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venerdì 23 maggio 2014

Bruce Grobbelaar e la danza degli spaghetti


Accadde la sera del 30 maggio 1984.
Ricordo che erano gli ultimi giorni di scuola della seconda media.
Come compito di italiano avevamo quello di scrivere il diario di quello che ci capitava nella giornata.
E quella sera lì io scrissi della finale della Coppa dei Campioni che si stava giocando a Roma.
A sfidarsi nella finale erano proprio la Roma del leggendario Nils Liedholm opposta agli inglesi del Liverpool.
Una sfida "stellare" tra campioni del calibro di Falcao, Cerezo, Conti, Di Bartolomei, Graziani e dall'altra parte Rush, Souness, Dalglish e Whelan.
Tra i pali della Roma c'era Franco Tancredi portiere affidabile, concreto, poco incline allo spettacolo ed estremamente efficace.
A difendere la rete dei Reds c'era invece Bruce Grobbelaar il quale,  originario dello Zimbabwe,  era famoso per i suoi atteggiamenti clowneschi e per il modo non molto convenzionale con il quale si approcciava alle partite.
La sfida si decise ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi 1 - 1 ed i supplementari avevano confermato quel parziale.
Nella sfida dagli undici metri il Liverpool sbagliò subito ma poi proprio uno dei migliori giocatori della Roma, Bruno Conti,  calciò alto il suo rigore.  
Quando Ciccio Graziani si apprestò a raggiungere il dischetto per calciare il quarto rigore - con i Reds avanti di un gol - il portiere Bruce Grobbelaar iniziò uno strano ballo piegando le ginocchia come se fossero spaghetti inanimati che si andavano incrociando.
Quella danza fu propizia perché l'attaccante romanista sparò la palla alle stelle.
Il successivo rigore realizzato dal difensore Kennedy regalò  la coppa al Liverpool.
A distanza di decenni conservo ancora il diario nel quale quella sera trascrissi un pensiero "poco carino" rivolto portiere del Liverpool ... uno che stava solo facendo il suo lavoro: un pazzo da legare ... il clown Bruce.






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