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sabato 21 luglio 2012

La mia vita ... come una partita di calcio

Ho vissuto di calcio. Vivo di calcio. Vivrò di calcio
Una delle cose che a pensarci mi fa incazzare di più è il fatto che domani, quando non ci sarò più, una palla qualsiasi, in un campo qualsiasi, continuerà a rotolare. Un portiere verrà inquadrato e leggerete la marca dei suoi guanti… reusch, uhlsport, puma… Ogni sua parata sarà salutata da un boato dei tifosi e ogni suo gesto, dal semplice rinvio al rimprovero al compagno di squadra mal piazzato in barriera, saranno per qualcun altro.
Tutto questo mi mancherà. E non lo posso sopportare.
Le mie  memorie di calcio non vogliono essere, e non saranno, il pretesto per farvi una lezione di calcio. Le memorie di calcio sono il punto di partenza per farvi partecipi di ben 35 anni di ricordi, di amici, di partire, di amori… punto di partenza per un’esistenza, punto di arrivo di una vita.
Questo "blog" (costituito per lo più da documenti scritti in epoche diverse)  vuole essere il modo più semplice per ricordare, tramite fatti o atti, tanti amici di oggi e di ieri.
Qualcuno tra voi la storia che segue la saprà a memoria. Qualcuno la leggerà per la prima volta. A tutti quanti ne garantisco l’assoluta autenticità.
Ho conosciuto mia moglie giocando una partita di calcetto all’oratorio. Era una sfida come tante nelle domeniche pomeriggio passate ad incrociare palle, tiri, parate  e sentimenti.
Con molta modestia devo rammentarvi che all’epoca (parlo del 1992) ero nel pieno splendore della mia “carriera oratoriana” di gare giocate in quella specie di gabbia che era la pista di pattinaggio.
Erano tempi di sfide mitiche che vi racconterò più dettagliatamente in seguito.
 Quella domenica del primo maggio 1992 si presentò una sfida interessante… stimolante; una mista maschi/femmine.
Ricordo, ora come allora, che ad un certo punto di quella sfida la palla finì sui piedi di una ragazzina minuta e che non conoscevo affatto… non l’avevo mai notata prima… e ricordo ora come allora che mi sentivo le spalle talmente larghe  fra i pali di quelle piccole porte (nonostante non sia mai stato certo un fisico imponente) da non  avvertire alcun senso di pericolo. Il portiere, quando vede il pericolo di un tiro che arriva, si prepara flettendosi quel tanto o poco che gli  basta per scattare come una molla e volare a deviare o comunque bloccare il tiro avversario.  Ecco, la mia supponenza in quel momento non mi avvertì affatto del pericolo. O, meglio, quando vidi che la ragazzina di fronte a me stava per calciare non feci neanche in tempo a prepararmi. Un missile sparato di punta (poco bello stilisticamente, ma indubbiamente efficace) si infilò alle mie spalle lasciandomi sbiancato in volto. Affronto!! Ira!! Rabbia!! Vergogna!! Il ricordo degli amici che ancora oggi rivangano il famoso goal di Elisabetta sono ancora qui. Così conobbi mia moglie… e poi volete che uno non possa dedicare una vita intera, ed anche un libro a questo sport???!!
Un grande scrittore, Albert Camus, anche lui portiere per vocazione, amava dire che  nel calcio c’è quasi tutta la morale umana. E’ vero.
Lo spirito che  incarna il portiere che vede l’avversario farglisi incontro, palla al piede, è lo spirito stesso con cui poi avrei affrontato tanti anni della mia vita… Prendi il tempo che vuoi per valutare quanto e quale è il pericolo o l’ostacolo che hai di fronte  e poi parti, sapendo che non puoi, non devi sbagliare, escigli addosso, buttati, tuffati, ma  blocca quella palla, quel pericolo  ad ogni costo, ad ogni modo.
Questo è stato il mio motto degli anni passati, lo è del presente e lo sarà per il futuro. Non sempre riesco a pararle… ogni tante le cose della vita mi beffano e vanno in goal… ma nel calcio, come nella vita, dopo un tempo ce n’è subito un altro. Ogni risultato è ribaltabile, così come ogni pronostico.
E poi, non sono più solo. Grazie ad una ragazza e ad un calcio di punta… che non sarà stato stilisticamente perfetto… ma ci ha cambiato la vita.
Per questo soprattutto e per molto altro ancora ho sempre vissuto, vivo e vivrò nutrendomi di calcio.

2 commenti:

  1. Grazie mille Mauro. Ho passato una piacevolissima serata leggendo i tuoi post. Essendo un tuo coetaneo, mi hai fatto rivivere delle emozioni sopite, parlando di portieri mitici che sono stati i miei eroi e modelli di quando ero ragazzo e cercavo di imitarli sul campo dell'oratorio. Ora credo che li farò leggere anche a mio figlio, che sta pure lui iniziando a giocare tra i pali.
    Un saluto.

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    1. Ciao, grazie a te che hai condiviso con me questa passione ... quando sei portiere per 1 minuto, 1 ora o un giorno ... poi resti portiere un po' per sempre ... Un grande abbraccio e un saluto a tuo figlio. Grazie di cuore.

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