendere la misura  di questo Uomo di una gentilezza e disponibilità uniche e che sono proprie a tutti quei  "DOC"  di altri tempi, persone che curano il corpo sì, ma che fanno prima star bene l'anima.
Così quando le "Gazzette" lo scorso mese di luglio hanno riportato la notizia che dopo 38 anni  la Sampdoria del "nuovo corso" di Pirlo avrebbe fatto a meno dei "servizi" del DOC  ho pensato di aver letto male, di aver capito male.
Ed invece è andata proprio così.
Questo Calcio è sempre meno Romantico, sempre meno credibile, sempre meno, meno tutto.
Quando in una società sportiva hai una persona come il DOC  Baldari e non riesci a trovare un modo per  poter far continuare a risplendere la luce che la sua anima emana beh,  quello che ti può succedere è di ritrovarti ad un certo punto al buio, pur stando sotto una lanterna.
Viva il DOC. 
Sempre!!! 


 





giovedì 14 settembre 2023

LA "ROMANTICA" REUNION DELLE VECCHIE GLORIE DEL CABIATE CALCIO

 



(Foto di gruppo -  Reunion Cabiate Calcio - 10-09-2023)



E' parte della Storia di molti fra noi che le idee, quelle "romantiche",   nascano baciate  dalla luce della luna in un sera di mezza estate. 
Ed è  così anche per  questa  "Storia di Calcio Romantico": la scintilla dell'idea è  nata da una conversazione tra ex giocatori del Cabiate Calcio  (ai tempi del C.G. CABIATE CALCIO)  in una sera di luglio presso il Ronco Gigi.
Alberto Colombo (Ciapin), Adriano Minotti (Mino)  ex giocatori con l'ausilio di  Marco Capra sono i protagonisti e gli organizzatori materiali di questa (prima) storica Reunion delle Vecchie Glorie del Cabiate Calcio degli anni 80 / 90 / 2000.
Poco prima della partenza per le vacanze estive leggevo, abbastanza incuriosito,  i  primi avvisi che preannunciavano l'evento in divenire dalle pagine social dove Colombo in modo molto  appassionato  esponeva la sua splendida idea.
Non vi è dubbio alcuno che quest'idea sia una di quelle  "romantiche" per eccellenza così come è chiaro che solo persone "appassionate" siano poi in grado di tradurre l'idea primordiale  in un evento che, concretamente,  ha messo insieme per il giorno designato  una cinquantina di persone (tra atleti, ex dirigenti, ex accompagnatori e via dicendo).  Devi saper trascinare la gente, devi avere la passione e quel sacro fuoco dentro per spostare le persone, toglierle,  a volte,  dalla loro comodità e portarle di nuovo... su un campo di Calcio ... non sempre è facile. Ma loro ce l'hanno fatta.
Dalla mia "postazione di vantaggio", qui in via Baracca dove abito, e proprio davanti alle  sede del vecchio campo di gioco di quel C.G. CABIATE CALCIO che Fu, devo ammettere di aver seguito distrattamente il percorso della formazione cabiatese nel corso degli anni. 
Ho visto la storia del club passare negli anni, nei giocatori.
Seguivo con attenzione i "miei" portieri  e quindi ho presente bene il percorso degli amici Marco e Adriano, seguivo anche gli amici con i quali si giocava a calcetto nel  leggendario campo di pattinaggio dell'oratorio e quindi gli amici Baccaro, Raffa, Marco e suo fratello Paolo, Davide Galimberti  e via via altri tra i più giovani della formazione Cabiate bianco, quella dei "Giuin" mentre conosco molto poco della maggior parte degli amici del Cabiate blu, i "Veci" capitanati proprio da Colombo (Ciapin) che avrò visto sicuramente giocare dalle finestre di casa più di una volta ma che non mi sono familiari come i miei coetanei o giù di lì.
E' con grande curiosità, quindi, che la mattina di domenica 10 settembre mi sono recato al nuovo campo sportivo comunale di via Buozzi dove adesso giocano i ragazzi del ASD FC CABIATE.
Con le squadre già in campo e alla ricerca di una postazione all'ombra di uno spietato sole ho trovato posto in cima agli spalti dell'impianto sportivo.
