Si allunga, con infinita malinconia, la lista di questi tristi"coccodrilli".
Brevi righe che nascono dalla necessità e dall'esigenza di salutare un altro degli Eroi del Bel Calcio Che Fu.
Un altro Eroe di quel Calcio che ha allietato la nostra gioventù e che non si ripeterà mai più per mancanza di interpreti credibili nel raggiungere quell'umanità che era propria della maggior parte dei pedatori di quei tempi lì.
Una umanità che si è persa per strada con lo scorrere inesorabile del tempo
Così con Totò Schillaci, per sempre legato a doppia mandata coi ricordi "dolce-amari" di quell'Estate di Grazia, perdiamo un Calciatore che è stato amato da ogni singolo italiano che, in un modo o nell'altro, partecipò a quel Carnevale che non avrà mai fine (nella memoria) che passa sotto il nome de "Le Notti Magiche" ... quel del Mondiale di Italia 1990.
Nessuna delle guide editoriali per seguire il mondiale che uscirono nelle edicole prima dell'inizio della kermesse metteva il buon Totò tra i titolari della formazione italiana. Non una.
Davanti a lui Vialli, Baggio, Mancini, Serena e Carnevale.
Poi andò a finire come sapete tutti.
Come narrano i libri di storia.
Come è giusto che andasse la storia.
E gli occhi spiritati nell'esultanza dopo ogni gol di quel calciatore siciliano entrarono nella memoria collettiva di ognuno di noi.
Per ricordarlo, per ricordarmelo, sono andato a cercare, trovandola, la copertina dell'Intrepido Sport che posto qui sopra. Me la ricordavo esattamente com'è, ora, a distanza di 34 anni.
Per lo spazio di un'estate, davvero, l'Italia ha avuto un unico vero Re.
E' morto il Re.
Viva il Re.
Sempre.
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