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domenica 16 marzo 2025

ODE A BRUNO PIZZUL "CANTORE" DEL MIO CALCIO MIGLIORE"

 



Devo a Bruno Pizzul la stragrande maggioranza  dei ricordi delle mie emozioni calcistiche.
Gli devo una grande fetta di quella gioia di quel Bel Tempo Che Fu.
Di quel Calcio che tutti noi, nati nei primi anni  settanta, portiamo dentro il cuore e che, sempre, mettiamo come termine di paragone quando partiamo a raccontare di quel Calcio ai più giovani.
Lego alla sua voce i ricordi di quel sole e di quel cielo azzurro del "mio" mondiale più bello, quello del 1986, il Messico, quello di Maradona e Pfaff, quello che, per l'Italia, portò alla fine dell'era Bearzot.
E di lì tutta la straordinaria epopea  del "mio" Milan, quello di Sacchi,  la mia prima Coppa Campioni, che ho ritrovato in quel filmato youtube che riporto qua sotto e del quale ringrazio l'autore Rinaldo Morelli che l'ha ideato ben prima che il nostro Pizzul se ne andasse dimostrando, con questo, di essere uno che, come me, è riconoscente a questo grande telecronista per essere stato, per davvero, il "Cantore del nostro Calcio Migliore".
E poi via ancora, col tempo, coi ricordi, col passare degli anni e delle nostre esperienze di vita, col Mondiale di Italia '90 che consacrò idoli già partiti in avanti come Totò Schillaci o Gianluca Vialli, e quel Mondiale del 1994 negli USA, quelle telecronache che si mischiarono con l'incontro in quell'estate lì, durante quelle partite lì, con la ragazza che da trentuno anni è compagna e da venticinque moglie.
La voce di Pizzul è così stata compagna del mio tempo migliore. In assoluto.
Ho scelto per aprire questa mia Ode a Pizzul un fermo immagine tratto dal programma, SportSera che, negli anni settanta seguivo spesso mentre con mia nonna Zita si mangiava la nostra cena. Sempre puntuali, alla stessa ora e Pizzul era uno dei più presentatori più spesso in onda in alternanza con Gianni Vasino e altri. Un programma di Culto. 
Della finale di Coppa Campioni del 23  maggio  1990 tra  Milan e Benfica conservo ancora una audiocassetta con la sua telecronaca integrale. A quei tempi non avevo alcun altro modo di "fermare" il tempo. Non avevo il videoregistratore e, quindi, registravo con un vecchio magianastri l'audio di quelle partite.
Era, quello, un modo di "bloccare" per l'eternità quegli attimi che già lì, vivendoli capivi, chiaramente, che ti donavano emozioni davvero forti che non sapevi se poi avresti mai ritrovato nel tempo da venire.
E ora, che il tempo da venire è fatto perlopiù di "giorni di un futuro passato",  ogni volta che scompare uno dei protagonisti di quel tempo lì,  è un po' come se una parte di noi si perdesse con lui.
Restiamo ad aspettare quelle nuove emozioni che (forse) verranno.
Ma già sappiamo che non avranno più lo stesso valore, lo stesso significato ... perché mancherà, degli Originali, il nostro più Grande Cantore.
La tua voce resterà per sempre nella mia audiocassetta registrata in una notte di maggio di 35 anni fa.
Mandi Bruno, Cantore del mio Calcio Migliore.



Tratto dal canale YOUTUBE  di  Rinaldo Morelli 




mercoledì 18 settembre 2024

PER TOTO' FOREVER AGO

 



Si allunga, con infinita malinconia,  la lista di questi tristi"coccodrilli". 
Brevi righe che nascono dalla necessità e  dall'esigenza di salutare un altro degli Eroi del  Bel Calcio Che Fu.
Un altro Eroe di quel Calcio che ha allietato la nostra gioventù e che non si ripeterà mai più per mancanza di interpreti credibili nel raggiungere quell'umanità che era propria  della maggior parte dei pedatori di quei tempi lì. 
Una umanità che si è persa per strada con lo scorrere inesorabile del tempo 
Così con Totò Schillaci, per sempre legato a doppia mandata coi ricordi "dolce-amari" di quell'Estate di Grazia, perdiamo un Calciatore che è stato amato da ogni singolo italiano che, in un modo o nell'altro, partecipò a quel Carnevale che non avrà mai fine (nella memoria) che  passa sotto il nome de "Le Notti Magiche" ... quel del Mondiale di Italia 1990.
Nessuna delle guide editoriali  per seguire il mondiale che uscirono nelle edicole prima dell'inizio della kermesse metteva il buon Totò tra i titolari della formazione italiana. Non una. 
Davanti a lui  Vialli, Baggio, Mancini, Serena e Carnevale. 
Poi andò a finire  come sapete tutti.
Come narrano i libri di storia.
Come è giusto che andasse la storia.
E gli occhi spiritati nell'esultanza dopo ogni gol  di quel calciatore siciliano entrarono nella memoria collettiva di ognuno di noi.
Per ricordarlo, per ricordarmelo, sono andato a cercare, trovandola,  la copertina dell'Intrepido Sport che posto qui sopra. Me la ricordavo esattamente com'è, ora, a distanza di 34 anni.
Per lo spazio di un'estate, davvero, l'Italia ha avuto un unico vero Re.
E' morto il Re.
Viva il Re.
Sempre. 