Proprio in quell'attimo lì, quando la palla era al centro del campo con le squadre pronte al calcio di inizio,  ho realizzato  che l'ultima volta che avevo  visto diversi di questi ragazzi in campo con la maglia del Cabiate indosso il calendario era fermo sugli anni novanta e  io li osservavo sempre da una postazione "in altura", nelle domeniche in cui giocavano in casa dalla mitica "montagnetta" dell'oratorio di Cabiate in cerca di notizie per le mie cronache delle gare interne che poi trovavano spazio sul Cittadino nelle pagine che allora venivano dedicate a Cabiate.
Molti tra quelli che leggeranno queste righe se la ricorderanno la "montagnetta".
La leggendaria "montagnetta" teatro delle storiche salite all'albero della cuccagna e sfondo naturale del presepe vivente la sera dalla vigilia di Natale o ancora pista da sci nei giorni successivi alla grande nevicata del 1985. Un luogo fisico allora,  un luogo nell'anima e del cuore ora.
Sì, proprio al calcio di inizio di questa splendida Reunion,  mi sono rivisto su quella montagnetta a fare un po' il "portoghese" scroccando qualche scampolo di partita di quel Cabiate che giocava nel campo in Via Baracca insieme agli amici della compagnia del Bel Tempo Che Fu e mi sono davvero emozionato.
I ragazzi in campo hanno dato tutto quel che avevano, compatibilmente con gli acciacchi che ad ognuno il tempo ha portato, l'impegno che hanno profuso è stato esemplare.
Ho visto i "miei" portieri in uno stato di forma ottimo. Sempre loro, sempre uguali, come erano in quel di Via Baracca, in quel dei loro numerosi San Luigi, sempre due grandi ragazzi. 
Una nota di merito all'arbitro Christian Gerosa che, per l'occasione, è stato nominato "Concetto il Bello" e che davvero è stato un valore aggiunto a  questo match. Impagabile.
La gara è finita ai rigori dopo che i tempi regolamentari si sono chiusi sul risultato di 1 a 1 con reti di Mantovani per i "Giuin" e pareggio su rigore proprio di Ciapin Colombo per i "Veci" a pochi secondi dalla fine.
Dalla lotteria dei rigori sono usciti vincitori i "Veci" che hanno esibito per l'occasione un portiere "volante", Livio, che ha sostituito più che degnamente  Minotti infortunatosi sul finire della gara.
In conclusione posso affermare che  la Reunion è stata una bella mattinata di "Calcio Romantico",  un evento davvero ben organizzato che in nome dell'amicizia legata anche ad un certo senso di appartenenza ad una "maglia",  appartenenza ad una causa, alla passione per lo sport, ha riunito dopo tanti anni questo gruppo di amici.
Complimenti davvero a Colombo, Minotti e Capra per questa idea divenuta una bellissima realtà e che,  senza dubbio,  è da rendere "evento seriale" nell'occasione della festa patronale dei prossimi anni.
Ne converrà di sicuro anche Salvatore D'Ordia, attuale Presidente del  FC CABIATE, che ha aperto all'evento le porte di "casa sua",  e che sarà  stato ben contento di vedere come il valore del CABIATE CALCIO non ha limite di spazio, nel tempo. 
Che i ragazzi di oggi prendano esempio dai ragazzi di ieri.
Complimenti a tutti.



Grazie ad Alberto Colombo e Marco Capra per avermi fornito un ottimo supporto e  le foto dell'evento.






(Cabiate Blu - I "Veci")



(Cabiate bianco - I "Giuin")



(I due portieri  Marco Conti e Adriano Minotti)



(L'arbitro "Concetto il Bello" Christian Gerosa)






La carrellata completa della Reunion è visibile al link qui sotto.

https://www.comuneinrete.it/cabiate/galleria-fotografica-cabiate/galleria-foto-cabiate/album-foto-reunion-vecchie-glorie-cabiate-calcio-80-90-00.php?fbclid=IwAR2OfMibFt79RsPmeScStUaSMEMWnnxWVvvSiJdHDFzeksCf7pJcvgXBy4U















sabato 15 luglio 2023

MASSIMO MORALES - "L'OMBRA DEL MISTER"

