Accadde il 3 settembre 1989 allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro.
Quella notte il Brasile padrone di casa e il Cile si affrontarono per una gara di qualificazione al mondiale di Italia 1990.
La gara era determinante per i cileni che si sarebbero qualificati al mondiale italiano solo con la vittoria.
Ai brasiliani, viceversa, sarebbe bastato anche un pareggio.
La gara si presentava, quindi, ad "alto rischio" vista la posta in palio ma anche la storica rivalità tra le due formazioni.
Dopo un primo tempo senza particolari emozioni che si concluse sul risultato di 0 - 0 all'inizio della ripresa il Brasile passò in vantaggio grazie ad una rete di Antonio Careca (storico bomber del Napoli).
Dopo pochi minuti dagli spalti volò in campo un petardo che esplose a diversi metri dal portiere cileno Antonio Roberto Rojas detto "El Cóndor".
Quando il fumo si fu diradato Rojas giaceva a terra con le mani al volto.
Un profonda cicatrice nella zona parietale della fronte e tanto sangue ovunque fecero temere il peggio.
Il portiere cileno subito soccorso dai compagni fu portato grondante di sangue negli spogliatoi.
I cileni, per voce del loro capitano Fernando Astengo, rifiutarono di ritornare in campo e così la gara fu sospesa.
Ma non solo: i cileni presentarono formale esposto alla F.I.F.A. chiedendo la vittoria a tavolino.
I brasiliani, dal canto loro, dopo il grande spavento per l'incidente, iniziarono a nutrire più di un dubbio sull'incidente accorso a Rojas.
I dubbi dei brasiliani vennero dissipati in toto dalle riprese televisive che dimostrarono in maniera chiara come il petardo fosse scoppiato ad una distanza tale, dal portiere cileno, che era impossibile pensare o ipotizzare che potesse essere stato la causa del taglio in fronte.
Roberto Rojas fu così convocato dalla F.I.F.A. a Zurigo: gli venne contestata la simulazione d'infortunio e, mentre il Brasile ebbe partita vinta a tavolino, per "El Cóndor" la sentenza fu inappellabile: squalificato a vita.
Vennero radiati anche diversi componenti dello staff medico della nazionale cilena per aver coperto l'infamia compiuta dal loro portiere e la nazionale cilena venne sospesa a tempo indeterminato da qualsiasi manifestazione sportiva.
Solo nel 1990 il portiere cileno confessò di essersi ferito da solo, quella notte maledetta, utilizzando una lametta da barba che aveva appositamente nascosto all'interno dei suoi guanti in attesa del momento più propizio per mettere in scena la grande farsa.
Dall'altra parte della barricata, in questa vicenda, divenne una celebrità anche Rosenery Mello, cioè la tifosa brasiliana che lanciò in campo il famoso petardo che in patria fu ribattezzata la "Fogueteira do Maracanã".
La ragazza colse al volo l'attimo di popolarità e allettata da una buona proposta economica finì per posare nuda per Playboy avendo l'onore di finire anche in copertina nel novembre del 1989.
La vita di Rosenery Mello finì tragicamente nel 2011 quando un aneurisma celebrale ne causò la morte: aveva solo 45 anni.
Nel frattempo, nel 2001, per Antonio Roberto Rojas arrivò la grazia concessa dalla F.I.F.A. e così "El Cóndor" rientrò nel mondo del calcio.
Tuttavia la sua parabola umana, così come quella della Mello, resterà per sempre segnata da quella maledetta truffa del Maracanã.
(03-09-1989 Brasile- Cile)