L’amico Stefano è morto una notte di novembre del 1994. Era un tifoso milanista di quelli veri. Era un omone grosso, dalla voce grossa, ma dal fare gentile. Le passioni per il computer e per il calcio l’avvicinarono a mio fratello e poi a me.
Ogni tanto la sera di ritorno dal lavoro a Milano si fermava qui in bottega da noi. Era il momento di commentare il risultato della domenica precedente del grande Milan di Sacchi. Erano bei tempi. Si vinceva tanto, si vinceva bene. C’erano molte cose su cui discutere, e il tempo in quelle discussioni passava sempre troppo veloce.
Una sera dei primi di maggio del 1990 Stefano arriva in bottega raggiante con una grande notizia. Aveva due biglietti per la finalissima di Coppa Campioni Milan – Benfica che si sarebbe disputata il 23 maggio nel mitico campo verde del Prater di Vienna. Propose a mio fratello di andare insieme a lui a vedere quella partita. Io iniziai a gioire per la grande occasione che capitava a mio fratello, mentre lui era, invece, indeciso sul da farsi.
Cosa gli passasse per la testa non lo capisco ancora adesso. Aveva un’occasione di quelle che nella vita ti capitano al massimo una o due volte ed era indeciso… pazzia!! Iniziai subito l’opera di convincimento… ci sarei andato io… se solo… boh?!(La scuola, i compitini ecc.ecc. comunque troppo banali come scuse)
Continuai così l’opera di martellamento… Insomma nel giro di pochi giorni Luca si era convinto. L’avevo convinto.
La notte del 22 maggio 1990 Luca e Stefano partirono. Destinazione Vienna. Destinazione Coppa Campioni. Ero fiero, fierissimo che mio fratello potesse essere lì a gridare al cielo la stessa gioia che gridavamo insieme a casa davanti alla TV, rischiando più di una volta di spaccare tutto quanto ci capitasse a tiro.
La sera del 23 maggio davanti alla TV con Bruno Pizzul che iniziava la sua telecronaca c’era il microfono del mio vecchio mangianastri a riprodurre la telecronaca di quella partita. Non avevamo ancora il videoregistratore. Sarebbe arrivato solo qualche annetto dopo.
Quell’audiocassetta è ancora qui da me… un giorno passate di qui se volete sentire le mie urla che accampagnarono (come la cavalcata delle valchirie) il mitico Frakie Rijkaard in una lunga fuga solitaria sin davanti al portiere portoghese Silvino che non poté far altro che raccogliere la palla da in fondo alla rete.
Eravamo Campioni D’Europa per il secondo anno di fila. Mio fratello c’era. Io col pensiero anche.
Tante di quelle emozioni di quella magica notte le dobbiamo all’amico Stefano.
Uno degli ultimi ricordi che ho di lui è di quando una mattina di inizio agosto del 1994 passò a salutarci con la moglie e i due figli piccoli. Erano in partenza per il mare. La macchina stracarica, ed il ricordo di una bella famiglia felice.
La notte in cui è morto è ricordo di un dolore mai troppo lontano. Ricordo di essermi commosso sin al pianto quando appresi della sua morte.
Pochi giorni dopo in una serata come tante altre, i rossoneri erano di nuovo in campo contro l’Ajax di Amsterdam… prima ancora di veder iniziare la partita pensai al fatto che forse da lassù l’amico Stefano la stesse guardando anche lui… di certo avrebbe commentato: “Poco spettacolo… sono passati i bei tempi. Sono finiti i bei tempi.”
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