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sabato 30 settembre 2023

"GIULIANO GIULIANI, PIU' SOLO DI UN PORTIERE" LA STORIA DI GIULIANI RACCONTATA DA PAOLO TOMASELLI

 



Un pugno allo stomaco.
Questo è, in sintesi, il senso che si prova al termine della lettura di queste 208 pagine che, con grande amore e professionalità il giornalista Paolo Tomaselli ha dedicato al portiere Giuliano Giuliani, primo e sinora unico calciatore professionista italiano ad essere deceduto a causa dell'Aids.
Il mio personale ricordo di Giuliani l'ho lasciato in questo blog al post IN MEMORIA DI GIULIANO GIULIANI
Per me Giuliani resterà sempre il portiere con la maglia del Como, quello delle mie prime raccolte Panini degli anni ottanta,  quello con quei riccioli che me lo rendevano familiare anche se poi, la sua carriera, decollerà molto lontana dalle rive del Lario e arriverà al culmine della vittoria in Coppa Uefa e dello Scudetto con la maglia del Napoli all'epoca di Maradona. 
Nel suo libro, Paolo Tomaselli, parte dal racconto di una lettera che lui stesso, da ragazzino, aveva scritto a Giuliani, il suo idolo, e che non gli ha mai consegnato.
Ora quell'atto di amore sincero diventa lo spunto per narrare la storia del calvario di Giuliani.
PIU' SOLO DI UN PORTIERE  racconta con precisione l'ascesa al vertice del calcio nazionale di Giuliani  ma è nella "parabola discendente" che Tomaselli  compie ogni sforzo per mettere insieme tutti i tasselli di una vicenda che, da misteriosa, si fa via via più chiara.
Il portiere, una volta accertata la positività all'Aids,  viene  completamente abbandonato dal mondo del calcio. 
I fasti e le feste del passato,  che raccoglievano intorno agli eroi di quell'epopea napoletana delle stagioni 1988-1989 e 1989-1990, vengono spazzate via in un attimo, come è in un attimo, di debolezza, che cambia per sempre la vita di Giuliani.
Tomaselli lo racconta, e non fa sconti. A nessuno.
Racconta per filo e per segno quel periodo finale della carriera di Giuliani quando, in forza all'Udinese, con già la diagnosi ormai nota, trovò solo nella famiglia del Patron Pozzo quel briciolo di umanità che il resto del mondo del calcio da lì in poi gli avrebbe negato.
Sono amare le pagine finali di Tomaselli. 
Racconta del portiere, ormai solo osservatore di calcio per conto dei Pozzo, che negli stadi viene spesso evitato, ignorato, come se non esistesse, un fantasma. 
Fanno riflettere queste pagine e mettono in discussione un mondo che, anche allora, nel 1996 viaggiava con un tasso di ipocrisia almeno pari ai milioni di lire che gli giravano intorno.
Racconta, Tomaselli, del giorno del funerale e di quegli unici due calciatori che presenziarono alla cerimonia:  Luca Mattei (ex compagno ai tempi del Como) e Rodolfo Vanoli (ex compagno all'Udinese). Dirà proprio Mattei a Tomaselli "Ci siamo guardati attorno e ci siamo fatti un po' schifo a vedere quel vuoto". 
Un senso di desolazione.
PIU' SOLO DI UN PORTIERE è un libro da leggere.
Non ve lo dimenticherete più.



(PAOLO TOMASELLI PRESENTA IL LIBRO "GIULIANO GIULIANI, PIU' SOLO DI UN PORTIERE)





 




mercoledì 20 settembre 2023

IL BUIO SOTTO LA LANTERNA: LA SAMP SENZA IL "DOC" AMEDEO BALDARI

 




Ho avuto la fortuna, un giorno, di poter conoscere e stringere la mano al Dottor Amedeo Baldari, storico medico sociale della Sampdoria. 
Un incontro che devo alla straordinaria gentilezza di un Grande Amico.
Un incontro di quelli che lasciano il segno.  
Perché Baldari è un vero Gentiluomo di altri tempi. Un autentico Signore.
Seppur per poco tempo, in quell'occasione,  ho avuto la fortuna di parlare di Calcio con un Uomo che ha visto tutta la parabola gloriosa del club blucerchiato.
Attivo nella Samp  sin dal 1985, Baldari è stato prima assistente del medico sociale Andrea Chiapuzzo salvo poi diventare responsabile medico a decorrere dal 1995.
In 38 anni di Sampdoria Baldari ha visto passare giocatori straordinari,  allenatori  carismatici ed eccentrici, e anche diversi presidenti, ma lui è sempre stato lì, affidabile al punto di divenire, egli stesso, più di tanti giocatori passati per la doria, un vero  idolo dei tifosi.
Quei tifosi che, nel 2019,  per far sentire al DOC tutta la loro vicinanza in un momento delicato della sua vita gli dedicarono lo striscione che pubblico qui sotto.



