Quando, nel mese di marzo del 1986, la Juventus pescò nei sorteggi dei quarti di finale di Coppa dei Campioni gli spagnoli del Barcellona sapevo poco o nulla del portiere blaugrana Francisco Javier Urrutichoecea, detto Urruti.
E fu proprio in quelle due partite che imparai a conoscere un grande portiere che, all'ombra della leggenda nazionale chiamata Arconada, aveva sin lì costruito una carriera di tutto rispetto.
Di origine basca, dopo aver militato nella Real Sociedad e nell'Espanyol, dalla stagione 1981/1982 Urruti era diventato il portiere titolare del Barcellona.
Nella stagione 1980/1981, immediatamente prima di passare al Barcellona la rivista Don Balon, la bibbia del calcio spagnolo, lo decretò giocatore dell'anno mentre nella stagione 1983/1984 gli venne conferito il Trofeo Zamora destinato a consacrare di miglior portiere della Liga Spagnola.
Urruti fece parte della selezione nazionale spagnola ai mondiali Argentina 1978, Spagna 1982 e Mexico 1986 anche se, in nessuna delle tre competizioni iridate fu mai schierato in gara chiuso prima da Arconada e poi da Zubizarreta.
La sera del 7 maggio di quel (fantastico) 1986 il Barcellona affrontò in finale di Coppa Campioni la Steaua di Bucarest: quella partita (che ho già raccontato nel post dedicato al portiere rumeno Duckadam) fu molto amara per Urruti, così come per tutti i suoi compagni del Barcellona.
Eppure proprio il portiere spagnolo, parando due rigore agli avversari, fece di gran lunga il suo dovere potendosi ritenere di gran lunga il migliore in campo tra i blaugrana.
Urriti morì, a soli 48 anni, in un incidente stradale nel maggio del 2001.
Anche lui resterà vivo nella nostra memoria. Sempre.
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