Ai tempi del mondiale di Mexico 1986 Gilbert Bodart era il terzo portiere della comitiva belga dietro al leggendario Jean-Marie Pfaff e a Jackie Munaron.
Estroso e valente portiere dello Standard di Liegi in quel decennio tra il 1985 e il 1995 fu nominato in ben quattro anni miglior portiere del campionato belga (1984/1985 1985/1986 1991/1992 e 1994/1995).
E considerando che nel medesimo periodo in Belgio giocava anche Michel Preud'Homme (che in quello stesso decennio vinse pure lui per quattro anni consecutivi la palma di miglior portiere del campionato belga -dal 1987/1988 al 1990/1991) si può intuire bene quanto alto fosse il livello di capacità richiesto per arrivare a giocare tra i pali dei "diavoli rossi".
Bodart era nella comitiva del Belgio anche in occasione del mondiale di Italia 1990 ma nemmeno in quella occasione riuscì a giocare alcun incontro.
Dopo quindici anni con la maglia dello Stardard di Liegi squadra nella quale debuttò da titolare proprio soffiando il posto a Preud'Homme quando quest'ultimo patì la sospensione per una storia di calcio-scommesse, nella stagione 1996/1997 Bodart fece una fugace apparizione in Francia tra i pali del Bordeaux salvo rientrare subito in patria la stagione successiva passata ancora a difendere i pali del "suo" Standard.
Nella stagione successiva, con somma gioia mia e dei tifosi del Brescia Gilbert Bodart approdò in Italia a difendere i pali della squadra lombarda che militava nel Campionato di Serie B.
Superfluo affermare che, nonostante fosse approdato in Italia a 36 anni suonati, il portiere belga fece subito la differenza e anche grazie alle sue parate nella seconda stagione con la maglia del Brescia festeggiò la risalita della squadra nella Serie A.
Tuttavia Bodart non giocò la stagione successiva nel massimo campionato italiano.
Nel corso dell'estate si trasferì al Ravenna restando così a giocare nella serie cadetta.
Dopo poche apparizioni nella stagione 2000/2001 con la maglia del Ravenna Bodart rientrò in patria e, tra i pali del Beveren, nella stagione 2001/2002 a quarant'anni suonati decise di smettere con il calcio giocato.
Singolare la coincidenza per cui, pur stretto tra due mostri sacri come Pfaff e Preud'Homme (che alla fine gli lasciarono la miseria di 12 gettoni di presenza con la maglia nazionale nell'arco di un decennio) Bodart iniziò la carriera nello Standard approfittando, come detto, del passo falso di Preud'Homme per poi finire la carriera in quel Beveren che fu il trampolino di lancio di Jean-Marie Pfaff: un triangolo di numeri 1.
Iniziata la carriera di allenatore Bodart non ritrovò più la fama e lo smalto che aveva tra i legni della porta e, nel 2008, finì addirittura in galera dopo essere stato accusato di complicità con una banda di malviventi.
Uscito di prigione tentò di riprendere la via buona trovandosi un lavoro come cameriere e, certamente, tra una portata e l'altra avrà ripensato ai bei tempi passati a difendere la rete del suo Standard... quando non era ancora il tempo della redenzione.
(07/06/1995 Bodart in una delle rare apparizioni con la maglia del Belgio)