domenica 21 aprile 2024

JEAN-MARIE PFAFF E L'ADDIO AL CALCIO DI GIANCARLO ANTOGNONI

 


(Pfaff intervistato "a gara in corso" dal giornalista Marco Francioso)


Accadde allo Stadio Comunale di Firenze  nel pomeriggio di martedì 25 aprile 1989.
In quel giorno lì si disputò il match di addio al calcio del fantasista della Fiorentina e della nazionale italiana campione del Mondo nel 1982, Giancarlo Antognoni.


(Giancarlo Antognoni)

La gara amichevole, disputata al cospetto di un Comunale strapieno di gente in festa, vedeva affrontarsi la nazionale di Italia 1982, gli Eroi di Spagna,  contro una selezione di campioni del resto del Mondo denominata WORLD CUP MASTERS.
Queste le formazioni, stellari, che scesero in campo:

(Italia 1982)


(World Cup Masters)

Alla vigilia  del mio diciottesimo compleanno, che sarebbe arrivato di lì a pochi giorni, ricordo come fosse ora che guardai questa bellissima partita attraverso le immagini della diretta che mandò in onda l'emittente Italia 1.
Con telecronaca di un impareggiabile e competente  Bruno Longhi e con commento tecnico di Roberto Bettega la gara prometteva spettacolo ma, come sempre in questi casi, tutte le mie attenzioni erano concentrate sul mio idolo, il portiere belga Jean-Marie Pfaff.
Come già avvenuto in occasioni precedenti, come nella gara di addio al calcio di Michel Platini  e poi degli juventini Scirea-Tardelli-Gentile-Causio,  la presenza del portiere belga a difesa della porta del Resto del Mondo era garanzia, certificata, di spasso totale.
E così fu anche in quel  pomeriggio fiorentino.
Pfaff sciorinò il suo repertorio al completo, dai classici "Guantoni Giant-Size" della Reusch sino ai siparietti con il pubblico e i raccattapalle dietro la sua porta, le goliardate coi colleghi in campo e l'immancabile saluto ai fotografi ...  non mancò nulla del suo celeberrimo "show".
Fu uno spettacolo nello spettacolo come dimostrano le foto qui sotto, che ho tratto da frame dei filmati della gara (che mi aspetto di ritrovare in rete a breve nei più svariati siti - come peraltro avvenuto con i frame da me colti nelle gare di addio di Platini e di Torino del 1988  dei quali rivendico una sorta di "paternità"  dato che penso di essere uno dei pochi ad averne attinto, per averne avuto memoria diretta e non de relato) e che testimoniano della simpatica follia del "nostro" Jean-Marie che conquistò, partita dopo partita, la simpatia di mezzo mondo in occasione di queste gare di esibizione dopo aver dimostrato al Mondo tutto il suo valore quando si faceva "sul serio" ai tempi della sua onorata carriera.
Restano, di questi eventi, di questi momenti di "calcio"  come espressione di puro divertimento, i rimpianti e certo la nostalgia di un tempo passato, e di Eroi che, di questo tempo, sono stati protagonisti assoluti. 
Eroi che si mischiavano coi "comuni mortali". Pfaff e molti come lui, di questi Campioni del Bel Tempo Che Fu, sempre in mezzo ai ragazzi,  in mezzo ai bambini, sempre con il sorriso stampato in volto da donare ai propri fans. Robe d'altri tempi.
Arrivavo ai miei 18 anni, con l'indiscusso Eroe della mia infanzia e adolescenza che mi appariva  sempre più un  Gigante e,  nel mio "presente di allora",  una squadra del cuore, il mio Milan, che avevo visto in Serie B (a San Siro contro la Cavese) e che ora, a distanza di un niente, di lì a un mese avrei visto per la prima volta nella mia vita sul tetto d' Europa e solo qualche mese dopo addirittura sul tetto del Mondo. 
Vivevo lo Zenit assoluto della mia "esistenza calcistica". 
Ho visto la Grande Bellezza.
E ne vado Testimone.



