(Scorcio del Campo dell'Oratorio San Luigi di Cabiate - Foto Gruppo Facebook del Torneo)
Per pura sorte del Destino che ci accompagna sin dalla nascita la "mia" "Classe di Ferro 1971" è anche la stessa dell'Oratorio di Cabiate dedicato a "San Luigi".
Quell'Oratorio che, sempre per sorte del medesimo Destino di cui sopra, sorge a poco più di cento metri dall'uscio di casa mia.
Così, nel tempo, con l'età e nel vento, il mio processo di crescita, è passato in gran parte respirando l'aria di questo luogo "magico", traendone "umori" e "malumori" a pieni polmoni.
Normalmente, in questo periodo dell'anno, a mia memoria scendendo giù la scala dei ricordi fino alla soglia dei primi anni ottanta, l'aria delle serate estive da queste parti è sempre stata carica dei "rumori" tipici dell'evento "calcistico" dell'anno oratoriano: il Torneo di Calcio a sette San Luigi.
Una delle Istituzioni più Classiche della vita "mondana" della "Piccola Parigi", evento che ha sempre avuto il suo culmine nella serata della finalissima, tradizionalmente fissata per il primo lunedì del mese di luglio.
A finestre aperte, spalancate su calde serate di giugno, con lontano il profumo dei tigli in fiore, immancabile mi giungeva preciso il "vento caldo" tipico delle serate" del San Luigi.
Era, quello, il momento di prendere ed andare ad essere testimone dell"evento.
Negli anni ottanta vi erano i forti boati delle "grandi compagnie" che, in capo al relativo bar o locale di riferimento, proponevano un tifo da "stadio" che copriva il fischio del sempre malcapitato arbitro di turno, tra qualche lieve impropero e qualche più pesante osservazione e peggio.
Farei un torto a fare qualche nome di più o meno illustri protagonisti (tra autentici fenomeni, onesti comprimari, e poco più che scarsi pedatori prestati alla causa - tra i quali mi autoinserisco nella mia unica partecipazione nel lontanissimo 1992) a discapito di altri proprio perchè quello del San Luigi è, da sempre, un rito di pura collettività.
La "sacralità" che attribuivo al Torneo da giovinetto, come tutte le cose che passano, con lo scorrere naturale delle cose della vita e del tempo ha perso via via un po' della sua antica magia, mentre intatto è rimasto il senso e l'Anima dell'evento che puntualmente fa rivivere nel presente immagini di vecchie vicende di quando eravamo poco più che ragazzi, all'epoca della nostra "meglio gioventù".
In quel tempo dominavano in assoluto le faziosità collegate ai Bar "Storici" di Cabiate.
Poi, col tempo, è cambiato il mondo, è cambiata la società e di riflesso è cambiato anche il paese.
Tuttavia, pur vedendo meno le "grandi compagnie" così come le si intendeva ai tempi delle storiche rivalità tra bar e locali, nuove leve hanno saputo mantenere viva l'Anima Propria del Torneo, anche grazie alla forza di quella tradizione che, consolidata nei ricordi, è carburante puro per questa "giusta" causa.
I nostri personali e dolorosi giorni di quest'anno 2020, che per tutti passerà alla storia come l'anno della Pandemia Covid-19, hanno visto stravolgere l'ordine naturale delle cose, le nostre vite, le nostre certezze, usi e abitudini, la stessa percezione di molte delle vicende della vita, e questo, senza eccezione alcuna.
Così, in queste sere di un "anomalo giugno", dalle finestre spalancate sul nostro piccolo ed (improvvisamente) "insicuro" mondo comincia a fatica ad arrivare il timido profumo dei tigli a ricordare che è la stagione estiva.
Ma ciò che impressiona maggiormente, captando gli "umori" di questo mese che passa è l'irreale quiete che avvolge l'Oratorio.
Immagini di un lontano passato e incertezze di un futuro incosistente come un fantasma si mischiano in una sorta di "caos calmo" che accompagna queste serate estive.
La quiete tutto intorno è rotta, nella mia mente, dal "silenzioso rumore" dei ricordi dei tornei di San Luigi degli anni passati.
Per citarla con parole scritte da un sapiente Uomo di Musica che ci ha abbondonati troppo presto ... aspettiamo con occhi ... senza più parole ... il prossimo San Luigi.
CANZONE DEL TEMPO CHE PASSA
- Gianmaria Testa -
Saluteremo dalla nostra finestra
Il tempo che passa
E se passando ci riconoscerà
Anche il tempo perduto
Anche il tempo sbagliato
Ci risponderà
Saluteremo dalla nostra finestra
E non sarà una canzone
Che tutto il tempo finito ci ritornerà
Ma saranno gli occhi
Questi nostri occhi senza più parole
E un altro tempo sarà
Il tempo che passa
E se passando ci riconoscerà
Anche il tempo perduto
Anche il tempo sbagliato
Ci risponderà
Saluteremo dalla nostra finestra
E non sarà una canzone
Che tutto il tempo finito ci ritornerà
Ma saranno gli occhi
Questi nostri occhi senza più parole
E un altro tempo sarà
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