 




In 510  - brillanti -  pagine  Massimo Morales racconta la sua vita nel mondo del Calcio in questa sua biografia titolata "LOMBRA DEL MISTER".
Per chi, come me, ha sempre avuto nel "Guerin Sportivo"  la principale fonte di approvvigionamento di notizie sul mondo del Calcio, il nome di Morales è familiare, come quello di tutti i collaboratori che, negli anni, hanno contribuito a rendere grande la rivista di calcio più antica del mondo.
Morales, sulle pagine del Guerin, raccontava le vicende della Bundesliga e ci portava così dentro il mondo del calcio tedesco con competenza e dovizia di particolari.
Già allenatore delle giovanili del Bayern e poi secondo di Giovanni Trapattoni sempre al Bayern nella stagione 1994-1995  Morales ha poi avuto brillanti esperienze sempre in Germania con il Fortuna Dusseldorf e il Waldholf Manheim ed ha allenato in giro per mezzo mondo dall'Olanda alla Svizzera, dall'Ungheria agli Stati Uniti.
Al "mio" Milan ha prestato servizio come scouting negli anni d'oro dell'epopea berlusconiana, prestando poi servizio anche per il Napoli ed allenando in Italia club come Potenza, Rondinella, Varese.
Morales, nel corso della sua lunga carriera nel mondo del Calcio ha potuto confrontarsi con quelli che, in passato erano stati i suoi idoli, come per esempio l'olandese Cruijff  ed ha imparato importanti lezioni di Calcio da un personaggio unico nel suo genere come Giovanni Trapattoni, l'unico e vero "Trap Nazionale".
In questo libro, tuttavia, Morales si misura con temi che vanno oltre il Calcio in quanto tale: la sua visione di tutto è filtrata attraverso un'umanità ed una sensibilità che a tratti, nel libro, lascia interdetti. Morales mette all'indice modi di fare e di intendere le cose del Calcio che sono contro i principi morali ed etici della vita stessa, rilevando e rivelando, contraddizioni e usanze che sono proprie di un mondo che non precisamente adatto a Uomini di Parola.
Vi è amarezza in talune pagine ma vi è anche la considerazione di aver sempre inteso il  Calcio con un proprio senso di Etica che, al di là di titoli e meriti, riconosce nel comportamento dell'Uomo il vero Valore Aggiunto dell'Allenatore.
Arrivato alla fine di queste 510 pagine ho provato un senso di gratitudine verso Massimo Morales perché nelle pieghe di questa sua biografia ha tracciato di netto un ritratto del "Sistema Calcio" che non è affatto facile sentire esprimere dagli addetti ai lavori.
L'OMBRA DEL MISTER è la storia della vita di un Ragazzo che si è fatto Uomo in un mondo spesso popolato da  omini ...
Grande Mister.
Sempre. 


domenica 21 maggio 2023

"QUEL ROMA - LIVERPOOL DI UN MERCOLEDI' DA CANI 30 MAGGIO 1984"

 



Primo  libro scritto dal giornalista RAI Massimiliano Graziani   "QUEL ROMA-LIVERPOOL DI UN MERCOLEDI' DA CANI  30 MAGGIO 1984" è stato edito da Limina nel 2009  ed è uno stupendo  resoconto di una delle finali di Coppa Campioni  più "amare" della storia del Calcio dell'italico stivale.
Questo libro me lo sono regalato per il mio 52mo compleanno in questo mese di maggio del 2023, quasi 39 anni dopo quella partita.
In questa stagione calcistica che volge al termine,  nel corso della quale la voce di Graziani mi è arrivata spesso e volentieri dalle frequenze di TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO del sabato pomeriggio ho trovato dentro le pieghe di questo libro le "coordinate umane" di questo Grande Giornalista.
Graziani racconta la storia di quella partita, di quella notte, in maniera davvero sentita: ci porta dentro la sua vita, dell'epoca,  partendo dal momento in cui, in piena notte, con il fratello esce di casa per mettersi in coda ad acquistare i biglietti per assistere alla finale sino ad arrivare al terribile momento in cui il tiro dell'inglese Kennedy mette fine al sogno di vedere la Roma campione d'Europa.
Nel leggere le sue righe mi è chiaramente ritornata alla mente quella triste serata che vissi, all'epoca tredicenne e già super-tifoso del Milan, da tifoso in prestito alla causa della Roma, che poteva laurearsi campione d'Europa.
In questo blog ho già raccontato la vicenda  vissuta dal mio punto di vista nel seguente post:   http://allafinedelprimotempo.blogspot.com/2014/05/bruce-grobbelaar-e-la-danza-degli.html
Tutto quanto ritorna nelle pagine di Graziani  che hanno  lo straordinario merito di "fermare" per sempre il tempo di quelle vicende in queste stupende righe.
Vi è  pura poesia in questo libro e, anche se la storia non ha lieto fine, è chiaro che  l'amore di Massimiliano  Graziani per il Calcio e per i racconti di Sport in genere, è passato anche da questo "calvario" sportivo  che ha sicuramente contribuito a formarne una coscienza umana superiore alla media.
Stupenda anche la prefazione vergata da Bruno Pizzul  che coglie appieno il senso del libro di Graziani e ne elogia  la sentita prosa.
Un libro da leggere. 
Da amare.

