Per quindici anni tra il 1974 e il 1989, anno del suo ritiro, Arconada difese i pali della Real Societad di San Sebastian diventando grazie alle sue gesta un autentico idolo per i tifosi della compagine spagnola.
Con il club basco Arconada collezionò più di quattrocento presenze e, per ben tre anni di fila, tra il 1979 e il 1982 vinse il Premio Zamora destinato a premiare il portiere meno battuto del campionato spagnolo.
Titolare della maglia di portiere della nazionale spagnola nell'edizione 1982 del Campionato del Mondo, che si disputò proprio in Spagna, Arconada vanta ben 68 presenze tra i pali delle furie rosse.
Purtroppo per lui l'esperienza del mondiale 1982 non fu proprio felicissima.
La Spagna perse per 2 reti ad 1 contro la Germania Ovest nel secondo turno della fase finale e non riuscì quindi ad approdare alle semifinali mondiali.
Nella fase finale del Campionato Europeo del 1984 il contributo di Arconada fu determinante per l'accesso della nazionale spagnola alla finalissima contro la Francia di Michel Platini.
Ma, proprio in quell'incontro finale, che si disputò a Parigi il 27 giugno 1984, al cinquantasettesimo minuto, sul risultato di zero a zero Arconada si fece passare sotto il corpo un calcio di punizione proprio di Platini consentendo così ai francesi di passare in vantaggio. Il raddoppio di Bellone allo scadere consegnò il trofeo ai galletti di Francia.
Nella successiva rassegna iridata, il mondiale messicano del 1986, a difendere i pali delle furie rosse c'era un altro grande portiere basco: Andoni Zubizarreta. Ma questa è un'altra storia.
Il mito di Arconada che visse e si alimentò proprio grazie alle grandi prestazioni del portiere con la sua Real Societad è tutto in quel motto che risuonava sempre alla stadio di San Sebastian: "ESTA' ARCONADA, NO PASA NADA".
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