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sabato 2 agosto 2025

QUANDO IL GUERIN SPORTIVO NOMINO' FABRIZIO CASAZZA MIGLIOR PORTIERE DELLA STAGIONE 1996-1997

 



Accadde su finire del mese di giugno  1997, al termine della stagione calcistica  1996-1997.
In quella stagione lì Fabrizio Casazza vestì per 36 volte la maglia di portiere titolare della formazione del Torino impegnato nel Campionato di Serie B dopo la retrocessione dei granata dal massimo campionato maturata nel maggio 1996.
Sulle totali 38 gare in calendario per il  campionato cadetto di quella stagione solo in due occasioni, pertanto, il portiere genovese non scese in campo.
Il Torino acquistò Fabrizio Casazza, nell'estate del 1996,  dal Verona dopo che lo stesso numero uno aveva contribuito con 33 presenze stagionali alla promozione dei veneti in serie A, lasciando ai tifosi scaligeri un ottimo ricordo delle sue prestazioni sportive nonché delle sue straordinarie doti umane.
Il Torino, allenato da Mauro Sandreani,  partì bene in quella stagione  e la prima parte del campionato risultò in linea con le attese.
Tuttavia un notevole calo di risultati  nella seconda parte di campionato costò il posto all'allenatore Sandreani cui subentrò Lido Vieri e costò ai granata la mancata promozione in serie A  in un finale thriller che  li vide alla fine chiudere il campionato al nono posto.
A salvare in più occasioni il Torino fu, in quella travagliata annata, proprio Fabrizio Casazza che, in  diverse gare di campionato  uscì dal campo con il miglior voto in pagella tra i suoi in una formazione che, vale la pena rimarcarlo, allineava fior di campioni come Cravero, Sommese, Ferrante e Florijancic, per citarne alcuni.
E così, alla fine del campionato, sulla base della media dei voti espressi dal Guerin Sportivo, Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport e Tuttosport, il  buon vecchio "guerino" (che faceva di conto la somma e  media coi minuti giocati di tutti questi voti)  stabilì che, con una media voto di 6,69,   Fabrizio Casazza fosse il miglior portiere del Campionato di  Serie B stagione 1996-1997.  
Parliamo, badate bene,  di una stagione, che vedeva allineati tra i pali delle formazioni di cadetteria alcuni tra i più grandi interpreti del ruolo di quegli anni in Italia. Tanto per fare qualche nome: c'erano Walter Zenga al Padova, Fabrizio Lorieri al Lecce, Mario Ielpo al Genoa, Attilio Gregori al Venezia, Francesco Mancini al Foggia, Alessio Scarpi alla Reggina, Simone Braglia alla Lucchese.
Insomma, nella debacle di quella balorda stagione granata, Casazza fu l'unico a salvarsi a pieni voti, tanto da meritare la riconferma tra i pali del Toro per la stagione successiva.

Post dedicato con stima, amicizia e affetto a Fabrizio.




(Classifica finale del "Guerin d'Oro" Serie B - 1996-1997)


(La formazione  ideale del Campionato di Serie B  1996-1997 
Schede  tratte dal GUERIN SPORTIVO n. 26 del 26-06-1997)



(08-06-97  Lecce - Torino 1-0. Un Casazza da 7 in pagella)








sabato 5 luglio 2025

ADDIO A PETER RUFAI IL "PRINCIPE" PORTIERE DELLE AQUILE

 



