Senza Peccati e Peccatori non ci sarebbero Santi ...
Sulla scomparsa del Più Grande Pedatore della Storia del Calcio mi è toccato rileggere alcune "verità scomode" sui peccati dell'Uomo messe sul piatto da qualche "Analfabeta della Vita" che ha preferito ricordare e sottolineare a tutti le mancanze dell'Uomo non avendo probabilmente migliori argomenti con i quali intervenire in questo triste momento per tutti noi amanti della "Pelota".
E così mentre questi Moralisti dell'Ultima Ora (sempre Analfabeti della Vita) sparavano le loro cartucce al veleno il Buon "Diez" arrivava al cospetto del "Barba", di Dio, come amava chiamarlo lui.
E immagino questo Dio dal Grande Cuore che l'avrà accolto, come un Buon Padre, con un piglio certo severo per le sua molteplici mancanze ma subito dopo con un Abbraccio Grande riservato a un Figlio che, certo, ha sbagliato, ma nel Mondo ha gettato un seme che è diventato un Grande Albero chiamato Rivincita sotto il quale hanno trovato gioia milioni di persone in tutto il Mondo.
La storia è nota a tutti, e per chi, come il sottoscritto, l'ha vissuta per intero ed in presa diretta, nelle notti memorabili del Mondiale Messicano del 1986, quelle notti che lo consacrarono il "Dio del Calcio", la sua dipartita segna la fine di una Storia che, certo, come Pedatore era finita già da tempo ma che, proprio come testimone del tempo, lasciava al "Diez" ancora ampio margine per regalare altri capitoli.
Quando il Barcellona lo vendette al Napoli, probabilmente credendolo "finito" dopo l'incidente al ginocchio, la storia del Calcio cambiò.
Il ragazzo argentino accettò una sfida che sembrava inpossibile.
Ai ragazzini di oggi potremmo spiegarla così: pensate a un Ronaldo Cristiano, o di un Messi Leonardo che lasciano Juve e Barcellona per andare a giocare, per citarne qualcuna (senza voler mancare di rispetto a nessuno) in un Benevento o in un Verona.
Sbarcato a Napoli, in una squadra che non poteva certo competere con le grandi corazzate del Nord, Maradona ha regalato prima una Speranza, e poi una Rivincita immensa ad un'intera città, indicando una strada che chiaramente portava alla Luce dopo un cammino tormentato ma, in ogni caso, determinato.
Il Capolavoro compiuto con la vittoria finale nel Mondiale in Messico nel 1986 e il primo Scudetto portato al Napoli nella primavera del 1987 regalarono gioia a una moltitudine di persone.
E non solo argentini e napoletani: davanti a questo Campione si aprirono i cuori di tutti quegli appassionati del calcio che, magari restando faziosi, non potevano non alzarsi in piedi e applaudire al passaggio di un Re.
Passeranno secoli e resterà intatta, tramandata da generazioni, la Leggenda del "Diez" ... un Uomo che prese per Mano il Calcio e ne cambiò la Storia.
Resteremo sempre sullo stesso Sentiero ... io e te.
Per altri giorni.
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