(Pfaff & Bordon) 


(Pfaff & Bordon) 



(Pfaff in versione "quattro zampe")


















QUESTO IL LINK DEL VIDEO  DELLA  PARTITA 












domenica 17 marzo 2024

BREVE ELOGIO A "GOAL - IL SETTIMANALE DEL CALCIO SPETTACOLO" , LO "SHOOT!" IN SALSA NOSTRANA

 



Correva il mese di  ottobre del  1995  quando,  nelle edicole dell'italico stivale,  si affacciò "ammiccante" più che mai una nuova rivista settimanale di  calcio: "GOAL - IL 1° SETTIMANALE DI CALCIO SPETTACOLO".
Per chi aveva "occhio" sulla realtà, all'epoca molto vivace, dell'editoria sportiva globale  parve subito chiaro che il nuovo settimanale di calcio  si rifaceva ai fasti del mitico SHOOT!  inglese.
Il taglio editoriale era quello.
Una serie di contenuti dove, a fare da padrone di casa, erano le splendide foto che, spesso a doppia pagina intera rimandavano a memoria le gesta degli eroi pallonari di quegli anni lì.
La casa editrice di GOAL era la storica EDIZIONI CIOE'  che all'epoca aveva in edicola uno dei settimanali leader dedicato agli adolescenti: CIOE',  storica rivista  che, dal 1980 ad oggigiorno,  ha fatto capolino, più o meno, in quasi tutte le  camerette d'Italia.
Direttore responsabile della rivista all'epoca del suo "varo" fu Lamberto Antonelli mentre la prestigiosa  firma di Maurizio Mosca proponeva, ogni settimana,  il punto sul campionato di calcio.
Allineandosi alla più prestigiosa sorella maggiore CIOE' anche GOAL proponeva in allegato poster in formato gigante,  e gadget, come le cartoline che si potevano affrancare e spedire dei vari campioni di quel periodo.
La rivista vedeva la luce in quella metà degli anni novanta, in anni, nello scorrere dei quali ancora si poteva intravedere il bagliore del  Grande Calcio degli anni ottanta, quegli anni  d'oro della Serie A italiana di calcio che illuminò tutto il mondo,  allorché il nostro massimo campionato professionistico vedeva calcare i suoi campi da gioco da campioni, irripetibili  come Maradona, Platini e Falcao e via dicendo.


(foto tratta da GOAL  numero 1 - 17-10-1995)




(foto tratta da GOAL n. 1  17-10-1995)



Con un occhio di riguardo sempre puntato sui campioni del calcio internazionale, e uno spazio sempre dedicato anche al campionato di serie B,  la rivista  proseguì per qualche  anno la sua "navigazione" in quel mare magnum che, all'epoca, era il settore della stampa sportiva italiana.
Non ho certezza della data esatta in cui la rivista cessò la sua pubblicazione, di certo l'ultimo numero che io comprai reca la data del 1997 e ho motivo di ritenere che, in ogni caso, le pubblicazioni cessarono in quell'anno.
Resta nella storia, ad ogni modo, come la rivista abbia di fatto "fotografato" la fine di un'epoca e  abbia regalato immagini che, tutt'ora, restano la memoria del "crepuscolo" del Bel Calcio Che Fu.








  





lunedì 19 febbraio 2024

QUANDO GIAMPIERO COMBI DIFESE LA PORTA DEL MONZA

 



Accadde il 23 gennaio  1930 presso il Campo Sportivo di Via Ghilini a Monza.
Quel giorno lì ebbe luogo un incontro di calcio davvero straordinario.
La Nazionale Italiana di Calcio del C.t.  Vittorio Pozzo scese in campo a Monza per una gara di allenamento in  "amichevole" contro la formazione brianzola.
L'evento, seppur di portata storica per la formazione brianzola, non passò alla "Storia degli Almanacchi del Calcio" in quanto "amichevole" non ufficialmente riconosciuta.
Tuttavia, in quell'occasione, avvenne un altro avvenimento a suo modo storico.
Al termine del primo tempo di gioco, infatti, il C.t. Pozzo chiese lo scambio dei portieri tra le due formazioni.
Sicché a difendere i pali del Monza si accomodò il leggendario Giampiero Combi, portiere che sarà Campione del Mondo nel 1934 e che ha legato la sua leggendaria carriera a difendere i pali della porta della Juventus tredici stagioni tra il 1921 e il 1934 anno del suo ritiro dall'attività agonistica.
Grande onore toccò anche allo storico portiere del Monza,  Angelo Piffarerio, che si trovò così di punto in bianco a difendere il pali della Nazionale.
Un evento calcistico del quale, purtroppo, non c'è documentazione storica ma che resta negli annali delle cronache della società biancorossa.