Visualizzazioni totali

domenica 11 novembre 2012

La Magica notte di Ducadam


 
 
 
 
La notte del 7 maggio 1986, notte della finale di Coppa dei Campioni tra la Steaua di Bucarest e il Barcellona, fu nominata da tutti gli addetti ai lavori, da tutti i giornali, come: “LA MAGICA NOTTE DI DUCADAM”.
Come sempre, nell’immediata vigilia di ogni finale, avevo passato la mezz’ora prima di cena giocando un po’ a basket dietro casa.
Come sempre, prima di ogni finale, mi ero preparato il minimo necessario in sala davanti alla TV.
Lo spettacolo… esauriti i rituali dell’epoca… poteva avere inizio.
La partita, dal risultato scontato se si fosse giocato in Islanda, aveva il risultato scritto sulla pietra, dato che si giocava a Siviglia, in piena roccaforte spagnola. In realtà così non fu e al termine di cento venti minuti anche abbastanza noiosi la coppa sarebbe stata assegnata ai calci di rigore. Da una parte l’esperienza spagnola, di squadra abituata a vincere le partite sul filo di lama, dall’altra l’assoluta novità di una squadra dell’Est, giunta fino a questo punto. A leggere l’elenco dei rigoristi non ci sarebbe stata ancora partita. Così non fu. La differenza la fece un perfetto sconosciuto: il portiere rumeno Helmut Ducadam. Parò quattro rigori e consegnò alla Steaua di Bucarest, e all’Est europeo tutto, la prima Coppa Campioni della loro storia. I tifosi del Barcellona se lo sogneranno ancora di notte, tanto la sua impresa ebbe del miracoloso.
Così come comparve dal nulla, il portiere rumeno scomparve nel nulla.
Da pochi giorni dopo la finale in poi nessuno seppe più nulla di lui. Circolarono allora due versioni di quanto gli fosse potuto accadere. La più inverosimile vuole che alle richieste del Premio per la vittoria  il presidente rumeno Ciausescu gli fece spezzare entrambe le mani dai suoi scagnozzi. La più verosimile (finché cadde il regime totalitario di Ciausescu) dice che il portiere fosse stato colpito da una forma di trombosi che lo costrinse all’abbandono dell’attività. A dire il vero qualche giornalista europeo, sceso da un aereo a Bucarest per sapere la verità, fu rimesso immediatamente sul velivolo che l’aveva portato e rispedito a casa da uomini del regime.
Cosicché ancora oggi, che pure il regime non c’è più, qualcuno si chiede che fine abbia fatto Helmut Ducadam. 
Personalmente l’ho inserito in queste memorie di calcio quale simbolo di giocatore colpito da una forma di ingiustizia che ha poco a che vedere con lo sport.
 
 

Nessun commento:

Posta un commento