Ottorino Piotti è stato uno degli eroi della mia infanzia.
Portiere spettacolare e preciso negli interventi più acrobatici dopo aver disputato diversi campionati nell'Avellino approdò al "mio" Milan nella stagione 1980/1981 l'anno, funesto, della prima serie B (quella dell'illecito sportivo).
Subito impose la sua classe e, anche grazie alle sue parate il Milan vinse il campionato di Serie B e ritornò subito nella massima serie.
In totale collezionò 112 presenze con la maglia rossonera prima di passare, nell'ottobre del 1984, all'Atalanta.
La vita al Milan non fu affatto facile nell'ultima stagione, dovendo dividere la maglia da titolare con Giulio Nuciari, il quale a parere mio, non aveva il talento naturale di Piotti.
Con gli orobici Piotti giocherà 120 parite sino alla stagione 1989-1990 causando di sicuro più di un pentimento nei dirigenti milanisti che lo cedettero troppo frettolosamente.
Tutto quanto di buono aveva fatto veder tra i pali rossoneri venne confermato nelle stagioni vissute a Bergamo: grazie anche alle sue strepitose parate gli orobici raggiunsero un traguardo storico. Infatti nella stagione 1987/1988 pur militando in serie B l'Atalanta raggiunse la semifinale di coppa dell Coppe dove venne sconfitta dai belgi del Malines del talentuoso portiere Michel Preud'homme.
Tuttora l'impresa di quell'Atalanta, di mister Mondonico e Ottorino Piotti, è rimasta ineguagliata. Nessuna formazione partecipante a campionati cadetti ha mai raggiunto un simile traguardo nelle competizioni europee.
La carriera di Ottorino Piotti finisce nella stagione 1990-1991 allorchè il nostro in forza al Genoa colleziona le sue ultime 3 presenze in massima serie.
Nel cuore dei tifosi milanisti resterà il ricordo di un portiere coi fiocchi che, purtroppo per lui, arrivò in una momento particolarmente difficile dal punto di vista della storia societaria.