 

sabato 6 maggio 2023

"QUEL MAGGIO" ... 33 ANNI DOPO DIEGO

 

(GUERIN SPORTIVO 17 - 25/4 - 1/5  1990 -)



"La dogana rimane Maradona. A parità di impresa, questo Napoli è più forbito e tornito del suo, ma il suo lo avrebbe battuto. Perché Diego è Diego."

ROBERTO BECCANTINI  (Guerin Sportivo  5 - Maggio 2023)


La sintesi evidenziata dal pensiero del "Mitico Beck"  stampata nero su bianco sull'ultimo numero del Guerino in edicola è la sintesi di una Storia, quella del Napoli di Diego, che è diventata Leggenda nel momento stesso in cui accadeva e, tale è rimasta dopo 33 anni e, tale, rimarrà nei secoli a venire.
Ci sono poi le nuove leve, le nuove generazioni, quelle  che Diego non l'hanno mai visto in azione in "presa diretta" e per  quali, giustamente,  la gioia del "primo Scudetto del Napoli" nella vita resterà legata per sempre ai vari Osimhen, Kvaratskhelia, Di Lorenzo & Co.
In mezzo a tutto ciò fa una certa impressione constatare che sono già passati 33 anni da quel magico maggio 1990  che regalò  all'Italia del Calcio tutte e tre le Coppe Europee: il Milan vinse la Coppa Campioni, la Sampdoria vinse la Coppa delle Coppe e la Juve vinse la Coppa Uefa. 
A Napoli arrivò il secondo scudetto della  sua storia e, di lì a poco, sarebbero arrivati anche i Mondiali delle "Notti Magiche", quelle di Italia 1990 e della Nazionale probabilmente più bella di sempre.
La copertina del Guerin di cui sopra, ripresentata dall'allora direttore del Guerino Marino Bartoletti sulla sua pagina Facebook nei giorni scorsi, io me la ricordo bene.
Erano, quelli, i giorni del massimo splendore del Nostro Calcio che il Guerino ha avuto il merito di "raccontare" in quegli articoli, cronache e fotografie che, oggi, sono la Storia.
Nel Maggio di oggi, 33 anni dopo Diego,  il Napoli ha vinto il suo terzo Scudetto e le squadre italiane sono ritornate protagoniste in Europa portando quattro squadre nelle semifinali delle Coppe: in premessa parrebbe tutto ben apparecchiato per replicare quel "Migliore anno della Nostra Vita Calcistica"  senonché, riavvolgendo il nastro della memoria, si avverte chiaramente l'assenza  di quella "polvere di Magia" che, presente sulla copertina  del "mio" Guerin numero 17 del  1990, è facile chiamare con il suo nome: "nostalgia". 





domenica 23 aprile 2023

"SAN" -MARIE PFAFF IL (PRIMO) "MIGLIOR PORTIERE DEL MONDO" DEL 1987

 



Accadde nel pomeriggio del 25 aprile 1987, al Ruhrstadion di Bochum.
Al sessantesimo minuto della gara tra i padroni di casa del Bochum e il Bayern Monaco con il risultato di 1 a 1  il portiere belga dei bavaresi, Jean -Marie Pfaff, parò un calcio di rigore al giocatore del Bochum Jupp Nehl. Esattamente due minuti dopo, al minuto 62 un gol di Lothar Matthäus portò in vantaggio il Bayern.  La parata del portiere belga sul calcio di rigore fu la scossa che, di fatto, diede il via all'azione della vittoria per i bavaresi. Una vittoria che avvicinò sempre più il Bayern allo storico "decimo" titolo.

