Di Roberto Rizzetto
Mark Renton detto “Rent” ed il suo amico Spud hanno
appena commesso un furto e sono inseguiti da due poliziotti. Mentre si fiondano
a perdifiato lungo Princes Street (la via che divide il centro storico di
Edimburgo), la voce fuori campo di Rent intavola un articolato discorso sulle
scelte che si fanno nella vita che si conclude con questa frase: “Io ho scelto
di non scegliere la vita: ho scelto qualcos’altro. Le ragioni? Non ci sono
ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando hai l’eroina?”.
Inizia così TRAINSPOTTING, film del
1996 diretto da Danny Boyle, qui alla sua seconda regia dopo il bellissimo
“Piccoli omicidi tra amici”.
La pellicola
è stata inserita al decimo posto nella lista dei migliori cento film britannici
del XX secolo dal British Film Institute, mentre un sondaggio l’ha definito il
miglior film scozzese di tutti i tempi.
Il
lungometraggio, ambientato interamente a Edimburgo e più precisamente nel
sobborgo portuale di Leith, racconta le vicissitudini di un manipolo di amici
eroinomani nella Scozia degli anni 80. E durante la narrazione sono continui i
riferimenti alla squadra di calcio per la quale fanno il tifo i protagonisti
della storia, ovvero l’Hibernian Football Club, che nel film non viene
rappresentata come una squadra da celebrare ma come un modo di essere, rivendicando
con orgoglio l’origine cattolica, l’appartenenza alla classe operaia ,il
rimpianto per il vecchio partito labourista vicino ai sindacati e la simpatia
per la causa indipendentista irlandese.
Non ho ancora detto che la pellicola è tratta
dal bestseller scritto da Irvine Welsh tre anni prima. E sarà che io e Welsh
festeggiamo il compleanno lo stesso giorno (anche se lui ha esattamente dieci
anni più di me, visto che è nato a Leith il 27 Settembre del 1958), sarà per la
sua capacità di descrivere fatti, personaggi e situazioni in maniera cruda ma
assolutamente reale, fatto sta che considero Irvine Welsh il mio scrittore
prediletto. Una caratteristica ricorrente nelle sue opere è la presenza degli
stessi personaggi da un romanzo all’altro (ad esempio “Porno” scritto nel 2002
vede come protagonisti gli stessi “skagboys” conosciuti in “Trainspotting”). Essi
condividono la passione calcistica per gli “Hibs” e l’avversione per gli
“Hearts”, ovvero l’altra squadra di Edimburgo riconducibile ai protestanti, ai
massoni ed ai lealisti della corona inglese. Guarda caso il protagonista
(negativo) del terzo romanzo di Welsh intitolato “Il lercio” è Bruce Robertson,
un deplorevore agente di polizia di Leith ed incarnazione dei peggiori mali
della società, ovviamente tifosissimo degli Hearts…
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di compiere un viaggio ad Edimburgo,
città meravigliosa della quale mi sono subito perdutamente innamorato. E dopo
aver visitato il maestoso castello (che pare aver regalato molti appunti alla
scrittrice J.K.Rowling per la stesura di Harry Potter), dopo aver passeggiato
per Royal Mile ed aver respirato un’atmosfera allegramente alcolica all’interno
dei suoi caratteristici pub, non potevo che diventare a mia volta un simpatizzante
della casacca biancoverde degli Hibees .
E
allora va detto subito che la bacheca di questa squadra è alquanto scarna,
visto che la Scottish Premiership (la massima divisione scozzese) è
praticamente una questione privata tra le due squadre di Glasgow. Nei 122 campionati
di SP i Rangers vantano 54 titoli ed il Celtic 49, ma mentre sto per scrivere
questo pezzo manca solo la matematica all’ottavo titolo consecutivo di
quest’ultimi. L’Hibernian ha vinto 4 titoli, l’ultimo dei quali nel lontano
1952.
L’ultima volta che il
campionato non è stato vinto da una squadra di Glasgow è avvenuto nel 1985
grazie all’Aberdeen. E’ evidente quindi che in un campionato composto da 12
squadre e lungo ben 38 giornate, alla fine, il differente tasso tecnico si fa
sentire…
Per gli “Hibs &
Co.”meglio allora puntare sulla Scottish Cup, ovvero la Coppa di Scozia, la più
antica competizione calcistica ufficiale di Scozia e la seconda più antica del
regno Unito e del mondo. La formula del torneo (mai cambiata fin dalla prima
edizione del 1873) che prevede partite uniche in ordine di sorteggio con
eliminazione diretta, ha fatto sì che non ci fosse un’egemonia schiacciante
come in campionato, tuttavia anche in questo caso Celtic e Rangers hanno fatto
incetta di trofei con rispettivamente 38 e 33 affermazioni.