Accadde a Boston il 5 luglio 1994.
In quel giorno lì  per la sfida valida per gli ottavi di finale del Mondiale di Calcio USA 1994  l'Italia di Arrigo Sacchi affrontò la squadre delle Aquile: la Nigeria allenata dall'olandese Clemens Westerhof  che nel precedente mese di aprile si era aggiudicata la Coppa D'Africa.
Una formazione, quelle delle aquile, ricca di talenti con alle spalle un portiere, che in quell'occasione fu anche il capitano, di nome Peter Rufai, che il padre, Re di una tribù nella zona di Lagos,  aveva destinato  ad essere suo successore. 
Un portiere "regale"nel senso letterale del termine.
Tuttavia il giovane Rufai rifiutò la corona di principe della tribù e se ne partì per l'Europa ad inseguire il suo sogno di diventare un portiere professionista nel vecchio continente approdando dapprima in Belgio e poi in Portogallo e Spagna diventando titolare della maglia numero 1 della Nigeria con la quale disputerà 65 partite ufficiali. 
Quel pomeriggio del luglio 1994  Rufai mantenne inviolata la sua porta per 88  minuti prima di capitolare sotto il geniale colpo del Divin Codino, Roberto Baggio.
La Nigeria era passata in vantaggio al minuto 26 con Amunike e il pareggio di Baggio a due minuti dalla fine dei tempi regolamentari scacciò un incubo, quello dell'eliminazione, che attanagliò tutti i tifosi azzurri incollati davanti alla televisione.
Al minuto 100 ancora Roberto Baggio, questa volta su rigore,  riuscì a battere Rufai e consentì così alla nazionale italiana di passare ai quarti di finale.
Per le Aquile della Nigeria e Peter Rufai l'appuntamento "mondiale"  si sarebbe ripresentato il 13 giugno 1998 quando, per la prima gara del girone D del mondiale di Francia, a Nantes, la Nigeria sconfisse a sorpresa la Spagna per 3 reti a 2.
Il cammino delle Aquile proseguì con una vittoria contro la Bulgaria per 1 a 0 e con una sconfitta con il Paraguay per 3 a 1.
Negli ottavi di finale, il 28 giugno 1998, allo Stade de France Rufai e la Nigeria salutarono il mondiale perdendo contro la Danimarca  per 4 a 1.
Quella di quel giorno allo Stade de France fu l'ultima apparizione di Peter Rufai tra i pali della nazionale delle Aquile.
Due anni dopo, a fine giugno del  2000  Rufai, allora in forza al Gil Vicente in Portogallo, concluderà la sua carriera agonistica vissuta sempre da grande professionista, lui che era degno di essere Re.
Nato nell'agosto del 1963 Peter Rufai ha lasciato questo mondo lo scorso giovedì 3 luglio 2025 lo stesso giorno del giovane e talentuoso attaccante portoghese Diogo Jota.
Un post a lui dedicato l'avrei voluto scrivere tanto tempo fa. 
Insieme ad altri quattro o cinque nomi, il suo, faceva parte della mia lista di quegli Eroi del mio Bel Calcio che fu dei quali ancora dovevo mettere traccia in questo blog.
Il Tempo non mi ha dato Tempo.
Addio "Principe".












lunedì 21 aprile 2025

LACRIME ... DA MOLTO LONTANO




Due Grandi Uomini d'Argentina.
Due Angeli.
Ognuno a modo suo.
Se ne sono andati a poche ore di distanza l'uno dall'altro.
E' partito per primo Hugo Gatti, morto ieri, giorno di Pasqua del 2025,  di polmonite in un ospedale di Buenos Aires.
L'ha seguito, poche ore dopo,  nel giorno dell'Angelo l'argentino più famoso al Mondo, Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco.
Avevano in comune, oltre alla nazionalità,  l'essere entrambi stati portieri di calcio.
Bergoglio lo fu, per sua stessa ammissione, perché non era buono in nessun altro ruolo, mentre Hugo "El Loco" Gatti lo fu per vera vocazione.
Dicevo, in principio, che erano due "Angeli".
Nel senso letterale del termine (dal greco  antico anghelos),  due "messaggeri".
Papa Bergoglio è stato fino all'ultimo un esempio di Vita donata agli altri e, la sua vita stessa,  è stata il più  grande messaggio di Amore Cristiano.
Hugo Orlando "El Loco" Gatti è stato, invece,  il primo e originale portiere "pazzo" nella storia del Calcio, lanciando con le sue spericolate uscite con i piedi fuori dall'area di competenza, un messaggio volto a cambiare da un certo punto  e per sempre la storia di  interpretare il ruolo nell'intero continente Sudamericano.
L'Argentina  piange, in queste ore, la scomparsa di questi due suoi illustri compatrioti   e sebbene io stia mischiando tra sacro e profano, tra i miei ricordi di un Papa Umano e di un Portiere Pazzo, queste lacrime che partono da molto lontano sono quelle di tutti noi che siamo stati testimoni (privilegiati) di una parte del loro cammino in questa vita:   cammino che è  già Storia.
Per ognuno dei due.
Una Grande Storia.


