Accadde a Boston il 5 luglio 1994.
In quel giorno lì per la sfida valida per gli ottavi di finale del Mondiale di Calcio USA 1994 l'Italia di Arrigo Sacchi affrontò la squadre delle Aquile: la Nigeria allenata dall'olandese Clemens Westerhof che nel precedente mese di aprile si era aggiudicata la Coppa D'Africa.
Una formazione, quelle delle aquile, ricca di talenti con alle spalle un portiere, che in quell'occasione fu anche il capitano, di nome Peter Rufai, che il padre, Re di una tribù nella zona di Lagos, aveva destinato ad essere suo successore.
Un portiere "regale"nel senso letterale del termine.
Tuttavia il giovane Rufai rifiutò la corona di principe della tribù e se ne partì per l'Europa ad inseguire il suo sogno di diventare un portiere professionista nel vecchio continente approdando dapprima in Belgio e poi in Portogallo e Spagna diventando titolare della maglia numero 1 della Nigeria con la quale disputerà 65 partite ufficiali.
Quel pomeriggio del luglio 1994 Rufai mantenne inviolata la sua porta per 88 minuti prima di capitolare sotto il geniale colpo del Divin Codino, Roberto Baggio.
La Nigeria era passata in vantaggio al minuto 26 con Amunike e il pareggio di Baggio a due minuti dalla fine dei tempi regolamentari scacciò un incubo, quello dell'eliminazione, che attanagliò tutti i tifosi azzurri incollati davanti alla televisione.
Al minuto 100 ancora Roberto Baggio, questa volta su rigore, riuscì a battere Rufai e consentì così alla nazionale italiana di passare ai quarti di finale.
Per le Aquile della Nigeria e Peter Rufai l'appuntamento "mondiale" si sarebbe ripresentato il 13 giugno 1998 quando, per la prima gara del girone D del mondiale di Francia, a Nantes, la Nigeria sconfisse a sorpresa la Spagna per 3 reti a 2.
Il cammino delle Aquile proseguì con una vittoria contro la Bulgaria per 1 a 0 e con una sconfitta con il Paraguay per 3 a 1.
Negli ottavi di finale, il 28 giugno 1998, allo Stade de France Rufai e la Nigeria salutarono il mondiale perdendo contro la Danimarca per 4 a 1.
Quella di quel giorno allo Stade de France fu l'ultima apparizione di Peter Rufai tra i pali della nazionale delle Aquile.
Due anni dopo, a fine giugno del 2000 Rufai, allora in forza al Gil Vicente in Portogallo, concluderà la sua carriera agonistica vissuta sempre da grande professionista, lui che era degno di essere Re.
Nato nell'agosto del 1963 Peter Rufai ha lasciato questo mondo lo scorso giovedì 3 luglio 2025 lo stesso giorno del giovane e talentuoso attaccante portoghese Diogo Jota.
Un post a lui dedicato l'avrei voluto scrivere tanto tempo fa.
Insieme ad altri quattro o cinque nomi, il suo, faceva parte della mia lista di quegli Eroi del mio Bel Calcio che fu dei quali ancora dovevo mettere traccia in questo blog.
Il Tempo non mi ha dato Tempo.
Addio "Principe".