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venerdì 13 maggio 2016

Ode a Carletto anima & cuore del Sogno della Pallacanestro Cabiate

(Il mitico Carletto)

Io e il basket non ci siamo mai amati.
Non mi è mai entrato nel dna, non riesco ancora adesso a capire come facciano gli arbitri a fischiare  i "passi". Faccio fatica a vederli. E di solito per me  è "passi" quando quelli intorno  a me si alzano e urlano all'arbitro "PASSI!!!". Concordo sempre.
Ma questa storia, che è di basket, per me è una storia di passione più che altro. 
Ed entra nella galleria delle storie di "ALLA FINE DEL PRIMO TEMPO" perché è una storia "romantica".

Le 22 di sera del 6 maggio del 2016.
E' la sera del mio 45° compleanno. Ma è anche la sera di gara 1 delle semifinali dei playoff di basket per conquistare un posto in serie C. La nostra "Pallacanestro Cabiate" gioca in casa contro la formazione mantovana del Sustinente.
Arrivo al palazzetto di Via Paolo VI dopo aver abbandonato in fretta e furia la festecciola del compleanno. La gara è già iniziata da un bel pezzo.
Quando arrivo non c'è un buco - uno - per parcheggiare il mezzo. Un pienone del genere lo ricordo solo in occasione delle feste di fine anno dell'asilo o della scuola quando, al palazzetto, convergono genitori, nonni, zii ... e si fa il pienone.
Devo parcheggiare praticamente in una via di mezzo tra casa mia e il campo da basket. 
Fossi partito a piedi direttamente da casa avrei impiegato lo stesso tempo.
Questa sera di maggio è bella. Quasi calda. Cosa imprevista in questa pazza primavera. 
Mano a mano che mi avvicino il "calore" del tifo cabiatese si fa sempre più incalzante.
Il "palazzo" è una bolgia. Sta per finire il secondo quarto.
Tutto intorno è una festa. Tra cori e tamburi e il bandierone bianco-azzurro che sventola a mille. 
E' a tutti gli effetti uno spettacolo incredibile. Veramente da pelle d'oca. Tanta gente così intorno alle vicende della squadra di basket non s'era mai vista. Uno Spettacolo!
Trovo un buco e mi ci metto.
Soffriamo. Come spesso è accaduto in quest'annata straordinaria.
Perdiamo. Come invece è successo molto raramente.
Ma è sempre festa lo stesso. Cori e applausi continuano. La sconfitta in mezzo a tanta passione diventa un insignificante dettaglio. I numeri con la passione hanno poco a che vedere.
Passo a riprendere la macchina e in quel momento lì tra il profumo intenso del fiorire delle prime robinie realizzo che questo è stato un Sogno. Tutta questa gente. La Passione, tanta ... tutto un unico grande Sogno che, devo ammettere, non mi appartiene molto in quanto spettatore "occasionale" & spesso "distratto". 
Ma faccio "mio" il senso di gratitudine - per aver messo assieme tanta passione - verso l'amico Carletto Allievi che, di questo Sogno è il Signore Assoluto.
Cito lui, che di questa squadra della Pallacanestro Cabiate è il Coach, ma penso anche al grande Giò, al mitico Bucci, a Davide che, con il passare delle partite ho visto sempre lì sul "pezzo". Sempre lì presenti a far sì che il viaggio (Sogno) continuasse.
Era il lontano 1985 quando incrociai la mia vicenda umana con quella del Carletto. Nel cesto del destino finimmo insieme al Jean-Monnet di Mariano Comense. E poi di lì in avanti contiamo le partitelle di basket e calcetto all'oratorio ai tempi della nostra "Meglio Gioventù" ... una conta che canta. Infinita. E tante altre occasioni e storie e serate e bevute sempre lì tra l'oratorio e le mura del campo di calcio qui di fronte a casa mia. 
Siamo cresciuti così col tempo passato a "sperimentare" un po' la vita.
Nel 1992 proprio Carlo con Giò,  Bucci, Davide &  molti altri amici fondano la PALLACANESTRO CABIATE.
Gente che vive la passione per il basket come una religione. 
Gente fatta di una pasta che, possiamo dire, è quella bella e buona di una volta.
Anni di sacrifici. Di tempo dedicato a questa splendida creatura che nel tempo è diventata una GRANDE FAMIGLIA.
Sempre credendoci più degli altri. 
Perché il motto non può che essere quello: "CREDERCI".
Altrimenti le cose possono morire. Anche prima di cominciare.
Così,  24 (!) anni dopo, quando all'inizio della stagione 2015/2016,  la PALLACANESTRO CABIATE viene ripescata per il campionato di serie D (aveva perso un drammatico spareggio per passarci nel giugno 2015) il motto "CREDERCI" sembra essere destinato al conseguimento di una tranquilla salvezza. 
Invece.
Invece, come succede a chi ci "CREDE",  il Carletto & i suoi Ragazzi  mettono insieme un filotto infinito. Sono imbattibili. E in breve tempo il numero degli "affezionati"  cresce a dismisura.
Accanto allo zoccolo duro che aveva sostenuto la squadra già dalla stagione precedente  si crea un nucleo coeso e compatto di "Bella Gioventù" che macina passione, con la voce, coi cori, coi tamburi, con le trombette, con le sciarpe, con le bandiere. 
Osservarli in queste varie occasioni è stato davvero vedere la Passione allo specchio. 
E questa è un bella cosa. Una cosa straordinaria. Creare un momento di aggregazione che coinvolge tanti cabiatesi,  dai più piccoli ai più vecchi,  è una cosa che veramente  non ha prezzo. Pensateci e ditemi se non è vero.
E così sulle ali dell'entusiasmo la squadra vola. Si classifica ai playoff per la promozione in C e passa il primo turno contro il Brusuglio battuto sia in casa che in trasferta.
Il viaggio si fermerà nel turno successivo, alle semifinali. 
Dopo la sconfitta del 6 maggio a Cabiate la Sustinente passa il turno vincendo tra le mura amiche.
Il Sogno si ferma nel mantovano  ... ma a noi restano negli occhi le istantanee di una cavalcata  incredibilmente Fantastica e Appassionante.
Il Sogno continua ...  fondamentalmente perché  è di chi ci "CREDE".

(Il tifo ... a Cabiate )


P.S. Un sentito Grazie a Francesco Iasenza per la gentile concessione delle sue splendide foto. Nell'arco della stagione le sue immagini sono state spesso i "miei occhi". Grazie.














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