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domenica 28 agosto 2016

La fine dell' A.C. MILAN perso nell'orizzonte di un futuro passato.


"IO SONO IL FUTURO": questo era (in sintesi)  il motto con cui, nei primi mesi del 1986,  Silvio Berlusconi si presentava come salvatore del glorioso A.C. MILAN.
La storia di quel passaggio di consegne tra la gestione di Giussi Farina e quella del Berlusca io la seguivo, passo a passo, dalle pagine del leggendario settimanale GUERIN SPORTIVO.
Direttore del Guerino era  Italo Cucci che già nel gennaio 1986 partiva con una copertina così:



Era metà gennaio e già veniva prospettato il futuro della società rossonera. 
L'arrivo di Silvio Berlusconi "C'est Bon!".
Mai titolo fu più profetico. D'altronde Italo Cucci era ed è uno dei Veri Maestri di un certo modo di fare il Giornalista.
La copertina del Guerin n. 28/1986  (metà luglio) raccontava già di come sarebbe stata la storia di lì a venire. Berlusconi e Agnelli come  Rockerduck e Paperon De Paperoni erano l'emblema dell'Italia che nel Calcio (ma non solo in quello) era quella del BENGODI ! Anni ricchi. In tutti i sensi. 
E se il calcio era il termometro del paese, diciamo che il paese stava bene. Quanto bene si stava lo si riesce forse a capire bene solo oggi, che il BENGODI è finito.
Il ciclo della storia del A.C. MILAN che prese avvio il 18 luglio 1986 (data della storica prima presentazione della squadra dell'era Berlusconi) è qualcosa che resterà per sempre nella storia del Calcio Mondiale.
Quel giorno lì cambiò davvero la storia del Calcio.
Niente di tutto ciò si era mai visto prima. Tutti  ne avrebbero poi copiato il "Sistema". Ma "UNO" è quello che fa la Storia e, semmai, gli altri vi si possono - più o meno bene - accodare.
Quella storia lì è appena stata ripresa dal Magazine della Gazzetta dello Sport - SportWeek che ha dedicato al fatto la copertina del numero  dello scorso 16 luglio.


L'Era Berlusconi, quella del Milan Stellare,  quella del geniale Arrigo Sacchi che cambiò il gioco del Calcio di lì a venire... tutto questo era rinchiuso in quella frase "IO SONO IL FUTURO".
Ed io, allora ragazzetto, che dalle pagine del Guerino seguivo tutta l'Epopea, passo a passo,  vedevo divertito il Mio MILAN vincere in ogni dove "imponendo" il proprio Calcio  come un nuovo "Dogma Assoluto".  Mi divertivo un sacco.
Ma quello di cui allora non mi accorgevo era il fatto che, quell'orizzonte tracciato dal motto "IO SONO IL FUTURO"  lo stavo vivendo  in uno splendido ed irripetibile presente. Ed il presente oggi e il passato di domani,
E così il declino è arrivato con la crisi che ha colpito mezzo mondo occidentale. 
Declino dapprincipio solo Economico che ha ridotto male l'Italia del BENGODI.
E nel Calcio, lo specchio del paese, i Campioni iniziavano a transitare sempre più di rado. Meno soldi, meno Presidenti disposti a spendere soldi  ("Padroni del Vapore" come li definiva il Guerin Sportivo).
La fine del "Mio" A.C. MILAN è arrivata esattamente 30 anni dopo. Berlusconi, ormai avanti con l'età, sempre più alle prese con le volontà dei figli-eredi, con sempre meno possibilità di investire nella sua "creatura" ha, infine, ceduto la società. 
"IO SONO IL FUTURO" è diventato il motto di un ricordo di un futuro ormai già passato.
Sempre il GUERIN SPORTIVO, ma quello di oggi Agosto 2016, nelle pagine sempre illuminate di Roberto Beccantini spiega quale sarà il futuro a venire: in buona sostanza il pallino è passato nelle mani di chi ha ancora soldi che avanzano da poter  spendere appresso ad un gioco. 
Così dai ricchi presidenti italiani che spesso spendevano a vanvera  (cit. I PADRONI DEL VAPORE) ora siamo passato ai ricchi presidenti cinesi che di calcio non capiscono forse nulla ma che ci tengono al Marchio delle nostre squadre che è più questione di merchandising e marketing - appunto- che di calcio. Per il mitico Beck loro sono il nuovo del calcio che avanza: sono i "LICCHI SCEMI".
In mezzo a tutto ciò il mio A.C. MILAN, per come lo intendevo io, non esiste più. 
E' una scatola vuota con un bel  Marchio Sopra.
Attendo, prima della fine,  di poter rivedere un giorno la scatola finire nuovamente tra le  mani "italiche" di qualche Nuovo Berlusconi.
Sarebbe una bella Cosa. 
Sarebbe magari il segno che il Paese s'è ripreso e che la moneta ricomincia a circolare.
Sarebbe il futuro sognato in un presente ... desolato.