Solo pochi giorni prima, il 22 aprile, il portierone belga aveva esibito tutto il suo straordinario repertorio in quella storica semifinale di Coppa dei Campioni contro il Real Madrid allo stadio Bernabeu, partita della quale ho già raccontato e che potete trovare al seguente link: http://allafinedelprimotempo.blogspot.com/2014/11/la-notte-in-cui-jean-marie-pfaff-fece.html   

Nelle pagine dedicate ai campionati esteri del GUERIN SPORTIVO numero 18 che uscì la settimana successiva alla gara di quel 25 aprile 1987  nello spazio dedicato alla BUNDESLIGA, a pagina 99,  campeggiava in bell'evidenza quel titolo che mandai a memoria: "SAN MARIE PFAFF" con il dettagliato resoconto dell'impresa del portiere belga.  In quello stesso "magico" numero fu pubblicato il resoconto della gara del Bernabeu di Madrid.

 

In quel mese di aprile del 1987 si certificò quello che poi sarebbe stato il verdetto che portò all'elezione di Jean-Marie Pfaff a "Miglior portiere del Mondo"  per quell'anno. 
Per la prima volta nella storia del calcio mondiale, l'Istituto di Storia e Statistica del Calcio Mondiale, l'IFFHS, certificò nero su bianco, con il voto di esperti provenienti da paesi di tutto il mondo, chi fosse il miglior portiere dell'annata calcistica.

 

Ad aprire la strada a questa classifica annuale,  in quell'anno di grazia 1987, il "Mio"  eroe belga, in quelle giornate della mia "meglio gioventù" che ricordo con grande affetto, l'affetto che si deve a quel Nostro Calcio ... del Bel Tempo che Fu. 

 


 


TRATTO DA:  GUERIN SPORTIVO  N. 18 - 29 APRILE / 5 MAGGIO 1987





 


lunedì 27 febbraio 2023

QUANDO L'INGLESE PETER SHILTON GIOCO' CON LA MAGLIA DELLA SCOZIA

 



Accadde il pomeriggio di sabato 27 maggio 1989 presso l'Hampden Park di Glasgow.
Quel giorno lì le nazionali di Scozia ed Inghilterra si affrontarono in un match valevole per la Rous Cup edizione 1989.
Giunto negli spogliatoi dello stadio il "veterano" Peter Shilton, portiere di lungo corso della nazionale inglese, si rese conto di avere a disposizione per quella gara una maglia di colore blu scuro praticamente identica alla maglia di gioco della nazionale scozzese, il kit della Umbro che, all'epoca, vestiva la nazionale inglese non prevedeva varianti sul tema.
Si rese necessario, quindi, un cambio della casacca del portiere inglese che, tuttavia, non ne aveva altre a disposizione.
Il problema venne risolto con un "compromesso storico": il portiere di casa, l'altrettanto leggendario, Jim Leighton, prestò al collega inglese una delle sue maglie.
Fu così che,  all'ingresso in campo delle squadre,  destò grande stupore vedere Shilton con indosso una casacca con lo stemma della Scozia sul petto.
I due portieri giocarono, quindi, la gara con indosso la medesima maglia.
La partita  venne risolta,  a favore degli inglesi, da due reti realizzate da Chris Waddle e Steve Bull.
Per Shilton, dopo la tribolazione iniziale a causa della maglia, e nonostante il risultato finale favorevole alla sua nazionale, fu un pomeriggio di gran lavoro che, il nostro, sbrigò con la solita classe ed eleganza.
Un pomeriggio che, per questo piccolo contrattempo,  finì, di diritto, nelle cosiddette "Jersey Stories".



(27/05/1989  SCOZIA - INGHILTERRA 0 -2)