Di Baldari si narra di quando, una sera,  salvò un turista  mentre la squadra era in ritiro a Moena o, ancora, di quando entrò in campo per soccorrere il giocatore Flachi prima ancora che l'arbitro si accorgesse che il calciatore aveva perso conoscenza e quindi lo autorizzasse ad entrare sul terreno di gioco.
Tutti aneddoti, tutte storie che,  trovandosi di fronte  all'uomo in carne ed ossa,  si stendono perfettamente  a prendere la misura  di questo Uomo di una gentilezza e disponibilità uniche e che sono proprie a tutti quei  "DOC"  di altri tempi, persone che curano il corpo sì, ma che fanno prima star bene l'anima.
Così quando le "Gazzette" lo scorso mese di luglio hanno riportato la notizia che dopo 38 anni  la Sampdoria del "nuovo corso" di Pirlo avrebbe fatto a meno dei "servizi" del DOC  ho pensato di aver letto male, di aver capito male.
Ed invece è andata proprio così.
Questo Calcio è sempre meno Romantico, sempre meno credibile, sempre meno, meno tutto.
Quando in una società sportiva hai una persona come il DOC  Baldari e non riesci a trovare un modo per  poter far continuare a risplendere la luce che la sua anima emana beh,  quello che ti può succedere è di ritrovarti ad un certo punto al buio, pur stando sotto una lanterna.
Viva il DOC. 
Sempre!!! 


 





giovedì 14 settembre 2023

LA "ROMANTICA" REUNION DELLE VECCHIE GLORIE DEL CABIATE CALCIO

 



(Foto di gruppo -  Reunion Cabiate Calcio - 10-09-2023)