(PAPA BERGOGLIO - RICORDATO DAI TIFOSI DEL "SUO" SAN LORENZO DE ALMAGRO)













 

domenica 16 marzo 2025

ODE A BRUNO PIZZUL "CANTORE" DEL MIO CALCIO MIGLIORE"

 



Devo a Bruno Pizzul la stragrande maggioranza  dei ricordi delle mie emozioni calcistiche.
Gli devo una grande fetta di quella gioia di quel Bel Tempo Che Fu.
Di quel Calcio che tutti noi, nati nei primi anni  settanta, portiamo dentro il cuore e che, sempre, mettiamo come termine di paragone quando partiamo a raccontare di quel Calcio ai più giovani.
Lego alla sua voce i ricordi di quel sole e di quel cielo azzurro del "mio" mondiale più bello, quello del 1986, il Messico, quello di Maradona e Pfaff, quello che, per l'Italia, portò alla fine dell'era Bearzot.
E di lì tutta la straordinaria epopea  del "mio" Milan, quello di Sacchi,  la mia prima Coppa Campioni, che ho ritrovato in quel filmato youtube che riporto qua sotto e del quale ringrazio l'autore Rinaldo Morelli che l'ha ideato ben prima che il nostro Pizzul se ne andasse dimostrando, con questo, di essere uno che, come me, è riconoscente a questo grande telecronista per essere stato, per davvero, il "Cantore del nostro Calcio Migliore".
E poi via ancora, col tempo, coi ricordi, col passare degli anni e delle nostre esperienze di vita, col Mondiale di Italia '90 che consacrò idoli già partiti in avanti come Totò Schillaci o Gianluca Vialli, e quel Mondiale del 1994 negli USA, quelle telecronache che si mischiarono con l'incontro in quell'estate lì, durante quelle partite lì, con la ragazza che da trentuno anni è compagna e da venticinque moglie.
La voce di Pizzul è così stata compagna del mio tempo migliore. In assoluto.
Ho scelto per aprire questa mia Ode a Pizzul un fermo immagine tratto dal programma, SportSera che, negli anni settanta seguivo spesso mentre con mia nonna Zita si mangiava la nostra cena. Sempre puntuali, alla stessa ora e Pizzul era uno dei più presentatori più spesso in onda in alternanza con Gianni Vasino e altri. Un programma di Culto. 
Della finale di Coppa Campioni del 23  maggio  1990 tra  Milan e Benfica conservo ancora una audiocassetta con la sua telecronaca integrale. A quei tempi non avevo alcun altro modo di "fermare" il tempo. Non avevo il videoregistratore e, quindi, registravo con un vecchio magianastri l'audio di quelle partite.
Era, quello, un modo di "bloccare" per l'eternità quegli attimi che già lì, vivendoli capivi, chiaramente, che ti donavano emozioni davvero forti che non sapevi se poi avresti mai ritrovato nel tempo da venire.
E ora, che il tempo da venire è fatto perlopiù di "giorni di un futuro passato",  ogni volta che scompare uno dei protagonisti di quel tempo lì,  è un po' come se una parte di noi si perdesse con lui.
Restiamo ad aspettare quelle nuove emozioni che (forse) verranno.
Ma già sappiamo che non avranno più lo stesso valore, lo stesso significato ... perché mancherà, degli Originali, il nostro più Grande Cantore.
La tua voce resterà per sempre nella mia audiocassetta registrata in una notte di maggio di 35 anni fa.
Mandi Bruno, Cantore del mio Calcio Migliore.



Tratto dal canale YOUTUBE  di  Rinaldo Morelli 




venerdì 28 febbraio 2025