Al termine del Campionato del Mondo 1994 che di disputò negli Stati Uniti la FIFA nominò, per la prima volta nella storia, il miglior portiere del torneo: il belga Michel Preud'homme ricevette così il premio "Lev Jaschin" (ora "Goldon Glove").
Tuttavia, come era accaduto nelle passate edizioni del mondiale, non pochi giornalisti accreditati all'evento inserirono tra i pali della loro formazione ideale di USA '94 lo svedese Thomas Ravelli.
Classe 1959, il portiere del IFK Goteborg - di chiare origini italiane-, era il veterano della formazione svedese.
Aveva già partecipato al mondiale in Italia nel 1990 ma, in quell'occasione, la nazionale svedese finì ultima nel suo girone.
Negli Stati Uniti, invece, la musica cambiò.
Dopo l'iniziale pareggio 1-1 contro il Camerun gli svedesi sconfissero la Russia per 3-1 e impattarono con il Brasile (futuro campione) per 1-1 in una sfida, quest'ultima, che si sarebbe ripetuta di lì a pochi giorni con in palio però il passaggio alla finalissima.
Qualificata così agli ottavi di finale la formazione scandinava trovò sulla sua strada la sorprendente Arabia Saudita che, fin lì, era stata la sorpresa del torneo.
Sbrigata agevolmente la pratica con una secca vittoria per 3-1 la Svezia affrontò nei quarti la Romania.
Dopo che i tempi regolamentari erano terminati 1-1 e nei supplementari il pareggio era stato incrementato di una rete per parte, la sfida si decise ai calci di rigore.
In quel frangente salì in cattedra Thomas Ravelli. Il portiere svedese sventò i tiri dal dischetto di Dan Petrescu e di Miodrag Belodedici portando così i suoi alla semifinale.
Di nuovo opposta ai brasiliani Ravelli & Co. riuscirono a resistere per 80 minuti prima di capitolare davanti al tiro del brasiliano Romario che marcò la rete del decisivo 0-1.
Per la Svezia restò la finale di consolazione contro la Bulgaria.
La settima sfida nel torneo mondiale valse agli svedesi la medaglia di bronzo di terzi classificati.
Nel perentorio 4-0 rifilato ai bulgari ci fu ampio spazio per le prodezze di Thomas Ravelli che risultò uno dei migliori tra i suoi anche in quell'occasione.
Quando nel 1997 Ravelli chiuse la carriera tra i pali della Svezia il tabellino delle presenze segnò il numero 143: tuttora un record di presenze imbattuto. Una leggenda.
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