Papà era nato il 17 marzo del 1940.
Diceva spesso che essere nato il 17 non gli aveva portato fortuna.
Ultimo di quattro fratelli all’età di soli dieci anni perse il padre.
Quando poi all’età di 17 anni perse anche mamma Maria maturò in lui la convinzione che il 17 non era un numero casuale nell’ambito della sua vicenda umana.
Come tutti i ragazzi che si trovano troppo presto privi dei genitori in lui si sviluppò quel senso di responsabilità che fa diventare uomini prima ancora di aver finito “l’apprendistato di ragazzo”.
Erano gli anni del dopoguerra. Quelli che vedevano tutti impegnati a fondo nel ricostruire. Ricostruire tutto, materialmente e moralmente.
Cullando la sana passione del calcio papà ebbe modo di crearsi un mondo di amici, di persone che gli volevano bene.
Quei ragazzi del ’40 (che vedete nella foto che accompagna questo pezzo – papà è quello accosciato al centro – mentre il ragazzo in piedi a destra con le mani sui fianchi è il papà del nostro Faz) non avevano la tv, non avevano i videogiochi, non avevano l’iphone … erano privi di tutti quelli che oggi chiamiamo comfort e che riempiono le nostre case …
Restavano loro lunghe ore passate tra il campo di calcio e l’oratorio e così riuscivano a legare comuni passioni a doppio filo con amicizie vere, sincere e disinteressate.
Quei ragazzi nati nel ’40 (e dintorni) hanno vissuto un epoca non certo facile.
Nei ricordi dei racconti dei loro natali passati, per esempio, c’è tutto il significato del “valore delle cose”.
Ma le difficoltà rendono forti.
E tutto questo non è retorica fine a sé stessa … semmai la riflessione di quanto in gamba fossero quei ragazzi del 1940 (o giù di lì) …
Nei giorni successivi alla sua scomparsa tra i tanti amici che lo sono venuti a salutare è spuntata fuori qualche foto in bianco e nero come quella qui sopra e molti aneddoti calcistici del tempo della giovinezza.
E’ stato lì che allora ho immaginato il momento dell’addio.
L’ho rivisto ragazzo correre a perdifiato appresso alla palla e, intravista la luce alla fine del tunnel, dare un’occhiata al calendario …
Segnava domenica 16 settembre … allora ha preso la corsa più veloce che poteva e, con le ultime forze che gli restavano, l’ho visto calciare verso il suo destino… beffando di qualche ora quel malefico 17 …
Ci sarebbero tante storie da raccontare ma, a pensarci bene, basta guardare la foto della mitico “K2” schierato là
sopra per immaginarle tutte quante queste storie… e di più.
Ciao pà !
(Dettaglio del retro della foto della formazione del K2)
Tratto da IL TONNUTO - 132 - ottobre 2012
Nessun commento:
Posta un commento