L’Hibernian FC ha vinto tre volte la
Scottish Cup, ma l’ultima vittoria risale addirittura al 1902. Dopo sono
arrivate altre 10 finali, tutte desolatamente perse…
Ed arriviamo alla stagione 2015-16. Dopo la rovinosa retrocessione
avvenuta due anni prima, gli Hibs si trovano nella Scottish Championship (la
serie B scozzese). L’annata sta volgendo al termine e i “Cabbage”
(letteralmente “cavoli”, soprannome dato dai fans ai calciatori dell’Hibernian)
hanno appena perso la finale di coppa di Lega (contro il Ross County subendo un
goal al novantesimo) e sono usciti in semifinale dai playoff/promozione per
mano del Falkirk, subendo anche in questo caso un goal al novantesimo.
I biancoverdi hanno
tuttavia raggiunto l’ennesima finale di Scottish Cup (grazie soprattutto ad
un’incredibile rimonta negli ottavi di finale nei confronti degli odiati cugini
degli “Hearts”) dove troveranno i Rangers Glasgow.
Quest’ultimi, dopo il fallimento
del 2012, hanno appena ottenuto la promozione nella massima serie, e contano,
vincendo la coppa, di tornare l’anno successivo a calcare i palcoscenici
europei. Sabato 21 Maggio 2016, in un raro pomeriggio
di sole, allo stadio “Hampden Park” di Glasgow (generalmente teatro delle
partite della nazionale scozzese)
HibernianFC e Glasgow Rangers si contendono la 131a edizione della
Scottish Cup. Pronti, via e i biancoverdi di Edimburgo al terzo minuto di gioco
sono già in vantaggio grazie all’attaccante irlandese Anthony Stokes che,
lanciato sulla fascia sinistra dal compagno di reparto Jason Cummings, entra in
area e fulmina il portiere avversario con un preciso “piatto” rasoterra
sull’angolo lontano. Ma ben presto i “gers” si riorganizzano e pervengono al
pareggio con un colpo di testa di Kenny Miller (37 anni e 68 presenze nella
nazionale scozzese). Due sussulti prima della fine del primo tempo, con i legni
colpiti dagli autori dei due goal. Stokes centra infatti il palo con un tiro da
fuori due minuti dopo il pareggio, mentre Miller, su perfetto calcio d’angolo
battuto da McKay, fa tremare la traversa con un potente colpo di testa.
Quando nella
ripresa Andy Halliday ribalta il risultato grazie ad una precisa staffilata da
fuori area per i venticinquemila tifosi dell’Hibernian presenti si materializza
il fantasma di un copione già visto, con i propri beniamini sconfitti proprio
ad un passo dal traguardo. Del resto quella era una coppa maledetta, che gli
Hibs non erano riusciti a portare a casa nemmeno negli anni cinquanta, quando
avevano vinto due campionati, o nei primi anni ottanta, quando potevano annoverare
tra le proprie fila un giovanissimo attaccante nordirlandese, tale George Best.
A venti minuti dalla fine l’allenatore dei “Cabbage”, l’inglese Alan
Stubbs, si gioca l’ultima carta e toglie il difensore Fontaine rimpiazzandolo
con il centrocampista dai “piedi buoni” Liam Henderson, nella speranza che i
suoi cross in mezzo all’area vengano raccolti dagli attaccanti Stokes e
Keatings. Ottantesimo minuto. Calcio d’angolo sulla destra per l’Hibernian. Se
ne incarica proprio il numero 3 Liam Henderson (oggi in forza all’Hellas
Verona) che pennella un delizioso cross sul primo palo sul quale si avventa di
testa Anthony Stokes per il goal del pareggio. “Stokes is on fire!” cantano i
fans biancoverdi di colpo rigenerati. Poco dopo da bordo campo viene esposto il
tabellone luminoso che indica che saranno quattro i minuti di recupero prima
dei supplementari. Lo straripante Stokes impegna ancora il portiere avversario
Foderingham con un potente tiro di sinistro deviato in angolo. Come una decina
di minuti prima è ancora Henderson ad incaricarsi del tiro dalla bandierina.
Sul cross in mezzo all’area stacca di testa il capitano David Gray ed il
pallone si insacca sulla destra dell’incolpevole portiere. L’Hit dei Boney M.
“Daddy Cool” diventa “David, David Gray” cantata dagli Hibernian Fans, per i
quali due minuti dopo scatta l’apoteosi : dopo un digiuno durato 114 anni l’Hibernian è tornato a vincere la Coppa di Scozia!
Anthony
Stokes è “man of the match” e diventa un eroe biancoverde. E lo rimarrà per
sempre, anche oggi che gioca nel Tractor Sazi Tabriz, club di prima divisione
iraniana! David Gray alza al cielo la coppa e dedica il trofeo a Sam Martinez,
un tifoso biancoverde di 106 anni presente allo stadio. E mentre i tifosi dei
Rangers lasciano mestamente lo stadio i fans biancoverdi intonano il loro inno,
SUNSHINE ON LEITH, scritto da due gemelli musicisti di Leith, Charlie e Craig
Reid, in arte i “The Proclaimers”.
Il
giorno successivo un “oceano biancoverde” accompagnerà la squadra, sfilata su
un bus scoperto con tanto di coppa appena conquistata al seguito, dalla
centralissima Royal Mile (la via principale di Edimburgo) fino a Leith, vero
feudo del tifo biancoverde.
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