E' parte della Storia di molti fra noi che le idee, quelle "romantiche",   nascano baciate  dalla luce della luna in un sera di mezza estate. 
Ed è  così anche per  questa  "Storia di Calcio Romantico": la scintilla dell'idea è  nata da una conversazione tra ex giocatori del Cabiate Calcio  (ai tempi del C.G. CABIATE CALCIO)  in una sera di luglio presso il Ronco Gigi.
Alberto Colombo (Ciapin), Adriano Minotti (Mino)  ex giocatori con l'ausilio di  Marco Capra sono i protagonisti e gli organizzatori materiali di questa (prima) storica Reunion delle Vecchie Glorie del Cabiate Calcio degli anni 80 / 90 / 2000.
Poco prima della partenza per le vacanze estive leggevo, abbastanza incuriosito,  i  primi avvisi che preannunciavano l'evento in divenire dalle pagine social dove Colombo in modo molto  appassionato  esponeva la sua splendida idea.
Non vi è dubbio alcuno che quest'idea sia una di quelle  "romantiche" per eccellenza così come è chiaro che solo persone "appassionate" siano poi in grado di tradurre l'idea primordiale  in un evento che, concretamente,  ha messo insieme per il giorno designato  una cinquantina di persone (tra atleti, ex dirigenti, ex accompagnatori e via dicendo).  Devi saper trascinare la gente, devi avere la passione e quel sacro fuoco dentro per spostare le persone, toglierle,  a volte,  dalla loro comodità e portarle di nuovo... su un campo di Calcio ... non sempre è facile. Ma loro ce l'hanno fatta.
Dalla mia "postazione di vantaggio", qui in via Baracca dove abito, e proprio davanti alle  sede del vecchio campo di gioco di quel C.G. CABIATE CALCIO che Fu, devo ammettere di aver seguito distrattamente il percorso della formazione cabiatese nel corso degli anni. 
Ho visto la storia del club passare negli anni, nei giocatori.
Seguivo con attenzione i "miei" portieri  e quindi ho presente bene il percorso degli amici Marco e Adriano, seguivo anche gli amici con i quali si giocava a calcetto nel  leggendario campo di pattinaggio dell'oratorio e quindi gli amici Baccaro, Raffa, Marco e suo fratello Paolo, Davide Galimberti  e via via altri tra i più giovani della formazione Cabiate bianco, quella dei "Giuin" mentre conosco molto poco della maggior parte degli amici del Cabiate blu, i "Veci" capitanati proprio da Colombo (Ciapin) che avrò visto sicuramente giocare dalle finestre di casa più di una volta ma che non mi sono familiari come i miei coetanei o giù di lì.
E' con grande curiosità, quindi, che la mattina di domenica 10 settembre mi sono recato al nuovo campo sportivo comunale di via Buozzi dove adesso giocano i ragazzi del ASD FC CABIATE.
Con le squadre già in campo e alla ricerca di una postazione all'ombra di uno spietato sole ho trovato posto in cima agli spalti dell'impianto sportivo.
Proprio in quell'attimo lì, quando la palla era al centro del campo con le squadre pronte al calcio di inizio,  ho realizzato  che l'ultima volta che avevo  visto diversi di questi ragazzi in campo con la maglia del Cabiate indosso il calendario era fermo sugli anni novanta e  io li osservavo sempre da una postazione "in altura", nelle domeniche in cui giocavano in casa dalla mitica "montagnetta" dell'oratorio di Cabiate in cerca di notizie per le mie cronache delle gare interne che poi trovavano spazio sul Cittadino nelle pagine che allora venivano dedicate a Cabiate.
Molti tra quelli che leggeranno queste righe se la ricorderanno la "montagnetta".
La leggendaria "montagnetta" teatro delle storiche salite all'albero della cuccagna e sfondo naturale del presepe vivente la sera dalla vigilia di Natale o ancora pista da sci nei giorni successivi alla grande nevicata del 1985. Un luogo fisico allora,  un luogo nell'anima e del cuore ora.
Sì, proprio al calcio di inizio di questa splendida Reunion,  mi sono rivisto su quella montagnetta a fare un po' il "portoghese" scroccando qualche scampolo di partita di quel Cabiate che giocava nel campo in Via Baracca insieme agli amici della compagnia del Bel Tempo Che Fu e mi sono davvero emozionato.
I ragazzi in campo hanno dato tutto quel che avevano, compatibilmente con gli acciacchi che ad ognuno il tempo ha portato, l'impegno che hanno profuso è stato esemplare.
Ho visto i "miei" portieri in uno stato di forma ottimo. Sempre loro, sempre uguali, come erano in quel di Via Baracca, in quel dei loro numerosi San Luigi, sempre due grandi ragazzi. 
Una nota di merito all'arbitro Christian Gerosa che, per l'occasione, è stato nominato "Concetto il Bello" e che davvero è stato un valore aggiunto a  questo match. Impagabile.
La gara è finita ai rigori dopo che i tempi regolamentari si sono chiusi sul risultato di 1 a 1 con reti di Mantovani per i "Giuin" e pareggio su rigore proprio di Ciapin Colombo per i "Veci" a pochi secondi dalla fine.
Dalla lotteria dei rigori sono usciti vincitori i "Veci" che hanno esibito per l'occasione un portiere "volante", Livio, che ha sostituito più che degnamente  Minotti infortunatosi sul finire della gara.
In conclusione posso affermare che  la Reunion è stata una bella mattinata di "Calcio Romantico",  un evento davvero ben organizzato che in nome dell'amicizia legata anche ad un certo senso di appartenenza ad una "maglia",  appartenenza ad una causa, alla passione per lo sport, ha riunito dopo tanti anni questo gruppo di amici.
Complimenti davvero a Colombo, Minotti e Capra per questa idea divenuta una bellissima realtà e che,  senza dubbio,  è da rendere "evento seriale" nell'occasione della festa patronale dei prossimi anni.
Ne converrà di sicuro anche Salvatore D'Ordia, attuale Presidente del  FC CABIATE, che ha aperto all'evento le porte di "casa sua",  e che sarà  stato ben contento di vedere come il valore del CABIATE CALCIO non ha limite di spazio, nel tempo. 
Che i ragazzi di oggi prendano esempio dai ragazzi di ieri.
Complimenti a tutti.



Grazie ad Alberto Colombo e Marco Capra per avermi fornito un ottimo supporto e  le foto dell'evento.






(Cabiate Blu - I "Veci")



(Cabiate bianco - I "Giuin")



(I due portieri  Marco Conti e Adriano Minotti)



(L'arbitro "Concetto il Bello" Christian Gerosa)






La carrellata completa della Reunion è visibile al link qui sotto.

https://www.comuneinrete.it/cabiate/galleria-fotografica-cabiate/galleria-foto-cabiate/album-foto-reunion-vecchie-glorie-cabiate-calcio-80-90-00.php?fbclid=IwAR2OfMibFt79RsPmeScStUaSMEMWnnxWVvvSiJdHDFzeksCf7pJcvgXBy4U